Cortoon


ferri corti, medi, lunghi

di Luca Antoccia

È una grande opportunità vedere il cinema di Luca Ferri. Meritoria l’iniziativa a febbraio della Cineteca nazionale di Roma che ha presentato la retrospettiva quasi completa dei suoi film. Regista sperimentale e indipendente (Franco Piavoli con cui ha collaborato in Habitat e Augusto Tretti sono tra i suoi riferimenti), esordisce nel 2011 con il mediometraggio Magog (o epifania del barbagianni), cui seguono Kaputt/katastrophe, Ecce Ubu e Habitat. Abacuc nel 2014 segna l’esordio nel lungometraggio e nel circuito delle sale. Seguono altri quattro corti di cui si dirà in parte più avanti. Ma è nell’unico lungometraggio che meglio si possono intuire intenzioni e possibilità di un filmaker straordinariamente interessato al paesaggio e all’architettura. In uno stralunato paesaggio lombardo fatto di architettura industriale e cimiteriale si aggira il protagonista Dario Bacis, assediato anche dai versi e dalle musiche stranianti e raggelate di Dario Agazzi. Bacis pare una specie di Fatty Arbuckle (grande star comica del cinema muto) ma come destrutturata da Beckett e messa in scena da Ciprì e Maresco, in una Waste Land padana. È una meditazione sulla vita offesa che chiama a raccolta Thomas Bernhard e Adorno, i grandi architetti lombardi Terragni e Mattioni (cui è dedicato Ridotto Mattioni, corto del 2015) e perfino Enrico Baj, omaggiato sul suo sepolcro. Alleati per sostenere uno sguardo su un’Italia da salvare dal suo destino residuale (Ferri in un’intervista cita Oliviero Toscani e Philippe Daverio e la loro lotta per il paesaggio italiano). Ma il problema non è solo italiano e il recente corto Una società di servizi, film totalmente senza parole, girato in un centro commerciale a Tokyo, lascia sconvolti per l’assenza di interazioni umane e l’ambigua ieraticità/ asetticità delle architetture. Esseri umani di sesso incerto e privi di oralità (spesso le bocche sono coperte da mascherine) sembrano muoversi attorno a un “personaggio” immobile e inquietante fatto di tubi al neon e colori pop. I non-luoghi di Augé appaiono quasi desiderabili al confronto di iperluoghi come questo. Tornare all’avanguardia algida e affilata come un bisturi di Cane caro, altro film di Ferri del 2015, può allora persino dare sollievo perché vi si riconosce pur sempre il grande falò mai del tutto estinto dei valori umanistici.


Frame dal film di Luca Ferri: Abacuc (2015).


Frame dal film di Luca Ferri: Una società di servizi (2015);

ART E DOSSIER N. 332
ART E DOSSIER N. 332
MAGGIO 2016
In questo numero: LA VERTIGINE DELL'ACCUMULO Wunderkammer e collezionismi seriali. LA CUCINA E' ARTE?. BENI CULTURALI: il punto sulla riforma. EROINE E CONCUBINE: il mondo di Delacroix in mostra a Londra. IN MOSTRA Boccioni a Milano, Imagine a Venezia, Dimitrijevic a Torino.Direttore: Philippe Daverio