Camera con vista      


STILL LIFE

di Luca Antoccia

Questa rubrica a un certo punto si doveva chiamare Still life. Voleva occuparsi del ruolo della fotografia e dell’immagine pittorica nel cinema e conteneva un omaggio a uno dei più ricchi e suggestivi film degli ultimi anni. Certo, in Still Life (2013, di Uberto Pasolini) niente di nuovo e sconvolgente sull’uso delle foto nel cinema. Eppure, la storia di un funzionario londinese addetto alla ricerca dei parenti di morti non reclamati da nessuno, per allestire loro un funerale, inscrive la foto in un percorso biografico esistenziale e spirituale originale e commovente. La storia d’amore con una ragazza appena abbozzata e troncata nel finale riceve proprio attraverso l’ossessione delle fotografie, capaci di sprigionare una ricerca di senso e di verità, uno spessore filmico notevole. Come se a Blow up di Antonioni (la comune ambientazione londinese di prati e mattoni, cadaveri e foto) si aggiungesse il tocco di un Kieślowski. O come se ai silenzi e all’incomunicabilità del regista ferrarese rispondesse una metafisica degli oggetti e delle nature morte che ricordano Morandi. Il cinema di Pasolini (alla sua opera seconda, dopo aver prodotto film come Full Monty e Palookaville) è in realtà un cinema né inglese né italiano, felicemente spiazzante e inattuale. Un cinema apolide, come l’autore, uno di quei film che capitano una volta ogni dieci anni. L’attore protagonista, Eddie Marsan, riesce col viso e la recitazione straniata (un incrocio tra il Buster Keaton di Film ed Edward G. Robinson) a trasmettere un senso di panico di fronte alla realtà e alle immagini, un senso di disagio che alimenta il cinema e lo sguardo dello spettatore, il suo è un volto che non ci si stanca di guardare e di interrogare forse perché il segreto fascino del suo sguardo è che pare venire da una lontananza siderale. Solo le foto delle persone defunte (e della cui memoria si prende cura) rispondono al suo desiderio di sapere, di capire e di vedere che sono nel film una cosa unica e preziosa. Un film per chi ama il cinema e ciò che solo il cinema può dare. E per chi ama la sua arte.

ART E DOSSIER N. 335
ART E DOSSIER N. 335
SETTEMBRE 2016
In questo numero: UNA FANTASTICA REALTA' Piero di Cosimo e il nord; Lamba, pittrice surrealista; Reims incide Bellmer. GRANDE GUERRA Le incisioni di De Groux. IN MOSTRA O'Keeffe a Londra, Il sogno a Marsiglia.Direttore: Philippe Daverio