CATALOGHI E LIBRI

FEBBRAIO 2021

COME DIVENTARE UN ARTISTA

Se non fosse per l’autore, noto critico d’arte del “New York Magazine”, e per l’eccellente editore, avremmo forse un poco trascurato questo libro, a prima vista in linea con quei manualetti accattivanti e pop, che pretendono d’insegnare Come vivere cent’anni o Come fuggire ai Tropici. Invece è stato una sorpresa. Nel 1987 Umberto Eco aveva risollevato il genere col fortunato Come si fa una tesi di laurea (Bompiani), ma i successori di rado sono all’altezza del rimpianto semiologo e di quel suo pocket tanto ristampato (ora da La Nave di Teseo). Per come sono concepite le tesi triennali, per le quali si usano appunti tratti dal web senza leggere un libro, il bellissimo testo di Eco può finanche risultare difficile.
Oggi proliferano suggerimenti in pillole online: www.wikihow. it spiega in poche mosse «Come diventare un artista», «Come dipingere un quadro», addirittura «Come far credere di essere una sirena». Diventare e fare davvero l’artista è però altra cosa. Nel 2013 Francesco Bonami forniva «istruzioni per non evitare delusioni» nel caustico Mamma voglio fare l’artista! (Electa 2013). Anche Saltz talvolta è graffiante, ma la sua ironia è sapiente, motivata, mai fine a se stessa, perlopiù incoraggiante. Prendiamo la “Lezione numero quattro”, quando il potenziale artista deve far capolino in quel «covo di vipere» che è il mondo dell’arte. Saltz guida alla sopravvivenza: è bene formare una gang, imparare a stare insieme ad altri. Forse non si diventerà ricchi, ma «bisogna farsene una ragione». Pur coi presupposti del genere di cui si diceva, il libro fa riflettere, ed è ricco di esempi e citazioni da altri artisti e critici. Può aiutare, inoltre, giornalisti e scrittori. Gran parte dei sessantatre capitoletti valgono infatti anche per chi abbia scelto come mestiere la scrittura. Siete in crisi creativa? Primo punto: mettete in ordine lo spazio circostante. Poi, bando a paure, invidie, gelosie che distraggono e basta. È un mondo duro, quindi «schiena dritta e al lavoro». Se poi la pratica artistica non fa al caso vostro, leggete il capitolo 31: La legge di Cézanne. Ma non illudetevi, non basta un unico libro, neppure fosse il Libro di pittura di Leonardo, capolavoro ante litteram del genere, ancorché incompleto. Più si legge, più si studia, meglio è.

Jerry Saltz, traduzione di Federico Florian Johan & Levi, Milano 2020 176 pp., 50 ill. b.n. e colore € 20

…CON ALTRA VOCE RITORNERÒ POETA

Fra i più intensi dipinti del Bronzino, il Ritratto di Dante (1532-1533 circa, collezione privata) è oggetto di questo libro, nato per accompagnare una piccola intelligente mostra alla certosa del Galluzzo (Firenze): appena inaugurata, l’11 ottobre 2020, ha dovuto chiudere i battenti, per le norme anti Covid. 

Mentre scriviamo non sappiamo se sarà riaperta, ma certo questo studio resta erudita e poetica testimonianza, di lettura però comprensibile anche per i non specialisti. Curato, come la mostra, da Antonio Natali, offre approfondimenti interdisciplinari di Alessandro Andreini (sui destini “incrociati” di Dante e del colto umanista Niccolò Acciaiuoli, fondatore della certosa e qui sepolto); di Andrea Baldinotti, che riesamina il ritratto; di Natali, che ripercorre gli intrecci fra Bronzino e Pontormo, che nel 1523 qui soggiornarono per sfuggire alla peste. Analizza anche, fra le altre cose, i riverberi stilistici nel Ritratto di Dante del viaggio marchigiano del suo autore. Inoltre, le relazioni con Dante e i versi 7-9 del XXV canto del Paradiso, che danno il titolo al libro. Ne riparleremo, non bastano poche righe.


A cura di Antonio Natali Leonardo Libri, Firenze 2020 144 pp., 50 ill. colore € 24

SIR JOSHUA REYNOLDS IN ITALIA

È stato fra i più acclamati pittori del Settecento inglese, che vanta, fra gli altri, Hogarth, Gainsborough, Wright of Derby, Romney. Sir Joshua Reynolds (Plympton 1723 - Londra 1792) ebbe anche il vanto di presiedere per primo la Royal Academy di Londra, fondata nel 1768. E proprio alla Royal Academy vedemmo e recensimmo per il pubblico italiano, nel gennaio 1986, la tuttora inimitabile mostra sui dipinti di Reynolds, curata da Nicholas Penny. In Italia pochi lo studiavano, e d’altra parte di Reynolds i nostri musei hanno solo l’Autoritratto degli Uffizi, poco visto nel Corridoio vasariano, non esposto a Londra. Da quella mostra, e dal catalogo, prese le mosse un riesame filologico e storico-critico di un artista che fu teorico, collezionista, “dealer”, conferenziere, grande disegnatore, nonostante alti e bassi in questo campo. 
E che risiedette in Italia da giovane, fra 1750 e 1752: Livorno, Bologna, Genova, Firenze, Venezia, soprattutto Roma, dove restò più a lungo. Da allora, le indagini sul Reynolds “italiano” hanno visto il magistrale contributo di Giovanna Perini Folesani, che in oltre trent’anni ha pubblicato, anche in inglese, decine di saggi e libri, focalizzati sulle fonti italiane del maestro inglese: Raffaello, i Carracci, Barocci, Pietro da Cortona, Battista Franco, e molti altri. La studiosa ha preso in esame i luoghi, le residenze, gli incontri, ha trascritto gli appunti del maestro, ha individuato e ricostruito ascendenze, riprese grafiche, di ciò che l’inglese ammirò nei musei e nelle chiese del nostro paese. Spesso furono riprese parziali (Reynolds aveva la vocazione del ritrattista), e non è affatto scontato riconoscerle nei suoi numerosi taccuini di disegni, oggi sparsi per il mondo, anche oltreoceano. L’autrice, dopo aver pubblicato per Olschki nel 2012 il taccuino del British Museum sul Passaggio in Toscana, si concentra in questo nuovo ricchissimo studio sul lungo soggiorno romano dell’artista inglese. Il metodo, la coerenza scientifica, l’erudizione fanno onore alla critica d’arte italiana, e svelano un’infinità di aspetti sull’arte e il collezionismo settecentesco, sulla fortuna dei grandi maestri, dai quali non si potrà più prescindere.

Giovanna Perini Folesani Olschki, Firenze 2020 474 pp., 126 ill. b.n € 55

I LIBRI DI VINCENT

Passione, metodo rigoroso, intelligenza critica: sono le principali ma non uniche doti di Mariella Guzzoni, che da anni svolge indagini acute e inedite, non solo in rapporto allo scarno panorama italiano di studi davvero validi sul pittore olandese, ma anche nel più vasto ed eccellente mosaico di ricerche straniere, specie britanniche e olandesi. Nei suoi saggi Guzzoni ha sempre avuto un occhio di riguardo per aspetti poco esplorati. Dopo il suo Van Gogh. L’infinito specchio (Milano 2014), e dopo due mostre alla biblioteca Sormani di Milano (Van Gogh. La passione per i libri, 2014, e Van Gogh. Il mio Giappone, 2017) firma qui un libro bellissimo, riprendendo il tema delle letture di Vincent, tema che per prima, nel mondo, ha saputo affrontare con tanta ampiezza di vedute e ricerche interdisciplinari. Dei volumi più diversi che hanno accompagnato il percorso umano e artistico di Van Gogh è possibile ricostruire una sorta di catalogo solo leggendo con la massima attenzione le centinaia di lettere che compongono l’epistolario col fratello Theo, e al- I LIBRI DI VINCENT tri parenti e amici. Ma non basta. Il libro, infatti, illustra non solo tutte le letture che è possibile ricondurre a Vincent (dai testi biblici alle riviste d’arte, dai romanzi del naturalismo francese tanto in voga in quegli anni a Dickens, Shakespeare, Balzac, Longfellow, Loti), ma le contestualizza. E questo è un lavoro nuovo, che considera, per quanto si conosce, le letture dell’artista rispetto alla sua opera pittorica e grafica. Vi troviamo anche il repertorio dei libri che Vincent raffigurò casualmente, anche quando non ne indicò i contenuti con precisione: libri dalle copertine colorate, gialle, carta da zucchero, rosse, che talvolta recano il titolo e l’autore: i Goncourt, Zola, Maupassant, ma anche la Bibbia. Come per Leonardo, niente o quasi è rimasto, fisicamente, dei libri posseduti da Vincent. Mariella però ha raccolto negli anni gran parte delle edizioni che Van Gogh dovette aver letto. Ne riparleremo, ma intanto ci piace rammentare la scelta del dipinto nell’incipit, con Libro e rametto di mandorlo, e il finale, con le contorte Radici di alberi, fra le ultime tele dell’artista.


Mariella Guzzoni Johan & Levi, Milano 2020 232 pp., 110 ill. colore € 28

ART E DOSSIER N. 384
ART E DOSSIER N. 384
FEBBRAIO 2021
In questo numero: FINESTRE SULL’ARTE Un polittico dall’intensa vitalità; CORTOON - Me(d)Too; ARTE CONTEMPORANEA - Miniartextil a Como; DENTRO L’OPERA - Distorsioni contemporanee in stile Biedermeier; XXI SECOLO. 1 Intervista a El Seed - La poetica danza dei segni; XXI SECOLO. 2 Il dibattito sulle “restituzioni” - Verso un museo postuniversale; XXI SECOLO. 3 Arte monocroma e aniconica - L’immagine e il nulla; GRANDI MOSTRE. 1 Cindy Sherman online - Maschere virtuali e social; XX SECOLO - La Galleria La Tartaruga - Tra pop e pittura colta; OUTSIDERS - L’inferno di essere figli; GRANDI MOSTRE. 2 Magritte a Parigi - In pieno sole; MUSEI DA CONOSCERE - Villa Bassi Rathgeb ad Abano Terme (Padova) - Salus per artem; STUDI E RISCOPERTE. 1 Stanley Kubrick e William Hogarth - Che satira tira?; STUDI E RISCOPERTE. 2 Iconoclastia e calvinismo nel XVI secolo - La tempesta delle immagini; STUDI E RISCOPERTE. 3 Gondolieri neri nella Venezia di fine Quattrocento - Schiavi o uomini liberi?; LUOGHI DA CONOSCERE - Tuscania medievale - La città delle due cattedrali; LA PAGINA NERA - E a Roma il mausoleo fa soltanto marameo; IN TENDENZA - Una pioniera del selfie; IL GUSTO DELL’ARTE - Frittelle, pancacke e waffel.