Grandi mostre. 6
Dietro la tenda a Düsseldorf

VEDO
NON VEDO

Un’importante mostra al Kunstpalast racconta il gioco dell’occultamento e dello svelamento nell’arte dal Rinascimento fino a oggi.

Ilaria Ferraris

La superficie della tela è quasi completamente occupata dalla rappresentazione realistica di una tenda bianca. In alto sbuca un braccio femminile nudo, la mano sostiene i lunghi capelli biondi; in basso, si intravede un piede. Il titolo del quadro, Venere che sorge dal mare. Un inganno, del 1822 circa, di Raphaelle Peale (Kansas City, Nelson- Atkins Museum), racconta la scena in atto, ma noi non possiamo vederla. Eccesso di pudicizia nel mostrare la nudità della dea? Malizioso sberleffo?

Il dipinto è fra le oltre duecento opere esposte nella mostra Dietro la tenda. Nascondimento e rivelazione dal Rinascimento in poi, da Tiziano a Christo, con importanti prestiti da musei internazionali e collezioni private. Attraverso un percorso tematico che affianca opere antiche e contemporanee - fra le altre, di El Greco, Tiziano, Tintoretto, Rembrandt, Delacroix, Vuillard, Magritte, Richter, Christo, Sherman, dal dipinto alla scultura, alla fotografia, all’installazione -, la mostra indaga le diverse modalità di rappresentare un oggetto in apparenza banale, un telo di tessuto steso davanti o sopra qualcosa per nascondere o proteggere dalla vista, totalmente o solo in parte: una tenda, ma anche un drappo, una stoffa, un velo. 

Il tessuto è però facilmente rimovibile: il gesto di scostarlo offre allo sguardo l’oggetto nascosto e permette così il momento dell’epifania, della rivelazione.

Questa peculiarità mette in luce la natura ambigua e ambivalente della tenda: all’occultamento, all’esclusione, si accompagna infatti il mistero, a cui seguono la curiosità, l’immaginazione, il desiderio di svelare ciò che non si vede, aprendo un ampio numero di possibilità allusive e simboliche, oltre che espressive.

Premessa della mostra è il racconto di Plinio (Naturalis Historia 35, 65-66) della gara tra Zeusi e Parrasio: fra i due celebri pittori greci era sorta una competizione su chi fosse il più bravo; a Zeusi, che aveva raffigurato dell’uva con tale verosimiglianza da attirare gli uccelli, Parrasio mostrò una tenda dipinta così bene che Zeusi chiese di scostarla per poter vedere il dipinto sottostante. Accorgendosi del trucco, dovette ammettere la propria sconfitta: la sua uva aveva ingannato gli uccelli, la tenda del rivale aveva ingannato un pittore. Era stato il desiderio di svelamento a rendere efficace l’espediente di Parrasio: proprio intorno a questa tensione tra mistero e desiderio si articola l’esposizione, dagli esercizi illusionistici dei pittori rinascimentali, alle allusioni erotiche nel momento in cui la tenda si apre sugli spazi più intimi della vita quotidiano (la camera da letto per esempio), fino alle rappresentazioni simboliche nell’arte sacra (il velo della Veronica, la tenda come confine tra sacro e profano, il baldacchino che evidenzia, e allo stesso tempo protegge, la sacra conversazione). Un drappo di stoffa svela il corpo di Diana ad Atteone, segnando così il destino del giovane cacciatore, o protegge la nudità di Susanna al bagno, esasperando il desiderio dei vecchioni, ma è anche quello che offre allo sguardo, ed evidenzia, il corpo della Nuda Veritas. 


Tiziano, Ritratto di Filippo Archinto (1558), Filadelfia, Philadelphia Museum of Art.

Nel ritratto celebrativo, stoffe e tendaggi fanno parte del cerimoniale legato alla rappresentazione del potere, con la separazione netta del protagonista dallo sfondo e l’esaltazione della sua unicità. Emblematico, a questo proposito, il Ritratto di Filippo Archinto di Tiziano, in cui un velo copre la metà della figura seduta, dallo sguardo penetrante, sospesa tra apparizione e sparizione.

Dopo aver incorniciato i segreti degli interni borghesi di fine Ottocento, tra impressionismo e modernismo, la tenda si schiude sull’immaginario onirico dei surrealisti e raggiunge valenze fino ad allora inesplorate nella rappresentazione dello spazio e della persona. La seconda parte della mostra, interamente incentrata sull’arte del XX secolo fino al contemporaneo, con opere anche di ampie dimensioni, mostra il sorgere di nuove tecniche e di inedite traslazioni di significato. La tenda, diventata essa stessa l’oggetto dello svelamento, continua a interrogarci sulla direzione del nostro sguardo e sulle riflessioni, e i desideri, che lo accompagnano.

Hinter dem Vorhang.
Verhüllung und Enthüllung seit der Renaissance.
Von Tizian bis Christo

a cura di Beat Wismer e Claudia Blümle
Düsseldorf, Museum Kunstpalast
fino al 22 gennaio 2017

www.smkp.de

ART E DOSSIER N. 338
ART E DOSSIER N. 338
DICEMBRE 2016
In questo numero: PHILIPPE DAVERIO: la volta che mostrai a Warhol il Cenacolo di Leonardo. AI WEIWEI: l'intervista. IN MOSTRA Dietro la tenda a Düsseldorf, Miniature a Venezia, Rubens a Milano, Tancredi a Venezia, Warhol a Genova, Lindbergh a Rotterdam, Bob Wilson a Varese.Direttore: Philippe Daverio