Finestre sull'Arte


rivoli e gam:la fusione di due anime

intervista di Federico Giannini

Al Castello di Rivoli dal 2002 al 2009, come curatrice prima e direttrice poi, torna ora in Piemonte: quali sono le sue sensazioni dopo questa lunga assenza? 

Già, sono stata via sei anni: il tempo è volato! La ragione principale della mia partecipazione al concorso e della mia intenzione a rientrare era la prospettiva di una unione tra la GAM - Galleria civica di arte moderna e contemporanea di Torino e il Castello di Rivoli, che è quanto di più strano si possa pensare: GAM è un museo della città, che fa capo alla Fondazione Torino Musei, il Castello di Rivoli è un museo della Regione, e poi è fuori città, è una reggia sabauda. Due musei del tutto diversi: l’uno con una collezione che va dal Settecento a oggi, l’altro con una stupenda raccolta contemporanea, composta da opere alla cui acquisizione ho anche contribuito personalmente. 

Due musei, dunque, dalle anime molto diverse.

Sì, questa fusione è una sfida: la GAM è un museo di grande divulgazione dell’arte, è al centro della città, molto amato dai torinesi, più “popular”, adatto per mostre di grandi numeri. Il Castello di Rivoli invece è un museo di eccellenza nel mondo internazionale dell’arte contemporanea, legato alla ricerca, con un dipartimento di educazione molto valido e con una programmazione curatoriale all’avanguardia. 

A Rivoli si parte con tre mostre interessanti: Giovanni Anselmo, Ed Atkins e Wael Shawky. Quali sono le ragioni di questa scelta? 

Uno dei criteri è stato approfondire il lavoro di artisti ai quali sono molto interessata e coi quali avevo lavorato alla 14. Biennale di Instanbul. Anselmo è un artista già famoso a livello internazionale come esponente dell’Arte povera, mai protagonista di una monografica in un museo pubblico in Piemonte, a casa sua, e l’ho scelto perché credo che ora come ora sia il personaggio di maggior richiamo per i giovani artisti in giro per il mondo, per la sua capacità di indagare la relazione tra visibile e invisibile, tra materiale e immateriale: temi molto attuali. Lo stesso Atkins mi ha chiesto di Anselmo: lui è un artista giovane, che fa bellissimi lavori realizzando immagini con la webcam che poi altera in installazioni con proiezioni molteplici in uno spazio. La mostra di Atkins tra l’altro è frutto di una collaborazione con la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, aspetto che vorrei evidenziare perché mi fa piacere lavorare insieme ad altri musei torinesi. Il terzo artista, Shawky, è a oggi il più importante nel panorama arabo odierno. E il suo profilo è di grandissima attualità: con tutti i problemi che sussistono tra il mondo europeo e quello arabo credo che la funzione di un museo di arte contemporanea sia anche quello di mostrare un dialogo tra le diverse culture. 

Anche il percorso espositivo del Castello di Rivoli conoscerà dei cambiamenti.

Sì, la collezione stessa è parte del programma: al Castello di Rivoli c’è un itinerario totalmente nuovo (Novecento di Maurizio Cattelan, per esempio, torna nella sala in cui si è trovato per tanto tempo). Il percorso con le opere di William Kentridge, Bruce Nauman, Dan Graham, Lili Dujourie, Francis Alÿs è una sorta di mostra realizzata con le opere della collezione: è tutto un piano del Castello allestito attorno alla problematica di cosa fa un artista. Anche la programmazione della collezione è parte del programma delle mostre: non vedo differenze. 

Rispetto al Castello di Rivoli, la GAM ha un’anima più “popular”. E proprio una mostra dal carattere marcatamente “pop” è stata quella su Monet. Per il futuro ci saranno iniziative simili oppure ci sarà anche altro? 

Continueremo a fare mostre capaci di attrarre un grande pubblico. In particolare Organismi, in corso fino a settembre, indaga le possibili relazioni tra le prospettive organicistiche del tardo XIX e primo XX secolo (Liberty e Art Nouveau), e le visioni biocentriche di oggi, tra arte e architettura. In autunno sarà la volta di Colori, una grande esposizione nata dal recente ritrovamento di ventuno gouache originali di Annie Besant che presentano immagini composte da forme e colori con un preciso significato e costituiscono il primo esempio di arte astratta del Novecento, anticipando quindi gli albori dell’astrattismo.


Torna in Piemonte Carolyn Christov- Bakargiev la nuova direttrice di GAM e del Castello di Rivoli


Carolyn Christov-Bakargiev, americana, classe 1957, è tra i più stimati curatori di arte contemporanea a livello internazionale, nominata direttrice della GAM di Torino e del Castello di Rivoli il 1° gennaio 2016.

ART E DOSSIER N. 332
ART E DOSSIER N. 332
MAGGIO 2016
In questo numero: LA VERTIGINE DELL'ACCUMULO Wunderkammer e collezionismi seriali. LA CUCINA E' ARTE?. BENI CULTURALI: il punto sulla riforma. EROINE E CONCUBINE: il mondo di Delacroix in mostra a Londra. IN MOSTRA Boccioni a Milano, Imagine a Venezia, Dimitrijevic a Torino.Direttore: Philippe Daverio