Save Italy


la Storia,questa sconosciuta

di Leonardo Piccinini

Risorgimento, questo sconosciuto. O meglio: la Storia, questa sconosciuta. Eppure, se vogliamo davvero prenderci cura del patrimonio culturale non possiamo prescindere dal valore storico che le pietre, i monumenti, le pitture conservano e tramandano: solo una coscienza del nostro passato, nei suoi momenti gloriosi e anche in quelli più bui, può far sorgere un senso di appartenenza alla comunità, di cittadinanza. Il caso di Modena, ricca (secondo ogni classifica) e civile città del Nord, è in questo senso emblematico. Il recente ritrovamento (in Marocco!) della notevole pala di Guercino Madonna con san Giovanni evangelista e san Gregorio taumaturgo (1630), rubata nel 2014, è stato per alcuni giorni motivo di festa tra i modenesi: sui giornali locali il dibattito verteva su chi fosse il proprietario del dipinto (la Curia, lo Stato, il Comune) e sulla conseguente destinazione finale, una volta riconsegnata l’opera. Ovviamente è la chiesa di San Vincenzo, il cui accesso è negato da anni ai visitatori, e dal cui altare l’opera fu facilmente sottratta, vista anche la disattenzione dei responsabili (l’impianto d’allarme era disattivato). Modena è parte dell’Italia unita da poco più di centocinquant’anni: per due secoli e mezzo fu capitale di un ducato, quello degli Estensi, ai quali apparteneva da altri tre secoli. Eppure proprio San Vincenzo, costruita nel 1617 (quale migliore anniversario…) dai teatini su modello della romana Sant’Andrea della Valle, sede del pantheon ducale (con le tombe di duchi e principi della casata) è clamorosamente (e inspiegabilmente) proibita al visitatore. Ma c’è di peggio: la chiusura, da oltre ventisei anni, del Museo civico del Risorgimento, che custodisce la memoria di uno dei protagonisti più illustri di quel periodo, Ciro Menotti. Un patrimonio importantissimo, un tempo esposto nelle sale di Palazzo dei musei e ora, da troppi anni, conservato in magazzino. Ciro Menotti, figura luminosa del progressismo liberale, giovane leone della borghesia nascente e oppositore dell’asfittica gestione ducale, è così dimenticato e il suo museo annullato. Un museo certamente non vistoso, probabilmente incapace di realizzare grandi numeri; eppure, come già ammoniva quarant’anni fa Franco Russoli, storico direttore di Brera: «Il museo è il posto in cui una persona è libera perché informata».


La facciata del Museo civico del Risorgimento di Modena


Vassoio con scena popolare della rivolta modenese del 24 agosto 1848.


Un affronto alla nostra memoria: chiuso da oltre ventisei anni il Museo civico del Risorgimento di Modena


Manifattura francese, Ritratto di Enrico Cialdini (1840-1860).

ART E DOSSIER N. 343
ART E DOSSIER N. 343
MAGGIO 2017
In questo numero: BIENNALE DI VENEZIA Tutto quel che c'è da vedere con un'intervista alla curatrice, Christine Macel. OTTOCENTO FELIX La Parigi domestica della borghesia. SAVE ITALY Bilancio di secoli di arte venduta. IN MOSTRA Mondrian all'Aja, Modigliani a Genova, Monet a Basilea, Boldini a Roma.Direttore: Philippe Daverio