Arte contemporanea


Biennale
di Istanbul

Cristina Baldacci

Se nella vostra città o altrove nel mondo doveste incappare in un cartellone che vi domanda se è un buon vicino qualcuno che si è appena trasferito nel vostro quartiere, oppure un estraneo di cui non avete timore, non siete davanti a una pubblicità progresso ma a un progetto d’arte pubblica. Nate dalla collaborazione tra il fotografo Lukas Wassmann, il designer Rupert Smyth e il duo scandinavo Elmgreen & Dragset, queste immagini, che rappresentano curiosi e inaspettati incontri, sono state diffuse internazionalmente per sensibilizzare su un tema che riguarda da vicino tutte le comunità e che è stato scelto come motivo conduttore della prossima Biennale di Istanbul: la convivenza tra i popoli.


Nell’era della globalizzazione e migrazione, Elmgreen & Dragset, curatori della 15. Biennale di Instanbul, si chiedono come sta cambiando il nostro modo di vivere

A curare la mostra sono gli stessi Elmgreen & Dragset, che, con il titolo A Good Neighbour, hanno scelto di soffermarsi sui concetti chiave di “casa”, come sinonimo di identità multipla e anche di creatività, e di “vicinato” per indagare come sta cambiando il nostro modo di vivere in quest’era di globalizzazione e migrazione.

La coppia ha alle spalle una lunga lista di progetti curatoriali mai scontati e sempre intelligentemente provocatori, tra cui The Collectors nel doppio padiglione della Norvegia e dei Paesi Nordici alla Biennale di Venezia del 2009 e A Space Called Public, nel 2013, per le strade di Monaco di Baviera. Come rivelano i titoli, queste mostre hanno messo in questione forme e ruoli del collezionismo e della committenza, da un lato, e modalità e significati dell’arte pubblica, dall’altro. La Biennale di Istanbul non sarà da meno: si preannuncia costellata da sfide al pensiero e alla morale comune, e pertanto ricca di spunti di riflessione. 


I due artisti-curatori hanno cominciato con il sovvertire il normale uso e funzione degli spazi scelti come sedi della mostra. Due casi in particolare valgono come esemplificativi. Il luogo normalmente designato alla produzione artistica, lo studio di un collettivo locale nel distretto di Beyog˘ lu, diventerà un ambiente espositivo, dove però si potrà accedere soltanto a piccoli gruppi. Mentre l’hammam Küçük Mustafa Pas¸a, spazio tra i più interessanti della Biennale, sia per la sua storia - è uno dei più antichi bagni di Istanbul -, sia per la sua architettura in stile ottomano tardo quattrocentesco, subirà un capovolgimento. Nella parte femminile esporrà un artista uomo, in quella maschile un’artista donna, con un evidente richiamo metaforico alla promiscuità delle identità sessuali e dei rispettivi ruoli socio-culturali.

Biennale di Istanbul

Istanbul, sedi varie
dal 16 settembre al 12 novembre
http://bienal.iksv.org/

ART E DOSSIER N. 346
ART E DOSSIER N. 346
Settembre 2017
In questo numero: GRAFICA ITALIANA La collezione Salce di Treviso; Lanerossi 1817-2017. NUOVI MUSEI Trieste: la fotografia; Messina: il Museo interdisciplinare. IN MOSTRA Intuition a Venezia, Ytalia a Firenze.Direttore: Philippe Daverio