È vero che i numeri non sono tutto, ma non si può fare a meno di osservare come siano loro gli artisti più abbondantemente documentati nel libro di Roh, esemplificando bene attraverso le proprie opere le diverse sfumature dell’idea originaria di realismo magico.
Il pittore meglio rappresentato, da ben cinque quadri, è Walter Spies; su di lui si ritornerà più avanti. Hanno poi quattro pezzi ciascuno Carlo Mense, Georg Schrimpf, Alexander Kanoldt e Othon Coubine, tre tedeschi e un pittore dell’École de Paris: Ottokar Kubin era sì nato in Moravia, sotto l’impero austro-ungarico, ma si era trasferito a Parigi nel 1912, francesizzando nome e cognome. Proprio del 1925 è la sua affermazione parigina con una mostra personale nella Galerie Guiot; Roh ne rimarca la dolce musicalità, presentandolo con un quadro (Pastore) e tre incisioni di malinconica intonazione.