BASCHENIS NELLA CRITICA
DEL SUO TEMPO

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n’eco dell’incondizionato successo riscosso dalle nature morte di Baschenis si ricava dal trionfalistico elogio indirizzatogli nel 1675, lui ancora vivente, dallo scrittore-panegirista Antonio Lupis: «Al signor D. Evaristo Baschenis. Bergamo. Il dipinger di V.S. è arrivato a quel colmo, che può dare la perfezione, e l’ultima isquisitezza dell’arte. Con i suoi delineamenti ha vinto la proprietà della Natura & ha ridotto a far favellare le tele. […] Splendore cittadino del Brembo. Vaga Pompa delle Gallerie, emulo degli antichi Apelli, e luce moderna di Zeusi. Il pennello di V.S. tinge con la meraviglia, & erudisce i disegni con la vivacità degli oggetti. Ne parla Roma con le memorie virtuose delle sue pitture, ne discorre Fiorenza nell’idee del suo colorito, ne rimbomba Venetia nelle delicatezze de la sua mano, e celebra Torino i prodigiosi tratti delle sue maniere» (A. Lupis, Il Plico, Milano 1675, p. 294).
L’insistenza sulle qualità illusionistiche della sua pittura, fedele al dettato ottico-visivo secondo la lezione dei pittori lombardi della realtà e di Caravaggio in particolare, torna nella sintetica ma pregnante memoria tributata al pittore pochi mesi dopo la sua morte, nel 1677, dallo storico bergamasco Donato Calvi, un colto monaco agostiniano, fondatore della locale Accademia degli Eccitati, che ebbe modo di frequentarlo: «Evaristo Baschenis Sacerdote ultimamente estinto resosi nel dipinger al naturale oggetti specialmente inanimati singolare, & nel rappresentar li stromenti, & figure dell’arti liberali impareggiabile, velocemente caminò per la via dell’immortalità» (D. Calvi, Effemeride Sagro-Profana di quanto di memorabile sia successo in Bergamo..., III, Milano 1677).
È una testimonianza importante non solo perché espressa da un’influente personalità della cultura cittadina ma anche perché autorizza una lettura delle opere del pittore, campione nel «dipingere al naturale» (cioè dal vero), come rappresentazioni delle arti liberali. Un suggerimento che sembra attagliarsi perfettamente alla Natura morta di strumenti musicali con statuetta dell’Accademia Carrara di Bergamo in cui gli strumenti in proscenio (un’arpa, una mandola, un liuto attiorbato e un violino in rappresentanza della Musica) adagiati su un tavolo sovrastato da un sontuoso tendaggio di broccato, si accompagnano a un calamaio con penna e libri (la Poesia, la Letteratura) e a una statuetta simile al San Sebastiano di Alessandro Vittoria, simboleggiante la Scultura e, per estensione, il Disegno come pratica accademica e base dell’invenzione artistica.


Natura morta di cucina (1660 circa).

Natura morta di strumenti musicali con statuetta (1660 circa); Bergamo, Accademia Carrara.

BASCHENIS
BASCHENIS
Enrico De Pascale e Giorgio Ferraris
La presente pubblicazione è dedicata a Evaristo Baschenis (Bergamo 1617 - Bergamo 1677). In sommario: Il Prevarisco. Un pittore, sacerdote, musicista; Musica e società nell'epoca di Baschenis; Nell'atelier dell'artista; Baschenis nella critica del suo tempo; La cronologia delle opere. Ipotesi e indizi; La Maniera bergamasca; La riscoperta in età moderna. Come tutte le monografie della collana Dossier d'art, una pubblicazione agile, ricca di belle riproduzioni a colori, completa di un utilissimo quadro cronologico e di una ricca bibliografia.