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MONTAGNE RUSSE
PER ARAKI

di Daniele Liberanome

Alti e bassi per il fotografo giapponese Araki Nobuyoshi: quotazioni altalenanti, aggiudicazioni contenute ma il trend, forse, è in salita

Prolificissimo fotografo, fra i più noti al mondo, e dal mercato più che volatile. Nobuyoshi Araki (nato nel 1940) è infaticabile fin dai tempi in cui lavorava per le case di moda e lo è rimasto anche nel documentare gli ultimi mesi della moglie malata di cancro e poi da quando si è concentrato sulla fotografia artistica. Ma per quanto sconfinata sia la sua produzione, un fil rouge la unisce tutta: il legame con il Giappone, con la sua cultura e con le sue tradizioni anche per come sono state distorte dalle ultime generazioni. Per il resto, notevole è la varietà delle immagini, da quelle erotiche (spesso violente e scioccanti) - che talvolta lo hanno fatto considerare un maestro del genere - alle più delicate, dal colore al bianco e nero, con formati piccoli o grandi a piacere. Tutte inglobano un istante di eternità, per dirla con l’artista.

Delicata e sensuale appare From Close to Range, un grande dittico (1,3 x 1,2 m in totale). Da un lato un bouquet dai petali carnosi e sensuali, nel pieno del suo vigore, dall’altro lo stesso bouquet avvizzito e spento. È ovvio riflettere sulla caducità della vita, visto che i fiori simboleggiano fin dall’arte antica la vanità e la stoltezza di chi pensa di essere immortale. Araki, però, aggiunge un significato diverso, visto che che le due opere - unite profondamente - rappresentano le due facce della stessa medaglia, per cui non esiste fioritura senza avvizzimento, e non è possibile pensare all’iperattivo Nobuyoshi Araki senza la defunta e amata moglie Yoko. 

Il bouquet, poi, è formato da più fiori strettamente uniti come fossero una famiglia anche se nella prima immagine sono “close” - vicini - mentre nella seconda sono “range” - a distanza l’uno dall’altro, perché comunque la morte crea divisione. Il dittico risale al 1991, al primo periodo di attività di Araki, ed è fra i più ricercati sul mercato. Proposto da Phillips di New York il 1° aprile 2014, è stato aggiudicato per quasi 140mila euro, ben al di là della stima massima. Ma da allora l’opera è stata riproposta in asta altre quattro volte: in due casi non si sono trovati neppure acquirenti interessati perfino a un prezzo ben più contenuto, negli altri due invece l’aggiudicazione è avvenuta a livello ben più basso. Al massimo a 79mila euro: era il 1° luglio 2014 da Christie’s a Parigi ed erano trascorsi appena tre mesi dall’exploit registrato da Phillips. Potremmo pensare a un crollo nelle quotazioni di Araki, ma si tratta piuttosto di un andamento dei prezzi da montagne russe. Basta guardare infatti al trend dello scandaloso Yakuza, datato 1994. Raffigura una coppia che sta copulando: mentre lei, tipica geisha bianco latte, si abbandona sottomettendosi secondo la tradizionale cultura erotica giapponese, lui, colto in una posizione tutta reclinata, quasi bestiale, e con la schiena interamente tatuata di serpenti, sembra un membro della “yakuza”, la mafia giapponese. Un confronto- scontro-unione fra tradizione e modernità. L’opera è stata aggiudicata il 19 maggio 2016 da Sotheby’s a Londra per l’importante cifra di 88mila euro, rivalutandosi considerevolmente rispetto al 2009 (la stessa casa d’asta sempre a Londra l’aveva venduta quell’anno il 15 maggio per 14mila euro). Il mercato di Araki, quindi, è tutt’altro che in declino come gli insuccessi di From Close to Range potrebbero indicare.


Untitled from Colourscapes (1991).

Stessa indicazione proviene dal recente risultato di Untitled from Colourscapes, aggiudicato il 18 maggio scorso da Phillips di Londra per 51mila euro. Una donna in vestito tradizionale mangia con sensualità un pezzo di anguria. La scena si svolge per strada all’esterno, a suggerire che il mestiere della ragazza è il più antico del mondo. Le aggiudicazioni dell’opera erano risultate al solito altalenanti negli anni passati - Phillips l’aveva venduta a New York il 1° aprile 2014 per 43mila euro e tre mesi dopo a Londra, l’8 maggio, per non più di 23mila euro. Ma il trend pare complessivamente in salita, seppure i prezzi continuino a rimanere contenuti. Solo una decina di Araki sono stati acquistati per oltre 50mila euro.

Ma ecco A/FILM#3 (2006) a mostrare una realtà di mercato simile a From Close to Range. Si tratta di una serie di “lightbox”, di visori, ciascuno di circa 1 x 1,6 m ma ben diverso l’uno dall’altro. L’opera richiama la visione d’insieme di un mondo popolato da una serie di individui ciascuno con la sua dignità. Una composizione della serie è stata aggiudicata da Christie’s di Parigi il 1° aprile 2014, cioè in un anno positivo per Araki, per non più di 50mila euro. Eppure un’altra versione simile della stessa opera era stata venduta da Phillips di Londra il 3 aprile 2008 per 114mila euro. Non avevamo forse detto che il mercato di Araki era salito nel frattempo? La confusione regna sovrana, si direbbe, e in effetti il grande numero di opere sul mercato provoca prezzi non eccessivi e una situazione di instabilità, con i collezionisti che non badano a spendere una decina di migliaia di euro in più all’occorrenza. Gli scatti di Araki, però, hanno un portato artistico che mette in sottordine le confusioni, le altalene di mercato e gli amanti del genere ne dovrebbero comunque godere.


A/FILM#3 (2006).

ART E DOSSIER N. 346
ART E DOSSIER N. 346
Settembre 2017
In questo numero: GRAFICA ITALIANA La collezione Salce di Treviso; Lanerossi 1817-2017. NUOVI MUSEI Trieste: la fotografia; Messina: il Museo interdisciplinare. IN MOSTRA Intuition a Venezia, Ytalia a Firenze.Direttore: Philippe Daverio