«Le prime testimonianze di proiezioni tramite foro stenopeico risalgono alla Cina antica del V secolo a.C., ma solo nel IX secolo d.C. la tecnologia venne descritta in maniera esaustiva. Quando finalmente raggiunse l’Europa, esercitò una profonda influenza sull’arte e sulla scienza. Nel Seicento, per esempio, Vermeer e i colleghi olandesi usavano le camere oscure per comporre le loro immagini. L’idea è quella di una stanza che funzioni come l’occhio umano. Tutta la luce esterna viene schermata a eccezione di un foro stenopeico praticato nella parete. La parete opposta della stanza oscurata diventa uno schermo di proiezione per un’ampia immagine del mondo esterno in movimento, a colori e ad alta risoluzione. L’immagine è invertita, naturalmente: capovolta, come sulla retina. […] Erano stanze di immagini - i cinesi le chiamavano “stanze del tesoro sotto chiave” - in cui la gente poteva entrare per conoscere la meraviglia e il fascino dell’immagine artificiale»(9).
«Le videoproiezioni successive, che sperimentai ampiamente negli anni Settanta, sono la versione meccanizzata della camera oscura. E il fenomeno di un’immagine in tempo reale liberata dalla superficie della retina e ampliata su scala architettonica era avvincente per me quanto doveva esserlo per gli osservatori nella Cina del IX secolo o nell’Olanda seicentesca. Facendo esperimenti con una camera oscura artigianale e le videoproiezioni, compresi il concetto della stanza come strumento. Ero cresciuto con la nozione implicita della stanza come contenitore, e di colpo mi trovai in un ambiente vivo e dinamico in cui le pareti e lo spazio vuoto che delimitavano erano parte attiva dell’esperienza. In un lampo, quello che era lo sfondo passò in primo piano; era un’inversione del senso comune che non mi ha più abbandonato»(10).
Queste riflessioni sui fenomeni ottici si trovano già nei video risalenti agli anni Settanta. Nel 1974 Viola visita la valle della Morte nel deserto di Mojave in California; è il suo primo impatto con questi paesaggi riarsi, che avranno una profonda influenza sul suo lavoro.