ADOLESCENZA
DIFFICILE

Maurice Utrillo, il più parigino degli artisti, perché ha ritratto Parigi in ogni suo angolo.

Uno dei più saturnini per le stranezze e i cambi d’umore dovuti all’alcolismo. Il più “bohémien” dei “bohémiens” per la vita sregolata. «Non sono pazzo, ma semplicemente alcolizzato», spiegava in una lettera ad André Derain. Ma insieme al vino, all’assenzio, alla droga, c’era una vena di follia. Un legame amore-odio per la madre, bella e inquietante, pittrice di carattere, che dopo essere passata come ballerina da circo e modella negli studi e nei letti di illustri pittori, l’aveva messo al mondo con uno sconosciuto. Nato sotto una cattiva stella, Utrillo è riuscito a riscattarsi e ad avere un successo tardivo quasi superiore a quello della madre, Suzanne Valadon.

Pittore per necessità, non per vocazione, aveva visto la luce il 26 dicembre 1883 a Parigi nel cuore di Montmartre, al numero 8 di rue du Poteau sotto Butte, XVIII arrondissement. Era figlio della esuberante diciottenne Suzanne, che allora si chiamava Marie-Clémentine, e di padre ignoto. Chi fosse il genitore è rimasto un mistero: potrebbe essere stato Adrien Boissy, ubriacone e “bohémien”, cantante a Montmartre e pittore da strapazzo, oltre che donnaiolo, indicato dalla stessa Suzanne al giornalista francese Florent Fels. Potrebbero essere stati Puvis de Chavannes o Pierre-Auguste Renoir, entrambi amanti della donna, che spesso ammetteva di non sapere con chi avesse generato il figlio.


Henri de Toulouse-Lautrec, La bevitrice (o Postumi della sbronza) (1889); Cambridge (Massachusetts), Fogg Art Museum. Fece da modella per questo quadro Suzanne Valadon, madre di Utrillo.

Più probabile che si trattasse dello spagnolo Miguel Utrillo, nato a Barcellona nel 1862, che nel 1883 aveva avuto una relazione con la pittrice. Miguel, decoratore, illustratore, pittore e critico d’arte, proprio quell’anno lasciava Parigi per ritornarvi nel 1889 come corrispondente dalla città natale della rivista “Vanguard”. Ripresa la relazione con Suzanne, il 27 gennaio 1891 riconosceva Maurice, cui del resto assomigliava molto fisicamente. La Valadon avrebbe confermato questa paternità a Berthe Weill alla morte di Miguel nel 1934.

Il piccolo Maurice cresce con la nonna Madeleine Valadon, lavandaia, nata nel 1830 a Bessines-sur-Gartempe, nella regione della Nuova Aquitania. La madre era infatti impegnata come modella presso i più grandi pittori del momento a Parigi. Anche Marie-Clémentine (poi Suzanne) era nata da padre ignoto. Era venuta al mondo il 23 settembre 1865 a Bessines-sur -Gartempe da Madeleine, che aveva già due figlie da un marito morto sei anni prima in prigione per aver coniato monete false. Situazione difficile, per cui la donna si era trasferita a Parigi, dove sperava di avere maggiore lavoro come lavandaia e domestica. Si era sistemata in boulevard Rochechouart, quartiere povero di Montmartre, collina verdeggiante ancora piena di mulini, pecore e mucche. C’erano anche molti artisti per il basso costo degli affitti.

Dopo qualche periodo di studio, Suzanne sin dai dodici anni lavora come sarta, fioraia, cameriera in un “café”, acrobata in un circo. Ma il suo vero punto di arrivo fu il mestiere di modella. Come le capitò non lo sappiamo: forse aveva cominciato nella Académie Humbert o si era presentata al “mercato dei modelli” in place Pigalle, dove tutte le domeniche gli artisti sceglievano i propri modelli. Certo è che, di questo nuovo lavoro, fu felice. Alla prima posa ammise tra sé con entusiasmo: «Ci siamo!». Ma non sarebbe stato il suo mestiere definitivo.


Suzanne Valadon, Maurice Utrillo bambino (1886); Parigi, Musée National d’Art Moderne - Centre Georges Pompidou. Il piccolo Maurice è un bambino tenero e dolce, che soffre la mancanza della mamma Suzanne, che vede soltanto nelle poche ore in cui la pittrice lo ritrae. Affidato alla nonna, ha un carattere fragile e irrequieto, con sbalzi di umore, che lo porteranno a bere alcolici sin dai tredici anni. La madre lo ritrae in ogni momento, mentre dorme, fa il bagno, si asciuga, lasciandoci affascinanti immagini del figlio.

Per la sua freschezza e floridezza passò presto dalla tela al letto degli artisti, spesso molto più vecchi di lei. Per quindici anni fu modella e amante in contemporanea di Puvis de Chavannes, Giuseppe de Nittis, Vojtech Hynaïs, Zandomeneghi, Albert Bartholomé e perlomeno di altri quattro pittori. Toulouse-Lautrec la immortala in La bevitrice (o Postumi della sbronza) nel 1889, Auguste Renoir in Ballo in città del 1883. Tutti innamorati di lei, pronti a insegnarle i primi passi della pittura.

Toulouse-Lautrec era vicino di pianerottolo in rue Tourlaque, a Montmartre, dove la giovane si era trasferita, con la madre Madeleine, dopo la nascita di Maurice. Il pittore la ingaggia come modella per Il circo e perde la testa per lei. Ne è molto geloso, perché la donna continua a essere l’amante anche di Puvis de Chavannes e Renoir. Così la paragona alla Susanna della Bibbia, concupita al bagno dai due anziani lascivi. Da quel momento Marie-Clémentine diventerà per tutti Suzanne.
Lautrec le insegna a usare pastelli ecolori, e Suzanne comincia a disegnare,facendo tesoro degli insegnamenti delpittore e di altri artisti. Uno dei primiautoritratti, a carboncino e pastello, del1883, mostra un volto acerbo e deciso inuno stile forte e compatto. Suzanne disegnain continuazione, prendendo spessoa modello il figlio e la madre, ripresi inritratti o scene vita quotidiana.
Qualche anno dopo, verso il 1887-1888 comincia a dipingere a olio. Tra le prime prove il Ritratto di Erik Satie, un altro spasimante e amante, che abitava vicino a lei in rue Cortot. Il musicista la sera suonava il piano nel cabaret l’Auberge du Clou, col suo cappello a cilindro, cravatta e occhiali. Più giovane di un anno di Suzanne, avrebbe voluto sposarla.

Lei gli concesse invece solo sei mesi di passione, lasciandosi ricoprire di poesie e biglietti d’amore, che conservò tutta la vita. La relazione si ruppe nel giugno 1893 con grande sofferenza per Satie.

Poi fu la volta di Degas. Il pittore compra nel 1894 uno dei cinque disegni che Suzanne aveva esposto alla Société Nationale des Beaux-Arts. Le si rivolge come «illustre Valadon» e, ammirato, diceva ai colleghi a proposito della giovane pittrice: «È dei nostri!». A legarli fu una lunga amicizia durata sino alla morte nel 1917 di Degas, che chiamava la Valadon la sua «terribile Maria» e fu per lei un vero maestro.

La presenza di Suzanne è fondamentale nella vita di Utrillo, che in questo clima vive i suoi primi anni. Affidato alla nonna in rue du Poteau, soffre per la separazione dalla madre, che vede soltanto durante le ore di posa per i suoi disegni. Maurice era un bambino dolce, poco espansivo, con improvvisi sbalzi d’umore, racconta il biografo Francis Carco. Frequenta l’istituto Laflaisselle in rue Labat, ma è un ragazzino fragile, irritabile, che a tredici anni comincia a bere alcolici. Sembra che la nonna cercasse di attutire gli effetti del vino mescolandolo al brodo.

Per mettere fine a questa situazione Suzanne rinuncia a fare la modella e il 5 agosto 1896 sposa Paul Mousis, un ricco commerciante di tessuti conosciuto nel 1891. Paul, nato a Parigi il 21 dicembre 1863, lavorava per la ditta A. Fourneude & Cie di Parigi e poi come funzionario per la Banca di Francia. Migliora l’economia della famiglia, che si trasferisce, nonna compresa, in avenue de Saint- Denis 18 a Pierrefitte-sur-Seine, cittadina nella periferia nord della città. Due anni dopo, un nuovo trasferimento, nella stessa zona, in villa Hochard 10.

Suzanne si divide tra lo studio a Montmartre in rue Cortot e la casa di Pierrefitte. Maurice viene messo in un collegio, il Pensionato Molin, che nel proprio diario indica come «Pensionato Pluminard», forse dal nome della guardarobiera Albertine Minard. Si tratta di una scuola frequentata dai figli degli abbienti agricoltori della regione, che si scandalizzano di fronte al comportamento spigliato di Suzanne, sigaretta in bocca, tele e pennelli. E il figlio?


Suzanne Valadon, Ritratto di Erik Satie (1892); Parigi, Musée National d’Art Moderne - Centre Georges Pompidou.

Anziché la castigata divisa, eccolo con un basco in testa, pantaloni alla zuava, stivaletti, e lunga giacchetta a redingote piena di bottoni. «Si va a scuola così?», si mormorava, «così si va in chiesa». I compagni lo prendevano in giro. Nel luglio 1897 Maurice ottiene la licenza media ad Aubervilliers, piccolo comune nella regione dell’Île de France. In settembre è ammesso al liceo nel Collège Rollin, in place d’Anvers a Parigi, ma vive con la nonna a Pierrefitte. Spesso marina la scuola per infilarsi nei bistrot a bere vino. «Quello rosso lo affascinava. Faceva economia sul prezzo del biglietto del treno per concedersi uno, due o persino tre quartini. […] così si svolgeva tutto il dramma della sua vita […] e nessuno si accorse di nulla», racconta Francis Carco. Ma quando cominciò a ubriacarsi in pubblico «il male assunse in lui proporzioni tali da non saper più cosa fare. Ecco tutta la storia, tutto il segreto di Utrillo».

Maurice comincia a dare scandalo. Nel 1900 viene definitivamente ritirato dal collegio. Perde troppe lezioni ed è considerato inadatto allo studio. Il patrigno Paul Mousis gli trova un impiego al Crédit Foncier, ma dopo tre mesi il ragazzo crea problemi per il temperamento instabile e il troppo bere. L’inclinazione all’alcolismo diventa sempre più forte, favorita suo malgrado dalla nonna che per evitare «scenate spaventose» cede di nascosto al vizio del nipote. Maurice non lavora, vive a casa con Madeleine e Suzanne.
Nel 1901 Mousis acquista un piccolo appezzamento di terreno coltivato a vigna sulla Butte-Pinson a Montmagny, nei pressi di Pierrefitte, dodici chilometri a nord di Parigi, vi fa costruire un villino in pietra su tre piani, dove la famiglia si trasferirà nel 1905.
Le crisi di Maurice diventano sempre più frequenti, accompagnate da turbe psichiche e atteggiamenti violenti. Si rendono necessari ricoveri, come quelli all’ospedale psichiatrico Sainte-Anne di Parigi, dove Utrillo viene più volte disintossicato. Alterna periodi di convalescenza e ricadute in località a nord di Parigi, Sannois (Île de France), Montmagny e Montmartre, dove la madre ha lo studio in rue Cortot. Un medico, il dottor Ettinger, consiglia allora a Suzanne di tentare una “terapia della pittura”, cioè di avviare Maurice alla pittura per distrarlo dall’alcol e dargli una possibilità di lavoro. Fu così che Utrillo divenne pittore.

UTRILLO
UTRILLO
Maurizia Tazartes
Maurice Utrillo (Parigi 1883 - Dax 1955) nasce a Montmartre da padre ignoto. Ad assumerne la paternità sarà, nel 1891, il pittore catalano Miquel Utrillo. La madre, Suzanne Valadon, è modella e pittrice. È lei che gli insegna a dipingere e Maurice non tarda a raggiunge una certa notorietà. Ancora giovanissimo, però, manifesta i segni di un’infermità mentale che lo condizionerà per tutta la vita, così come la dipendenza dall’alcol. Di lui restano i colorati e poetici paesaggi urbani, tema quasi esclusivo di una pittura che raggiunge la metà del ventesimo secolo, ma resta lontana da ogni tentazione di avanguardia.