Luoghi da conoscere. 3
Paphos e dintorni nell’isola di Cipro

SULLE TRACCE
DI AFRODITE

Capitale europea della cultura nel 2017, Paphos vanta monumenti davvero straordinari. Tra tutti le “domus”, ricche di mosaici, ma anche chiese e santuari. Sempre nell’isola di Cipro poi troviamo altri siti protetti dall’Unesco con testimonianze rappresentative della cultura d’origine e dei lunghi periodi di dominazione straniera.

Sergio Rinaldi Tufi

Paphos (o Pafo), nell’isola di Cipro, vive intensamente questo 2017 come Capitale europea della cultura. Sì, Cipro “europea”: l’isola di Afrodite, da sempre oggetto, nelle rotte mediterranee, di frequentazioni di ogni tipo, ha nel Vecchio Continente, e nella civiltà greca, un forte punto di riferimento. Già nel Neolitico sono presenti insediamenti come quello di Chirokitia (VII-VI millennio a.C.); nell’Età del bronzo (2300-1050 a.C.) s’avvia lo sfruttamento delle ricche miniere di rame.

Ma è la crisi dei centri micenei in Grecia (XV-XIII a.C.) a determinare un afflusso di rifugiati e ad avviare una forte ellenizzazione, che poi si combina con la presenza dei fenici. Si formano “regni” (città-stato), uno dei quali proprio a Paphos: ma sette re nel 707 a.C. si sottomettono all’Assiria. Dagli assiri si passa ai persiani, contro cui alcuni centri ciprioti si ribellano nel 497, insieme con le città greche d’Asia Minore. Conquistata nel 333 da Alessandro Magno, l’isola in età ellenistica (323-331 a.C.) è annessa all’Egitto dei Tolemei. Inglobata dai romani nella Cilicia (58 a.C.), diviene nel 22 a.C. provincia a sé; sarà poi evangelizzata da san Paolo e dal compagno cipriota Barnaba.

All’estremità ovest dell’isola, Paphos è oggi una nota città balneare, ma vanta anche monumenti straordinari. Al margine nord troviamo una necropoli ellenistica: le cosiddette “Tombe dei re”, attribuibili in realtà a personaggi d’alto rango di età tolemaica. Nella roccia presso il mare furono ricavate sepolture monumentali semisotterranee, di svariate forme e dimensioni. Le più importanti sono al centro: in tre di esse, un lungo corridoio conduce a un cortile porticato (robusti pilastri, oppure belle colonne doriche), su cui si aprono numerosi ambienti. In un’altra tomba non c’è un cortile, ma un edificio a dado, che un corridoio quadrato isola dalla roccia circostante. Secondo una studiosa italiana, Serenella Ensoli, che ha censito i resti rinvenuti nell’area, era il piano terreno di un alto mausoleo, visibile dal mare come un faro. Nel suo insieme la necropoli è un sito assai suggestivo, protetto dall’Unesco.


Paphos, necropoli detta “Tombe dei re” (III-II secolo a.C.), sepoltura con peristilio di ordine dorico.

A Paphos troviamo le cosiddette “Tombe dei re”, attribuibili in realtà a personaggi d’alto rango di età tolemaica


Pure protetto (sempre presso il mare, ma a sud) è il grande Parco archeologico, con monumenti soprattutto di età romana: il massimo sviluppo è nel II-III secolo d.C., ma nel IV un terremoto avvia il declino. Notevoli i resti delle mura, dell’“agorà”, di un tempio di Asclepio, di un elegante “odeion” (piccolo teatro per audizioni musicali): la fama di Paphos si deve però soprattutto alle “domus” ricche di mosaici. Nella Casa di Dioniso, che ne oblitera una di età ellenistica, si narra la saga del dio del vino (notevole il trionfo in India, su un carro trainato da pantere); vi sono anche scene raffiguranti Fedra e Ippolito (il cui amore incestuoso fu narrato da Euripide e Seneca), oppure Ganimede, giovinetto amato da Zeus, rapito in cielo dal re degli dèi trasformatosi in aquila. La Casa di Aion prende il nome dal dio del tempo eterno, raffigurato in un’ampia composizione. Nella Casa di Teseo un mosaico raffigura l’eroe che uccide il minotauro, un altro Achille e Teti, un altro ancora Poseidone: la grande “domus” (9600 mq), incentrata su un vasto cortile, forse era sede del governatore romano.

Ai margini del parco sono gli estesissimi resti della basilica cristiana della Panagia Chrysopolitissa, a cinque navate (V secolo), sulle cui rovine fu in seguito costruita la chiesina di Agia Kiriaki. Fra le colonne spicca un pilastro: qui, si narra, fu legato e fustigato san Paolo. Successivamente, come si è detto, la predicazione dell’apostolo ebbe invece successo: si convertì anche il governatore Sergio Paolo. Nell’ambito del parco scava un’équipe dell’Università di Catania diretta da Filippo Giudice: si scopre un santuario sotterraneo ellenistico di Apollo, cui nel IV secolo si sovrappose un “martyrion” dedicato al noto predicatore locale Ilarione.

Non lontano, a est, troviamo (presso l’odierna Kouklia) Palaipaphos, cioè “Antica Paphos”: antichissimo era in effetti il santuario di Afrodite, che ebbe poi notevoli sviluppi in età ellenistica e romana. A tale ultima età appartengono importanti “domus”: la Casa di Leda è nota per lo splendido mosaico (oggi a Nicosia) in cui Zeus trasformato in cigno (uno dei tanti corteggiamenti -travestimenti del re degli dèi) osserva la giovane regina di Sparta. I mosaici dell’area di Paphos sono davvero splendidi: le tessere, in questa età imperiale avanzata, sono molto grandi, ma le sfumature di colore sono raffinate e sapienti, le composizioni equilibrate, nel solco delle tradizioni ellenistiche. Gli atelier ciprioti quasi rivaleggiano con quelli, celeberrimi, di Antiochia sull’Oronte.


Particolare di affresco con teoria di santi nella chiesa di Tìmios Stavròs (Santa Croce) a Pelendri (XII-XIV secolo).

Le arti figurative non sono rappresentate nell’isola solo dai mosaici. Numerosissime sono le sculture, conservate in gran parte nel Cyprus Museum di Nicosia: il caso più sorprendente è forse raffigurato dalle duemila statue in terracotta, di varia dimensione, di agricoltori, soldati, sacerdoti, animali, che costituirono nel VI secolo a.C. il deposito votivo del santuario di Ayia Irini; di poco successivo è lo Zeus Keraunios trovato a Kition (Larnaka); fra le tante opere di età imperiale romana ricordiamo almeno la bella statuina di Afrodite proveniente da Soloi (I secolo d.C.) e l’Apollo con la cetra rinvenuto a Salamina.

In effetti non c’è solo Paphos. Un altro sito Unesco, già citato, è Chirokitia (a sud, fra Limassol e Larnaka), rarissimo esempio, nel 7000 a.C., di abitazioni circolari con fondamenta in solida muratura, disposte su un ripido pendio con complessi terrazzamenti. Presso Famagosta sono da ricordare Enkomi, che attorno al 1200 a.C. fu dotata di un piano urbanistico a scacchiera; e Salamina, con le tombe regali dell’VIII-VII secolo a.C. e con i grandi monumenti di età romana (terme-ginnasio, anfiteatro, teatro).


Rarissimo esempio di abitazione circolare con fondamenta in muratura a Chirokitia (7000 a.C. circa).

Presso Nicosia, Tamassos è nota per le miniere di rame, ma anche per due splendide tombe, di poco più recenti di quelle di Salamina: semplici ed eleganti camere funerarie a cui si scende con una breve rampa. Presso Larnaka sono i resti della fenicia Kition: spiccano quelli del tempio di Astarte. Presso Limassol, a est sono i ruderi di Amatunte (città fenicia, poi ellenistico-romana: ben riconoscibile l’“agorà”), e a ovest quelli del santuario di Apollo Hylatis: celebre in tutto il mondo antico, fu fondato nell’VIII secolo a.C. Non lontano, a Kourion, ecco grandi monumenti pubblici (teatro, “agorà”), e ancora “domus” con bei mosaici: quella di Achille, quella dei Gladiatori, e la villa di Eustolio, con notevoli terme.

Dopo la fine dell’età romana, continuano sull’isola le presenze straniere: attacchi arabi, poi dominazione bizantina, quindi Riccardo Cuor di Leone, i Templari, Guido di Lusignano (già re del regno crociato di Gerusalemme). Fra il 1498 e il 1571 è la volta di Venezia, che costruisce fra l’altro mura possenti a Nicosia e Famagosta: qui però il comandante Bragadin, dopo un assedio di dieci mesi, deve arrendersi ai turchi ottomani ed è barbaramente ucciso. La dominazione ottomana dura fino al 1925, quando l’isola diviene colonia britannica: tale rimane fino al 1957, non senza oppositori, come l’arcivescovo Makarios che aspira a una riunificazione con la Grecia. Nel 1957 l’Onu riconosce l’indipendenza, Makarios è presidente, ma c’è tensione fra etnia greca e turca: peggiorerà con il regime dei Colonnelli, che nel 1974 tenteranno anche qui un colpo di stato, dando il pretesto alla Turchia per occupare Cipro Nord. Dopo oltre quarant’anni, la situazione non si sblocca, simboleggiata dal “muro di Nicosia”. Anche se c’è muro e muro: questa barriera non è troppo possente, le guardie non sono Vopos. Ma la divisione perdura.

Numerose le testimonianze di tutte queste fasi: fra i castelli citiamo quello semplice e poderoso di Kolossi presso Limassol, dove Riccardo Cuor di Leone sposò Berengaria di Navarra; e quelli di Limassol, Paphos e Larnaka, collocati a guardia dei rispettivi porti. Quanto ai luoghi di culto, già nel V secolo a Paphos (come s’è visto), a Kourion e a Salamina sorgono enormi chiese; a partire dal VI secolo, si diffondono soprattutto sui monti Trodos piccoli edifici con meravigliosi affreschi. Chiaro è l’influsso bizantino: resterà vivo anche nei secoli seguenti. Dopo Paphos e Chirokitia, è questa la terza realtà cipriota (una tipologia monumentale, non un singolo sito) patrocinata dall’Unesco: ricordiamo la chiesina di Tìmios Stavròs a Pelendri e quelle di Panagia tou Arata, Galata, Panagia Amasgou; su grande scala, è ricca di splendidi affreschi anche la cattedrale di San Giovanni a Nicosia, dove inoltre (cosa frequente durante la dominazione ottomana) la chiesa gotica di Santa Maria fu trasformata nella moschea Omeriye. Non vi sono solo edifici sacri: sempre a Nicosia, ma oltre il “muro”, spicca il bel caravanserraglio di Buyuk Han, luogo simbolo della Cipro ottomana


Statua di Apollo con la cetra eseguita nel II secolo d.C., ispirata a schemi iconografici del V-IV secolo a.C.

Il caravanserraglio di Buyuk Han a Nicosia costruito nel 1572.


Il castello di Kolossi realizzato nel XIII secolo, rifatto nel XIV secolo.

ART E DOSSIER N. 346
ART E DOSSIER N. 346
Settembre 2017
In questo numero: GRAFICA ITALIANA La collezione Salce di Treviso; Lanerossi 1817-2017. NUOVI MUSEI Trieste: la fotografia; Messina: il Museo interdisciplinare. IN MOSTRA Intuition a Venezia, Ytalia a Firenze.Direttore: Philippe Daverio