Studi e riscoperte. 1 
Antonio Rubino a Olgate Olona (Varese)

per ogni bambino
un'isola che non c'è

Poeta, pittore e illustratore, Antonio Rubino, autore di punta del “Corriere dei Piccoli”, ha lasciato traccia dei suoi dipinti in un ex sanatorio infantile a Olgiate Olona, ospitato nella settecentesca villa Gonzaga. Opere dove i personaggi del repertorio classico dell’artista, si mescolano a figure create per l’occasione.

Alessandra Sgueglia

parlare di Antonio Rubino (1880- 1964) vuol dire fare un viaggio nelle illustrazioni lungo sessantaquattro anni, quelli della sua intensa vita da disegnatore. È artefice di una produzione vastissima che va dalle illustrazioni per le riviste ai fumetti, dagli “ex libris” agli spartiti illustrati, dalla pubblicità ai libri-gioco, dalla decorazione di camere da letto per bambini a primissimi esperimenti di animazione. Disegna e scrive; insegna la geometria e le lettere dell’alfabeto con i suoi buffi personaggi. Stupisce, emoziona, terrorizza o fa sorridere con i suoi disegni. Non ha schemi, non segue un solo filone creativo, è un autodidatta dell’arte e vola libero su tutto ciò che solletica la sua fantasia(1).
Il suo tratto è vario e si modifica: figure aliene, demoniache, lunari e cupe che, con gli anni, si addolciscono per iniziare ad avvicinarsi al mondo dei bambini; ma le grafiche eleganti e ammalianti, di sapore liberty e legate al decadentismo, non scompariranno mai del tutto dalla sua produzione.
La popolarità di Rubino è legata principalmente al “Corriere dei Piccoli”, in cui e per cui lavora sin dal primo numero, edito nel 1908(2).



Tutte le illustrazioni dell’articolo si riferiscono ai dipinti, tempere su muro, realizzati da Antonio Rubino, nella sala Alba dell’ex sanatorio infantile OPAI (Opera di prevenzione antitubercolare infantile) di Olgiate Olona (1939).


Tutte le illustrazioni dell’articolo si riferiscono ai dipinti, tempere su muro, realizzati da Antonio Rubino, nella sala Alba dell’ex sanatorio infantile OPAI (Opera di prevenzione antitubercolare infantile) di Olgiate Olona (1939).


Tutte le illustrazioni dell’articolo si riferiscono ai dipinti, tempere su muro, realizzati da Antonio Rubino, nella sala Alba dell’ex sanatorio infantile OPAI (Opera di prevenzione antitubercolare infantile) di Olgiate Olona (1939).

Gli anni Venti del Novecento sono per lui un periodo quantomai fecondo e di grande sicurezza grafica: inizia un percorso sempre più attento alla didattica scolastica, avvicinandosi maggiormente al mondo dei bambini, alla semplicità del tratto e all’uso divertente di colori vivacissimi. La sua produzione attraversa un periodo molto delicato della storia italiana, il ventennio fascista, i cui diktat e stereotipi troveranno posto, sebbene in modo del tutto particolare, persino nella sua produzione. In questo periodo la grafica di Rubino presenta un tratto più astratto e geometrico e sebbene il disegnatore si fosse scagliato contro la pittura dell’avanguardia di Sironi, Soffici e Carrà(3), sarà coinvolto nel grande fermento artistico di quegli anni, condividendone la spinta sovversiva e l’interesse per il mondo moderno, meccanico e tecnologico.

Rubino non ha schemi, non segue un solo filone creativo,
è un autodidatta dell’arte e vola libero su tutto ciò
che solletica la sua fantasia


Nel 1939 la storia di Antonio Rubino si incrocia con quella di una piccola cittadina in provincia di Varese, Olgiate Olona. Qui viene chiamato per un lavoro del tutto nuovo: la decorazione di una mensa destinata ai bambini.
Egli è già stato nel Varesotto qualche anno prima quando, nel 1932, dipinge il reparto infantile dell’ospedale di Somma Lombardo(4) e a Busto Arsizio realizza interventi di “interior design” decorando camerette per bambini(5).
A Olgiate Olona è in piena attività il sanatorio OPAI (Opera di prevenzione antitubercolare infantile), voluto dalla famiglia Cavalli e sostenuto da esponenti dell’aristocrazia e della borghesia milanese nonché da eccellenti medici, che ospita bambini provenienti da famiglie affette da tubercolosi. Il centro è accolto in una grande ed elegante villa settecentesca, villa Gonzaga - ristrutturata nei primi trent’anni dell’Ottocento dall’architetto Luigi Canonica -, che ha la funzione di un vero e proprio collegio in cui gli ospiti risiedono per qualche mese o addirittura qualche anno, respirando l’aria buona della valle. Il complesso dell’OPAI è stato venduto al Comune di Olgiate Olona nel 1976. Oggi, al suo interno, oltre alla villa storica in cui son presenti le tempere di Rubino, sono ospitati gli uffici comunali, la sede della biblioteca civica, la scuola elementare, una cooperativa per disabili e, negli anni Ottanta del Novecento, è stata realizzata la pista di atletica del paese; il tutto gode della presenza di un meraviglioso parco pubblico.


Esempi della decorazione di Rubino.

L’esterno dell’edificio

Ancora esempi della decorazione di Rubino.


Ancora esempi della decorazione di Rubino.

Burattini senza spirito,
rappresentazioni
di un’imposizione


Il lavoro di Olgiate, a oggi, è un unicum nella tanto varia e copiosa produzione di Rubino e appare una summa delle sue lunghe e continue sperimentazioni grafiche. A Olgiate non si risparmia: disegna tanto e con infinita fantasia numerosi personaggi del suo repertorio classico e altri pensati per l’occasione. Le quattro pareti di un anonimo refettorio, sala Alba (dedicata alla figlia dei fondatori dell’OPAI, Alba Cavalli Bursasca), sono interamente abbellite dalla presenza di disegni realizzati a tempera: una fascia, simile a una lunga sequenza cinematografica, avvolge la mensa per cinquanta metri lineari.
L’importanza del tesoro di Olgiate sta proprio nella lettura, attraverso queste immagini, di tutta la produzione artistica di Rubino. È una sorta di compendio della sua opera, un testamento artistico, divertente e frizzante, un “excursus” nel suo lavoro di infaticabile illustratore. Si rimane ammaliati da figure, eleganti e slanciate, come la Regina di cuori, da Uomini volanti che hanno il sapore della sperimentazione e della modernità, da altre immagini, malinconiche e decadenti, come Pupi: il giocattolo infelice. L’attenzione dei piccoli è catturata dalle scene semplici e dai colori.
La sala diventa un luogo familiare e spensierato, in cui star bene, sorridere, trascorrere ore serene. Ci piace pensare che, probabilmente, guardando questi disegni, per un po’ poteva mitigarsi la tristezza dell’esser lontani dalle famiglie d’origine.
Nel bel mezzo della sala, tra spensieratezza e allegria, è bizzarro scoprire come, anche in un piccolo mondo, come quello dell’OPAI, in un centro sereno di provincia, come Olgiate Olona, nel 1939 fosse richiesta la formazione delle giovani leve. L’indottrinamento dei bambini, attraverso le immagini, non fa sconti neanche qui! Sulle pareti della sala Alba, tra fiori e pupazzi, compaiono figure “aliene” di bambini silenziosi e rigidi. Immagini di una realtà che non ha un sapore gustoso ma che conserva un’enorme freddezza e non regala empatia. La veste grafica adottata da Rubino per queste rappresentazioni parla di un fascismo molto poco condiviso perché «lo spirito d’indipendenza, la leggerezza, l’ironia e autoironia, di cui - Antonio Rubino - è ricco […] gli impediscono di essere un fascista convinto e militante»(6). Sulle pareti di questa sala dipinge burattini senza spirito, rappresentazioni di un’imposizione. Le immagini fredde e statiche sembrano realizzate da una mano diversa da quella delicata e fresca che ha abbellito le altre pareti.
Come ha scritto Sir James Matthew Barrie, nel suo Peter Pan (1911): «C’è un’“Isola che non c’è” per ogni bambino e sono tutte differenti». Questa sala a Olgiate Olona, per ogni bambino di ieri e di oggi, è un’isola: entrando si sgranano gli occhi per immergersi in una realtà fantastica, uscendo si porta via il ricordo di un mondo sognante, salutati da un bimbo, allegro, paffuto e simpatico, probabilmente lo stesso autore che ci accompagna oltre la porta con il suo sguardo vispo e il cenno della mano.
Villa Gonzaga, fino a oggi aperta al pubblico solo in piccolissima parte per permettere la visita della sala Alba(7), dopo anni di abbandono è pronta a una rinascita che le permetterà di accogliere, sulla scia del suo importante passato destinato ai bambini, spazi per la socialità, culturali e aggregativi



Alcuni dei personaggi messi in scena da Rubino nell’ex sanatorio infantile di Olgiate, tratti dalla letteratura per bambini ma anche dalla vita quotidiana del periodo, come la scena con allusioni all’Impero fascista, ai Balilla e alle Piccole Italiane.

(1) A. Rubino, Curriculum ridiculum, scritto autobiografico redatto nel 1958, conservato nell’archivio di famiglia (ARA - Archivio Rubino Antonio).
(2) Cfr. La vita e le opere, in S. Alligo, Antonio Rubino. I libri illustrati, Torino 2008.
(3) Ivi.
(4) “Corriere dei Piccoli”, n. 46, 13 novembre 1932, p. 7.
(5) “Antiquariato”, n. 75, ottobre 1986, p. 93.
(6) M. Cassini, Antòlogia. Antonio Rubino e l’amore per la Liguria, Ventimiglia 2013, p. 21.
(7) La sala con gli affreschi di Rubino è stata restaurata e riaperta la pubblico nel 2014 grazie all’interesse degli amministratori del Comune di Olgiate Olona e agli studi dell’architetto Paolo Maccabei, delegato all’urbanistica e alla valorizzazione artistica del patrimonio.

ART E DOSSIER N. 349
ART E DOSSIER N. 349
Dicembre 2017
In questo numero: COMICS: I PARENTI E GLI ANTENATI Medioevo a fumetti, Antonio Rubino a Olgiate Olona. IN MOSTRA Gioielli Moghul a Venezia, L’Assunta di Daddi a Prato, Le Secessioni a Rovigo, Capa a Bassano. RESTAURI Van Eyck ritrovato.Direttore: Philippe Daverio