ACQUA

A sei anni, mentre è in vacanza in montagna, il piccolo Bill cerca di imitare un cugino che si tuffa in un lago ma, ancora troppo piccolo, non trattiene il respiro e finisce sul fondo; sarebbe annegato se lo zio non lo avesse provvidenzialmente tirato fuori dall’acqua.

Nonostante il pericolo Bill non percepisce una sensazione di paura, anzi, quell’esperienza sarà per l’artista il ricordo più bello della sua vita. Lo star seduto «come un Buddha» sul fondo e ammirare il mondo subacqueo, con piante, pesci, una luce blu diffusa lo rese così incantato dalla bellezza di ciò che vide sott’acqua, che solo dopo il salvataggio realizzò l’accaduto. Questo episodio infantile segna profondamente l’esistenza e la poetica dell’artista, portandolo a esplorare visivamente il concetto dell’immersione nell’immagine e a lavorare insistentemente su scene di corpi immersi nell’acqua.

«Da allora l’acqua è centrale nel mio mondo. È la vita ma può anche distruggerla, mi aiuta a dire: “vai oltre la superficie delle cose, punta alla loro anima”»(3).

A seguito di quest’esperienza primaria - una vera e propria “Urszene” - Viola è attirato dall’acqua e la inserisce come elemento fondamentale in molte sue opere. Per esempio, un riferimento a quell’incidente acquatico si trova nell’emblematico autoritratto Self Portrait, Submerged (2013) destinato alla collezione degli autoritratti degli Uffizi.

L’acqua costituisce un elemento creativo fondamentale per Viola sin dall’importantissimo video giovanile The Reflecting Pool, in cui l’acqua è superficie che riflette e velo deformante, fino alle opere successive (The Crossing, The Messenger, Five Angels for the Millennium, Going Forth By Day, Ocean Without a Shore, The Innocents tra le altre) dove l’acqua diventa elemento cosmico.




The Crossing (La traversata) (1996); 10’57’’, installazione video-audio.

The Reflecting Pool (1977-1979) è un vero e proprio manifesto dell’arte elettronica. In esso Viola esplora caratteristiche e potenzialità del medium video e concentra le principali tematiche che svilupperà in seguito: manipolazione del tempo, rapporto dell’uomo con il mondo, riflessione sull’immagine, acqua come simbolo di purificazione e di avvicinamento a un percorso iniziatico. Un uomo esce da un bosco, si ferma davanti a una piscina e di lui si vedono sia il corpo che il riflesso sull’acqua. Spicca un salto per tuffarsi vestito, e la sua immagine rimane bloccata; mentre per lui il tempo si arresta, la superficie dell’acqua registra eventi percepibili sia come movimenti della superficie che come riflessi, che non includono però quello del suo corpo che gradualmente scompare, per riapparire in mezzo alla vasca. Ne esce, adesso nudo, per allontanarsi nel bosco da cui è venuto. La realizzazione del video è stata, in epoca pre-digitale, estremamente complessa, e ha richiesto una camera fissa e diverse riprese fatte dissolvere l’una sull’altra per ottenere la transizione delle immagini ricercata e sottolineare la complessità della percezione.


The Reflecting Pool (Vasca riflettente) (1977-1979); 7’, videotape a colori con audio.

Momento di svolta della produzione di Bill Viola è The Crossing (1996), in cui l’immagine di un uomo - un attore somigliante all’artista - proiettata su un grande schermo avanza in uno spazio buio e, quando sta per riempire l’inquadratura, si ferma e fissa lo spettatore. Ai suoi piedi compare una fiamma votiva, il fuoco divampa, si diffonde sul pavimento e poi risale il corpo. Mentre un suono fragoroso satura lo spazio, la figura viene inghiottita da un vampata violenta, che poi si placa lasciando qualche fiammella sul pavimento, poi l’immagine torna nera e il ciclo si ripete. Dall’altro lato dello schermo avanza una sagoma umana simile alla prima. Anch’essa si ferma e improvvisamente un fiotto d’acqua sgorga sulla sua testa e si trasforma in una cascata che l’inonda mentre un suono assordante riempie l’ambiente. La cascata si placa riducendosi a qualche goccia che cade sul pavimento, ma la sagoma è scomparsa e anche questo lato dello schermo ridiventa nero con una ciclicità che si ripete senza interruzione. Si assiste dunque al violento annientamento a opera delle forze naturali opposte di fuoco e acqua, necessario per raggiungere la trascendenza, in un’installazione che per la grandiosità, il forte contrasto tra luce e buio, il suono potente, ha le caratteristiche di uno spettacolo teatrale barocco.


Sul set di The Crossing, hangar dell’aeroporto di Van Nuys, California, 1996.


Per le riprese Viola scelse l’ampio spazio dell’hangar di un aeroporto poiché l’interprete doveva avvicinarsi alla telecamera da lontano. L’acqua venne fatta scendere con un’intensità che aumentava gradualmente: dalle poche gocce iniziali guadagnava via via pressione, fino a riversarsi come un torrente sull’attore Phil Esposito, che scompariva prima che lo scroscio si placasse.

L’acqua è protagonista anche nel più recente Tempest. The Raft (2004), dove diciannove personaggi vengono colpiti da un getto d’acqua violentissimo: alcuni sono travolti subito, altri si oppongono, ma nessuno comprende il motivo del devastante diluvio - che rimanda alle raffigurazioni rinascimentali dei diluvi universali, quali l’affresco di Paolo Uccello a Santa Maria Novella a Firenze - come si deduce dalle espressioni quasi agoniche dei volti. Il getto si placa lentamente e i componenti del gruppo si rialzano aiutandosi reciprocamente.

Acceptance (2008) fa invece parte della serie Transfigurations (Trasfigurazioni), che riflette sullo scorrere del tempo e sul processo di trasformazione dell’interiorità umana utilizzando l’acqua come metafora. Da uno spazio buio, in un bianco e nero sgranato, una donna si avvicina lentamente a una barriera invisibile. Il suo passaggio attraverso la soglia acquea tra vita e morte è violento, e la donna si espone con riluttanza alla luce mentre si trasforma in un essere vivente. Questa nascita è per lei un risveglio doloroso e quando giunge il momento di fare ritorno, scompare lentamente nel buio confortante dell’eternità che l’attende dall’altra parte.


The Crossing (La traversata) (1996); 10’57’’, installazione video-audio.


Acceptance (Accettazione) (2008); 8’14”, video in bianco e nero con audio.

(3) Bill Viola in P. Russo, Viola, tour italiano tra acqua e deserto, in “La Repubblica”, 22 dicembre 2013, p. 51.

BILL VIOLA
BILL VIOLA
Arturo Galansino
La presente pubblicazione è dedicata a Bill Viola. In sommario: Acqua; Firenze; Camera oscura e miraggi; Passato/Presente; Nascita, morte, immortalità. Come tutte le monografie della collana Dossier d'art, una pubblicazione agile, ricca di belle riproduzioni a colori, completa di un utilissimo quadro cronologico e di una ricca bibliografia.CartaceoeBook