I PARCHI DI DIVERTIMENTO

L’evento che lo folgorò, nell’idea di costruire un parco di divertimento, fu per Walt la visita alla Republica de los niños (“Repubblica dei bambini”) in Argentina, che era stata inaugurata nel 1951. In realtà, il progetto aleggiava nella testa di Disney già da tempo, visto che pensava a un Mickey Mouse Park dove grandi e piccini potessero divertirsi. La prima bozza risale al 1948, ma ci mise più di un anno prima di renderla concreta. Anzi, sembrava che stesse perdendo tempo, visto che la sua occupazione principale era quella di farsi trasportare dal trenino in miniatura che attraversava l’immenso giardino della sua casa di Los Angeles. La differenza fra Disneyland, “la terra di Disney”, inaugurata il 17 luglio 1955, e gli altri parchi-giochi era che, qui, si poteva entrare nel regno della fantasia del suo fondatore e vedere dal vero i beniamini che il pubblico aveva ammirato sugli schermi. Come dire: guardate che non ho raccontato frottole! Cercate Biancaneve? Eccola! Volete Peter Pan? È accanto a voi; non ve ne siete accorti? Così Disneyland si arricchiva di volta in volta dei vari personaggi che facevano il loro ingresso dal mondo della celluloide a quello concreto delle cose, in un circolo virtuoso che alimentava la fantasia e la serenità di tutti. Quando Walt fondò Disneyland, sperava che divenisse un modello per il mondo e così fu. Quando si pensa al parco di divertimenti per eccellenza, si pensa a quello, con le sue filiazioni più o meno recenti come Disney World e Disney World Resort(*). Per questo è stato imitato da tutti; talvolta con grande intelligenza come nel caso del Parc Astérix, inaugurato nel 1989 a qualche chilometro da Parigi, dove gli ammiratori del piccolo Gallo e dei suoi compagni d’avventura possono vederli “dal vero”. Esempi ci sono anche in Italia, sia pure senza tematiche particolari, come Gardaland, vicino a Verona o Vesuviuslandia a Napoli, oppure Rainbow Magic Land, a Valmontone, a ridosso di Roma. Sono tutte “filiazioni” disneyane, risultato di un’idea precisa di Walt e cioè che i sogni per essere belli davvero, devono essere veri e concreti. Infatti, non c’è nulla di più rassicurante del fatto che esista un posto al mondo dove la felicità sia garantita al modico prezzo del biglietto d’ingresso.


Walt Disney a Disneyland nel 1955 circa. «E pensare che tutto è cominciato con un topo!» (Walt Disney).


L’ingresso di Disneyland. «Ero stanco di occuparmi di disegni» (Walt Disney).


Una fase del progetto di costruzione di Disneyland, nella periferia di Los Angeles, in California. «È divertente fare l’impossibile» (Walt Disney).

(*) Su Disneyland e i parchi Disney: G. Nader, op. cit., pp. 89-114; 132-158.

DISNEY E L'ARTE
DISNEY E L'ARTE
Marco Bussagli
La presente pubblicazione è dedicata a Disney e l'arte. In sommario: Un nome per sognare; L'ambiente familiare e gli esordi; Topolino e la sua banda; I capolavori: da Biancaneve a Fantasia; Disney l'americano: i racconti dello zio Tom; I grandi film: da Cenerentola a Pocahontas; Disney, fra arte e anatomia; Fra effetti speciali ed elettronica: la Pixar; I parchi di divertimento. Come tutte le monografie della collana Dossier d'art, una pubblicazione agile, ricca di belle riproduzioni a colori, completa di un utilissimo quadro cronologico e di una ricca bibliografia.