5.16 CRISTOFORO DE AMICIS 

(ALESSANDRIA 1902-MILANO 1987) Figura 1942 olio su tela; cm 93 x 73 firmato e datato in basso a sinistra «De Amicis 42» Archivio Cristoforo De Amicis

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opera è presentata alla quarta edizione del Premio Bergamo, che prevede il tema libero per i dipinti ma l’assegnazione di un premio specificamente destinato alla composizione con figura. De Amicis ha già partecipato alle edizioni precedenti attirando su di sé le attenzioni prevalentemente positive della critica, se si esclude il feroce commento di Ojetti all’opera I bevitori presentata nel 1940 (Ojetti 1940), cui fa seguito la distruzione del dipinto da parte dell’artista, dopo l’esposizione. In questa Figura, un ritratto della moglie Maria Lavezzari, De Amicis rivela l’equilibrio che la sua pittura raggiunge fra gli anni Trenta e i Quaranta, dopo l’esperienza espositiva europea di Novecento e l’avvicinamento al razionalismo architettonico con prove nell’ambito dell’astrattismo pittorico, riuscendo a mediare fra una solidità dei volumi che rimanda alla lezione di Cézanne e un’attenzione per il colore frutto di una personale riflessione sul postimpressionismo di Van Gogh. Al modello offerto da Van Gogh, cui guardano in quegli anni non pochi giovani anche per reazione alle maniere novecentiste, è riconducibile la pennellata materica ed estremamente libera, mentre il taglio compositivo dell’immagine, la posa della figura (nella quale si avverte però ancora una volta l’eco di Cézanne e dello stesso Van Gogh) e la qualità decorativa della carta da parati sullo sfondo ricordano certi lavori di Matisse. Nonostante l’indubbio interesse per l’esperienza francese, De Amicis mostra anche nel colore la scelta di una sobrietà tonale che, anche all’interno del gruppo del chiarismo lombardo, fa emergere l’originalità della sua interpretazione, frutto di un’elaborazione individuale dei modi pittorici contemporanei volta al superamento di qualsiasi stilema, in vista di un risultato improntato a un forte senso della misura capace di disciplinare emozione e concezione costruttiva.
Silvia Vacca

Bibliografia
Premio Bergamo 1942, p. 33, n. 70, tav. 40; Torriano 1942, p. 16; Salerno 1958; De Amicis 1988, tav. 9; Galmozzi 1989, p. 53; Gli anni del Premio Bergamo 1993, p. 202, n. 118; Documenti del Premio Bergamo 1993, p. 181; De Amicis 2003, p. 66. 



ANNI '30
ANNI '30
Arti in Italia oltre il fascismo
Nell'Italia degli anni Trenta, durante il fascismo, si combatte una battaglia artistica di grande vivacità, che vede schierati tutti gli stili e tutte le tendenze, dal classicismo al futurismo, dall'espressionismo all'astrattismo, dall'arte monumentale alla pittura da salotto. La scena era arricchita e complicata dall'emergere del design e della comunicazione di massa - i manifesti, la radio, il cinema - che dalle ''belle arti'' raccolgono una quantità di idee e immagini trasmettendole al grande pubblico. Un laboratorio complicato e vitale, aperto alla scena internazionale, introduttivo alla nostra modernità. Un'epoca che ha profondamente cambiato la storia italiana. Gli anni Trenta sono anche il periodo culminante di una modernizzazione che segna una svolta negli stili di vita, con l'affermazione di un'idea ancora attuale di uomo moderno, dinamico, al passo coi tempi e si definisce quella che potremmo chiamare ''la via italiana alla modernità'': nell'architettura, nel design, così come in pittura e in scultura, che si esprime attraverso la rimeditazione degli stimoli provenienti dal contesto europeo - francese e tedesco, ma anche scandinavo e russo -, combinata con l'ascolto e la riproposta di una tradizione - quella italiana del Trecento e Quattrocento. Pubblicazione in occasione della mostra: ''Anni Trenta. Arti in Italia oltre il fascismo'' (Firenze, Palazzo Strozzi, 22 settembre 2012 - 27 gennaio 2013). La mostra rappresenta quel decennio attraverso i capolavori (99 dipinti, 17 sculture, 20 oggetti di design) di oltre quaranta dei più importanti artisti dell'epoca quali Mario Sironi, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Achille Funi, Carlo Carrà, Corrado Cagli, Arturo Nathan, Achille Lega, Ottone Rosai, Ardengo Soffici, Giorgio Morandi, Ram, Thayaht, Antonio Donghi, Marino Marini, Renato Guttuso, Carlo Levi, Filippo de Pisis, Scipione, Antonio Maraini, Lucio Fontana. Raccontando un periodo cruciale che segnò, negli anni del regime fascista, una situazione artistica di estrema creatività.