Finestre sull'Arte


la reggia di Caserta:
locomotiva di sviluppo

Intervista di Federico D. Giannini

Direttore, se dovessimo stilare un rapido bilancio, quali potrebbero essere i punti salienti?

Il bilancio è molto buono, e i punti salienti potrebbero essere tre. Primo: abbiamo cominciato a liberare la Reggia da funzioni improprie, e si tratta di un piano che entro il 2020 dovrebbe consegnare l’intera Reggia a funzioni culturali ed educative. Secondo: abbiamo concluso una prima fase di restauri e abbiamo già i finanziamenti per la seconda. Terzo: abbiamo fatto tornare la Reggia al centro dell’attenzione, riuscendo a ottenere un significativo incremento dei visitatori. Ci sono però anche aspetti negativi, soprattutto nella qualità dei servizi: nella sua vita ordinaria, la Reggia di Caserta è ancora un monumento affaticato e non è fresco e scattante come vorrei.


Sull’incremento dei visitatori: il dibattito attuale parla di numeri ma anche di qualità, quindi fino a che punto dobbiamo considerare positiva la crescita dei visitatori?

I numeri in crescita sono certamente un dato positivo in sé, da non commentare. Il problema semmai è un altro. Dovremmo domandarci: dato che in tanti vanno a visitare i musei, che cosa imparano? Quello sui numeri è un dibattito pieno di insidie logiche. Certo è che il museo non dev’essere un’esperienza “aristocratica”, elitaria: dev’essere anche un’esperienza popolare. Anzi, io direi che in una società democratica l’accesso ai musei, senza distinzioni di cultura, classe, genere e provenienza sociale dovrebbe essere al centro della discussione: e qui posso dire che anche noi abbiamo fatto poco.


«Non siamo una burocrazia chiusa che diffida del privato, ma una burocrazia aperta, che spalanca le porte e facilita la vita», così si esprime Mauro Felicori, direttore della Reggia di Caserta

Comunque sembra che sia stata intrapresa una certa strada. La sua direzione ha puntato molto sugli eventi. Qual è il messaggio che volete lanciare?

A essere onesto, io non ho puntato molto sugli eventi, ma ho puntato sull’apertura della Reggia verso chi presenta progetti per gli eventi. Il messaggio che abbiamo lanciato è questo: noi non siamo produttori di eventi perché abbiamo altre priorità. Ma nei confronti di chi ha dei progetti, noi non siamo una burocrazia chiusa, che fa ostruzionismo, che diffida del privato, delle associazioni, delle imprese: siamo una burocrazia intelligente, aperta, che spalanca le porte e facilita la vita. E abbiamo dimostrato che lo Stato non deve soltanto fare, ma può anche aiutare a fare.


Questa apertura ha però fatto sorgere delle critiche, nel senso che c’è chi la rimprovera per certe “concessioni” alle ragioni del commercio...

Le critiche su questo argomento, sì, sono diverse, ma non le prendo neanche seriamente in considerazione. Sul merchandising, per esempio: ogni museo del mondo avanzato ha delle linee di merchandising al cui cospetto i nostri primi tentativi sono come vagiti di un neonato.


Credo che abbia torto chi pensa che la cultura e l’economia non abbiano rapporti: chi pensa questo dovrebbe domandarsi se noi paghiamo gli stipendi con chiacchiere o con denaro.


Lasciamoci con un’ultima domanda sul futuro: come vede la Reggia di Caserta tra un anno o due?

Ciò che veramente mi interessa è riuscire a vedere una Reggia che possa creare lavoro ed economia nel territorio. Già oggi, col milione di euro in più che abbiamo fatto registrare lo scorso anno, abbiamo fatto assumere venti persone. Siamo però solo agli inizi: abbiamo grandi margini, possiamo diventare locomotiva di sviluppo, creare lavoro qualificato al Sud, creare turismo. Quello che mi piacerebbe vedere tra un anno, insieme a un incremento dei numeri della Reggia, è anche un incremento percentuale del Pil di Caserta.

ART E DOSSIER N. 346
ART E DOSSIER N. 346
Settembre 2017
In questo numero: GRAFICA ITALIANA La collezione Salce di Treviso; Lanerossi 1817-2017. NUOVI MUSEI Trieste: la fotografia; Messina: il Museo interdisciplinare. IN MOSTRA Intuition a Venezia, Ytalia a Firenze.Direttore: Philippe Daverio