Save Italy      


valorizzare
senza intrusi

di Leonardo Piccinini

Save Italy è solo uno slogan emergenziale per casi disperati, o la sensibilizzazione è il primo passo verso una diversa coscienza del nostro patrimonio culturale? Come dobbiamo considerare i monumenti, le infinite testimonianze storiche che ci circondano? Queste domande sorgono dall’osservazione di un fenomeno di per sé non gravissimo ma significativo: l’immagine che l’Italia propone per alcuni dei luoghi fondativi della civiltà occidentale è lontanissima dalla loro reale importanza. Penso alla diffusione di tante sculture decorative disseminate come un contagio nei complessi monumentali più significativi della penisola, all’insegna di supposti “dialoghi” (sic): Igor Mitoraj a Pisa, Pompei, Agrigento; Tony Cragg al centro del mirabile corti le del Palazzo ducale di Urbino; le decine di opere disseminate qua e là per il Palatino (complesso archeologico bisognoso di ben altre cure!), fino al caso più grottesco, quello del catafalco di Adriano Veldorale che si innesta sull’antico fonte battesimale per immersione del battistero di Pistoia, celando così l’elegantissima vasca in marmi policromi di Lanfranco da Como (1226).


Il monumentale castello del Catajo in provincia di Padova potrebbe essere fronteggiato da un centro commerciale


Per di più in occasione della designazione di Pistoia a capitale italiana della cultura 2017…

Finché continueremo a non saper raccontare questi luoghi (e generare così conoscenza e approfondimenti, non solo di carattere artistico ma anche storico e filosofico) e a trattare alcuni dei vertici della cultura occidentale come semplici “location”, contenitori per artisti da nobilitare, non potremo poi stupirci dei rischi a cui essi e il resto del patrimonio italiano possono andare incontro: non si difende ciò che “non si conosce”. Come il complesso del Catajo (Battaglia Terme, Padova) ai piedi dei colli Euganei, già al centro in passato delle attenzioni di Save Italy. Da poco acquistato dal coraggioso imprenditore Sergio Cervellin (famoso per aver brevettato il Mocio Vileda) che se ne sta occupando con passione, rischia ora di trovarsi, nei terreni che lo fronteggiano, un immenso centro commerciale (60mila metri quadrati su due piani). Il Comune ha rilasciato le necessarie autorizzazioni, solo un atto ministeriale può dunque determinare la salvezza del Catajo, straordinario complesso monumentale di trecentocinquanta ambienti, la cui importanza non solo artistica ma anche museologica e storica è ancora troppo poco nota. Conoscere per valorizzare. Senza “intrusi”.

ART E DOSSIER N. 347
ART E DOSSIER N. 347
Ottobre 2017
In questo numero: AUTUNNO, TEMPO DI MOSTRE Jasper Johns a Londra, Marino Marini a Pistoia, Magritte a Bruxelles, Paul Klee a Basilea, Mägi a Roma, Caravaggio a Milano, Il Cinquecento a Firenze, I Longobardi a Pavia.Direttore: Philippe Daverio