(7) A Parigi, Camillo va a vedere animali selvatici in un serraglio con Luigi Alamanni, che è il cardinale di Lorena, e altri gentiluomini. Un leone scappa e si dirige verso gli astanti: «I quali spaventati subito fuggirono, chi qua e chi là, salvo messer Giulio Camillo, il quale, non già per far prova di sé, ma per gravità del corpo, che lo rendeva un poco più tardo degli altri, ivi rimase, ché non puoté fuggire e si fermò senza punto muoversi. Il re degli animali incominciò andargli d’intorno e fargli carezze, senza molestarlo altrimenti; onde fu poi cacciato al suo loco. Che direte di questo, perché non fosse morto? Non per altro fu stimato che restasse sano, se non per essere sotto il pianeta del sole» (G. Betussi, Il Raverta, Venezia 1544, ed. a cura di G. Zonta, Bari 1912, p. 133).
(8) Nello stesso anno in cui nasce Lotto.
(9) Camillo vuole rappresentare, per mezzo di luoghi mentali e materiali al contempo, un alfabeto universale comprensivo di tutte le arti e le scienze. L’edificio della memoria rappresenta la quintessenza armonica dell’universo, in una visione unitaria, per mezzo di simboli e di cartigli distribuiti in sette ordini o gradi. Al fruitore viene fornita la chiave universale per accedere allo scibile della tradizione, attraverso la retorica classica, la memoria artificiale, e per mezzo di ogni linguaggio e di ogni scienza.
(10) Erasmus, Epistolae (1530-1532), IX, a cura di P. S. Allen et al., Oxford 1938, p. 479; F. A. Yates, L’arte della memoria, Torino 1972, p. 122.
(11) Nel testamento del 1528, Lotto è citato come testimone assieme ad Alessandro Citolini da Serravalle, mentre Giulio Camillo Delminio è nominato come erede universale dei beni dell’architetto bolognese. Cfr. L. Olivato, Per Serlio a Venezia. Documenti nuovi e documenti rivistati, in “Arte Veneta”, XXV, 1971, pp. 284-291.
(12) Cfr. Erasmus, Epistolae, X, cit., pp. 29-30.
(13) T. Tasso, La Cavaletta, overo della poesia Toscana, in Dialoghi, a cura di E. Raimondi, Firenze 1958, II, pp. 661-63.
(14) L. Ariosto, Orlando furioso, XLVI, 12.
(15) Cfr. M. Zanchi, Quasi un teatro della memoria, in “Art e Dossier”, n. 253, marzo 2009, pp. 64-69; In principio sarà il Sole. Il coro simbolico di Lorenzo Lotto, Firenze 2016.
(16) L. Lotto, Libro di spese diverse, a cura di P. Zampetti, Firenze 1969, pp. 18, 19, 68, 69, 112, 188, 190, 304; F. Cortesi Bosco, Il coro intarsiato di Lotto e Capoferri per Santa Maria Maggiore in Bergamo, Milano 1987, p. 137.
(17) «Significato la vita activa e la contemplativa con meditatione spirituale levarsi da le cose terrene», «significata la vita activa e contemplativa per haver ne li piedi un jugo et nel rostro il segno caduceo» (L. Lotto, op. cit., pp. 188, 190).