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Una pioniera
del selfie

Daniele Liberanome

Detiene il record assoluto per un’opera di fotografia aggiudicata in asta: quasi 5,5 milioni di euro. Da qualche anno, però, Cindy Sherman non sta riscuotendo lo stesso successo. Merita tuttavia tenerla d’occhio per portarsi a casa, a cifre contenute, gli scatti dei suoi anni d’oro realizzati intorno al 1981

Fra le prime a porre se stessa e il suo corpo al centro delle proprie opere d’arte, Cindy Sherman (nata nel 1954) ha passato molti anni in prima fila sul palcoscenico delle aste internazionali di fotografia. Da qualche tempo non è più così, in un periodo in cui curiosamente altre artiste dal percorso simile, come Marina Abramović, stanno attirando sempre più l’attenzione dei collezionisti. Le opere a cui Sherman deve la sua precoce fama sono le fotografie della serie Untitled Film Stills, scattate prevalentemente fra il 1977 e il 1980, subito dopo essersi diplomata al Buffalo State College di New York. Si mise allora letteralmente nei panni di donne semplici, rappresentandole sulla falsariga del cinema neorealista. Il successo così ottenuto fu tanto clamoroso che perfino il MoMa di New York nel 1995 comprò un insieme di Untitled Fllm Stills, pare per quasi 1 milione di euro. Ma si trattò di un prezzo di favore, di un’operazione di mercato ben congegnata, perché di solito quegli scatti si vendono separatamente e a prezzi ben diversi. L’unico caso in cui un certo numero di fotografie, per l’esattezza ventuno, vennero messe all’asta in un solo lotto fu il 12 novembre 2014 da Christie’s a New York. L’occasione fu tanto unica che il prezzo finale lievitò fino a quasi 5,5 milioni di euro. È la cifra di aggiudicazione più alta mai pagata per opere d’arte fotografiche. Anche per comprare singole foto di Untitled Film Stills ci vogliono collezionisti dall’ampio portafoglio. 

La #48 della serie, scattata nel 1979 da Sherman durante una vacanza in Arizona, è ricca di mistero e di inquietudine: l’autostoppista è troppo ben vestita e di buona famiglia, si è posizionata in un posto poco adatto, dietro una curva, e per di più dà stranamente le spalle a chi la osserva. Proposta da Christie’s di New York, venne aggiudicata per ben 2,6 milioni di euro; certo era il 13 maggio 2015, uno dei periodi più proficui per il mercato della Sherman, e la dimensione era stranamente grande per un’opera della serie (76 x 101 cm), ma il prezzo fa impressione. A fine anni Settanta, e soprattutto negli anni Ottanta, l’artista americana si avvicinò al mondo della moda e si cimentò con fotografie da copertina o di grande formato, adatte per la pubblicazione sulle due pagine centrali di una rivista (“centrefolds”), talvolta inserendo pacati riferimenti sessuali. 

Il suo Untitled #93 del 1981 creò non poco scandalo, perché per alcuni rappresentava una donna appena abusata sessualmente, anche se l’artista immaginò invece di fotografare se stessa nelle vesti di una ragazza appena svegliatasi in pieno giorno dopo una notte di bagordi. Comunque sia, la polemica fece bene alla notorietà dello scatto (del tipo “centrefold”, 61 x 123 cm) che fu venduto da Sotheby’s di New York il 14 maggio 2014 per 2,8 milioni di euro. Ma a quei tempi le opere della Sherman si vendevano per cifre notevoli, come dimostra anche Untitled #92, datata sempre 1981, anno d’oro per la creatività dell’artista. Nello scatto della serie Untitled Film Stills la Sherman pare come uscita da un film di Hitchcock. Non solo, l’artista dimostrò in questo caso il suo talento da attrice e regista. Il 12 novembre 2013, Christies’ di New York vendette la foto per 1,5 milioni di euro. E che dire dei 2,7 milioni di euro spesi per Untitled #96 del 1981 (Christie’s, New York, 11 maggio 2011), allora prezzo record in asta per un singolo scatto? I prezzi eclatanti in quegli anni si sprecavano, anche se le opere successive al 1981 già allora non incontravano lo stesso favore da parte dei collezionisti. Fa eccezione un Untitled #216 del 1989, una parodia della Madonna che allatta, scambiato per quasi 1 milione di euro (Sotheby’s, New York, 17 novembre 2016). 

Oggi è possibile però portarsi a casa uno scatto di una delle grandi protagoniste dell’arte fotografica contemporanea a prezzi che un domani potrebbero ricrescere sensibilmente, posto che ci si focalizzi soprattutto sulle opere giovanili, meglio se datate intorno al 1981.


Untitled Film Still #48 (1979).


Untitled #93 (1981);


Untitled #96 (1981).

ART E DOSSIER N. 384
ART E DOSSIER N. 384
FEBBRAIO 2021
In questo numero: FINESTRE SULL’ARTE Un polittico dall’intensa vitalità; CORTOON - Me(d)Too; ARTE CONTEMPORANEA - Miniartextil a Como; DENTRO L’OPERA - Distorsioni contemporanee in stile Biedermeier; XXI SECOLO. 1 Intervista a El Seed - La poetica danza dei segni; XXI SECOLO. 2 Il dibattito sulle “restituzioni” - Verso un museo postuniversale; XXI SECOLO. 3 Arte monocroma e aniconica - L’immagine e il nulla; GRANDI MOSTRE. 1 Cindy Sherman online - Maschere virtuali e social; XX SECOLO - La Galleria La Tartaruga - Tra pop e pittura colta; OUTSIDERS - L’inferno di essere figli; GRANDI MOSTRE. 2 Magritte a Parigi - In pieno sole; MUSEI DA CONOSCERE - Villa Bassi Rathgeb ad Abano Terme (Padova) - Salus per artem; STUDI E RISCOPERTE. 1 Stanley Kubrick e William Hogarth - Che satira tira?; STUDI E RISCOPERTE. 2 Iconoclastia e calvinismo nel XVI secolo - La tempesta delle immagini; STUDI E RISCOPERTE. 3 Gondolieri neri nella Venezia di fine Quattrocento - Schiavi o uomini liberi?; LUOGHI DA CONOSCERE - Tuscania medievale - La città delle due cattedrali; LA PAGINA NERA - E a Roma il mausoleo fa soltanto marameo; IN TENDENZA - Una pioniera del selfie; IL GUSTO DELL’ARTE - Frittelle, pancacke e waffel.