Storie a strisce


PERCHÉ LEGGEREI FUMETTI

di Sergio Rossi

«Ma cosa ci trovi in quelle vignette?». 

Credo che qualunque lettore di fumetti abbia sentito rivolgersi questa domanda una volta nella vita. E non sempre da una qualche maestra o professoressa che ci aveva beccato con un giornaletto nella cartella o sotto il banco: più spesso da amici, fidanzate o fidanzati, mogli e mariti e anche figli, che vedono con crescente preoccupazione quei parallelepipedi di carta rilegata chiamati libri a fumetti sotto il nostro braccio, senza domandarsi se queste storie e questi autori, spesso considerati a torto dei “minus habens” della cultura, non abbiano invece molti più livelli di lettura di quanto si creda. Questo perché il vero adepto del fumetto, alla stregua del fanatico cinematografico, non si accontenta solo delle opere dei maestri, ma vuole leggere tutto, e quando dico tutto intendo davvero “tutto”: dai manga ai supereroi, dai graphic novel alle strisce giornaliere. Poi magari dopo si scarta, ma, appunto, “dopo”. E anche quando si lascia in edicola o in libreria questo o quel fumetto, rimane sempre il dubbio se si è fatto bene oppure no. È vero che in parte c’entra la patologia del possesso, in parte accade perché il vero fumettofago sa che una pepita d’oro si può nascondere ovunque, anche nella storia più commerciale o più improbabile. 

Questo Claudio Calia lo sa bene: nonostante la sua biografia artistica lo abbia portato a occuparsi più di reportage a fumetti che di storie di finzione - basti pensare ai suoi libri (quasi tutti editi da Becco Giallo) su Porto Marghera, il dossier Tav, la vicenda umana e politica di Toni Negri, la storia dei centri sociali italiani, tutti raccontati con uno stile fatto di bianchi e neri netti, più scrittura che disegno - Claudio è un fumettofago della prima ora, le cui letture spaziano dai classici di inizio XX secolo alle ultime autoproduzioni, passando per i grandi personaggi popolari (Topolino, Asterix, Dylan Dog ecc.), i supereroi e maestri come Pratt, Muñoz, Mattotti e tanti altri. E, come tutti i fumettofagi, Calia sa anche che, nonostante il successo dei film e dei serial tratti da fumetti (come Avengers o The Walking Dead) realizzati anche da grandi registi (come Sam Mendes per Era mio padre, tratto dal graphic novel di Max Allan Collins e Richard Piers Rayner), e la presenza di autori come Gipi o Zerocalcare al Premio Strega, la domanda fatidica «Ma cosa ci trovi in quelle vignette» è ancora nell’aria. È anche per questo che ha realizzato questo Leggere i fumetti (128 pagine in bianco e nero, brossurato, Becco Giallo editore): in apparenza un saggio sul fumetto, in realtà un percorso del tutto personale e arbitrario in cui, come avverte l’autore all’inizio, non si trova indicato cosa leggere e cosa non leggere, ma invece un atto d’amore nei confronti di un linguaggio le cui storie hanno dato le parole e le immagini per fare ordine dentro di sé, per dare un nome e una forma alle cose del mondo sia interiore sia esteriore. E non importa che questo sia avvenuto leggendo l’ultima puntata di una saga di supereroi tra le più vendute e commerciali del pianeta o tra le pagine dell’ultimo lavoro del grande maestro: l’epifania è avvenuta, ed è questo che dà valore a quella storia, e null’altro. Per questo Calia non solo ci fa da guida disegnandosi all’interno ma si appropria delle storie che cita ridisegnandone alcune vignette con il suo stile, dando in più anche delle dritte precise e puntuali sulla nascita e lo sviluppo del linguaggio del fumetto e dei suoi autori. Leggere i fumetti non è quindi un altro volume di storia del fumetto, come potrebbe far pensare il sottotitolo, e non propone neppure un canone fumettistico alla Harold Bloom, come da molti è stato equivocato lamentando a torto la mancanza di questo o quel fumetto, oppure il giudizio dato dall’autore a quello specifico fumettista. È un’opera che vuole mostrare cosa si perde a non leggere i fumetti, e poco importa se i gusti di chi legge non coincidono con quelli dell’autore: l’importante è spezzare il muro di indifferenza e silenzio che circonda ancora oggi le opere a fumetti, e non per fare in modo che tutti leggano le stesse cose, ma perché ognuno possa trovare anche in quelle vignette le parole e le immagini per dare forma a sé e al proprio mondo.


La copertina di Leggere i fumetti, di Claudio Calia, Becco Giallo Editore, Padova 2016.

Alcune tavole di Leggere i fumetti, di Claudio Calia, Becco Giallo Editore, Padova 2016.


Alcune tavole di Leggere i fumetti, di Claudio Calia, Becco Giallo Editore, Padova 2016.


Alcune tavole di Leggere i fumetti, di Claudio Calia, Becco Giallo Editore, Padova 2016.

Alcune tavole di Leggere i fumetti, di Claudio Calia, Becco Giallo Editore, Padova 2016.


Alcune tavole di Leggere i fumetti, di Claudio Calia, Becco Giallo Editore, Padova 2016.


Alcune tavole di Leggere i fumetti, di Claudio Calia, Becco Giallo Editore, Padova 2016.

Approfondimenti in rete:

sito di Claudio Calia
www.claudiocalia.it

sito di Becco Giallo edizioni
http://main.beccogiallo.net

sito del libro Leggere i fumetti
www.beccogiallo.org/shop/169-leggere-i-fumetti.html

ART E DOSSIER N. 339
ART E DOSSIER N. 339
GENNAIO 2017
In questo numero: ARTE, PASSIONE, POTERE Kokoschka e Alma Mahler: una relazione tormentata. I Gentileschi: un rapporto spezzato. Gesmar e le dive Belle Epoque. IN MOSTRA Fabre a San Pietroburgo, Liberty a Reggio Emilia, Ottocento italiano a Viareggio, Scrittura mesopotamica a Venezia.Direttore: Philippe Daverio