CATALOGHI E LIBRI

SETTEMBRE 2016

ROBERT MAPPLETHORPE

Non è un libro per benpensanti o per gli omofobi, dato che questa biografia su Robert Mapplethorpe, o meglio queste memorie, frammentate in ventuno scatti, rievocano con franchezza ma senza irriverenza, nonostante gli argomenti “vietati ai minori”, la figura del più trasgressivo fotografo americano degli anni Settanta-Ottanta, morto nel 1989 a quarantadue anni di Aids. L’autore è un noto e ormai attempato intellettuale californiano, docente universitario ed editore di cultura gay, Jack Fritscher, amico intimo di Mapplethorpe (“Roberto”, come ogni tanto lo chiamava), che frequentò fra New York e San Francisco. Su di lui e con lui, avrebbe dovuto scrivere un libro, che mai fu fatto. Dopo la morte dell’amico, Fritscher pubblicò invece, nel 1994, questo Assault With a Deadly Camera, ora ben tradotto da Nicoletta Poo e riproposto con minimi tagli e variazioni, d’accordo con l’autore. Un libro che ci è piaciuto molto, divertente e ironico, poetico e paradossalmente candido. Lo apprezzerà, crediamo, non solo chi abbia memoria della cultura americana gay nella sua Golden Age pre-Aids, fra la San Francisco dei movimenti di liberazione e la New York pop di Andy Warhol & co., ma anche chi in Italia ricorda, nel 1983, le stanze quasi buie di Palazzo Fortuny, con la prima mostra europea dedicata a Mapplethorpe (con l’indimenticabile, raffinato catalogo Idea Books, che pubblicò anche un libro con le fotografie sulla culturista Lisa Lyon, prefato da Bruce Chatwin). All’inaugurazione veneziana Mapplethorpe fu accolto dai coraggiosi curatori del museo, Silvio Fuso e Sandro Mescola. E fu subito scandalo. Ecco dunque un libro per chi è di un’altra generazione, o semplicemente vuole conoscere più a fondo gli aspetti umani di un giovane artista pieno di fascino, talvolta paragonato a Jim Morrison, al quale anche somigliava, «urbano, disinvolto, classico», amico, anzi giovane amante della grande Patti Smith, e allo stesso tempo frequentatore, con tutto se stesso, con la sua Hasselblad, dei luoghi gay più estremi.

Jack Fritscher Johan & Levi, Milano 2016 350 pp.; 19 ill. b.n. € 28

WILLIAM KENTRIDGE

In agosto a Okahandja, in Namibia, confluiscono ogni anno gli eredi degli herero sopravvissuti, per commemorare il loro genocidio perpetrato dal governo tedesco nel 1904. Anni fa ricercai, in un assolato campo solitario della ex cittadina coloniale, la tomba del loro eroe. Mai avrei immaginato di ritrovare notizia di quello sterminio, dai più dimenticato, in un libro di lezioni sul disegno di un noto artista nato nel 1955. Nelle sei magistrali lezioni tenute da William Kentridge nel 2012 all’Università di Harvard qui ripubblicate, l’eclettico artista sudafricano spazia con inaudita serie di connessioni logiche da Platone alle rivolte coloniali, dal Flauto magico di Mozart (di cui ha curato una produzione) alle stragi di Pol Pot in Cambogia, dalle ombre cinesi al cinematografo. E molto molto altro. Un libro irripetibile che fa venir voglia d’incontrarne l ’autore.


Johan & Levi, Milano 2016 160 pp.; 120 ill. colore e b.n. € 24

LA RAGAZZA DELLE FRAGOLE

Nel maggio del 2012 una delle quattro versioni dell’arcinoto Urlo di Edvard Munch, l’unica ancora in mano a un privato (il padre del proprietario, norvegese, era stato amico dell’artista scandinavo), fu venduta da Sotheby’s a New York per la cifra di 119,9 milioni di dollari, record che superò perfino l’asta miliardaria di un dipinto di Picasso. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, pur avendo vissuto un forte disagio esistenziale e continue crisi nervose, Munch morì nel 1944 a quasi ottant’anni, in una tenuta vastissima, e in ottime condizioni economiche. Lisa Strømme, autrice di questo delicato e intenso romanzo ispirato a un episodio poco noto della vita del pittore, vive in Norvegia, pur essendo nata in Inghilterra. Tutti i norvegesi conoscono Munch, un’eroica attrazione turistica per il paese, come spiega nella postfazione, ma lei gli si è avvicinata solo in occasione dell’asta milionaria, per poi dedicargli questo libro, dopo una serie avvincente di ricerche biografiche e storiche e soprattutto dopo essere approdata nell’affascinante villaggio di Åsgårdstrand, sui fiordi del Mare del Nord, vicino a Oslo, dove il trentenne Munch trascorse, già famoso ma emarginato, l’estate del 1893. L’operazione che ha fatto la Strømme in questo romanzo, che è oltretutto la sua prima opera letteraria, è encomiabile. Prima di addentrarsi nella lettura di una storia densa di poesia e di sapienti intrecci psicologici, vale la pena leggere la postfazione, che spiega ciò che di vero e ciò che di pura invenzione c’è in questa appassionata rievocazione di un complicato rapporto d’amore, ma anche di un’intesa artistica. Venti opere di Munch, opportunamente elencate in ordine di apparizione in una lista finale, appaiono come quadri o scene, nel corso del romanzo. E alla fine la Strømme spiega anche quali sono, per esigenze narrative, le incongruenze cronologiche del suo racconto e la realtà storica.


Lisa Strømme Giunti, Firenze 2016 320 pp. €14; ebook, formato kindle: € 7,99

SACRO CONTEMPORANEO

La nostra è una società sempre più razionalista e laicizzata, senza dubbio meno legata alla liturgia e all’idea del sacro, rispetto all’immensa diffusione e incidenza che questa ha avuto sulla vita nella storia passata. Oggi è ancora possibile raffigurare il divino nell’arte? C’è una relazione fra il sacro e l’arte contemporanea? E un dialogo è ancora possibile? Poco meno di un anno fa si è occupato di questi temi il critico d’arte Demetrio Paparoni (Cristo e l’ impronta dell’arte. Il divino e la sua rappresentazione nell’arte di ieri e di oggi, Skira 2015), sviluppando una sorta di sintesi sull’idea di sacro nell’arte del passato per giungere alle problematiche relative alla sua raffigurazione nell’arte contemporanea. Esce adesso, curato da una valente storica della filosofia, questo interessante libro che dopo un excursus estetico-filosofico affronta l’argomento sotto forma di alcune interviste ad artisti italiani di diverse generazioni (Stefano Arienti, Giovanni Chiaramonte, Marco Cingolani, Davide Coltro, Michele Dolz, Nicola Evangelisti, Andrea Mastrovito, Mimmo Paladino, Rodolfo Papa, Mario Raciti, Gian Maria Tosatti, Valentino Vago) oltre a un “cammeo” del marchigiano Enzo Cucchi, nonché a critici e filosofi, cattolici e non (Timothy Verdon, Andrea Dall’Asta, Elio Franzini, Elena Pontiggia, Francesco Tedeschi, Giuliano Zanchi). La questione, di vastissima portata, non ha risposte certe, ovviamente, ma offre un ampio spettro di vedute, alle quali fa seguito la conclusione dell’autrice, come l’invito «a un dialogo che non deve esaurirsi di fronte al giudizio estetico ». La difficoltà di definire l’arte sacra contemporanea è proprio ciò che ha spinto la Ferri a quest’indagine, da considerare come il «punto di partenza per un dibattito, o per un dialogo, o per un’analisi della categoria del “sacro contemporaneo”, vale a dire del “sacro” nell’arte oggi, in quell’arte che si consideri in grado di parlare di “sacro” al cristiano e al non cristiano, al credente e al non credente».


Michela Beatrice Ferri Ancora, Milano 2016 184 pp. € 18

ART E DOSSIER N. 335
ART E DOSSIER N. 335
SETTEMBRE 2016
In questo numero: UNA FANTASTICA REALTA' Piero di Cosimo e il nord; Lamba, pittrice surrealista; Reims incide Bellmer. GRANDE GUERRA Le incisioni di De Groux. IN MOSTRA O'Keeffe a Londra, Il sogno a Marsiglia.Direttore: Philippe Daverio