Arte contemporanea


FriezeProjects

Cristina Baldacci

Torna, come programma speciale dell’omonima e attesissima fiera di arte contemporanea newyorchese che inaugura il 5 maggio, Frieze Projects, curato da Cecilia Alemani, che avevamo intervistato qualche anno fa in occasione della sua nomina a direttore artistico della High Line (“Art e Dossier”, Arte pubblica sulla High Line, marzo 2012, n. 286, p. 14). 

Ad accomunare le due iniziative, oltre alla curatrice, è l’indirizzo no-profit incentrato sull’arte pubblica: anche le opere per Frieze Projects sono infatti concepite come interventi site-specific in spazi collettivi. Se per la High Line il contesto è quello della vecchia ferrovia sopraelevata, in questo caso i luoghi sono ritagliati all’interno e all’esterno della fiera, in quel lembo di terra sull’East River, il Randall’s Island Park, che separa il quartiere di Harlem (Manhattan) da quello di Astoria (Queens). 

Oltre a favorire il dialogo con la dimensione pubblica, Frieze Projects promuove installazioni scultoree speciali e oversize - non sempre facilmente commissionabili - e linguaggi artistici inusuali per una fiera, come performance corali e azioni “clandestine” (non rivelate né annunciate in anticipo). 

Quest’anno i progetti proposti sono sei, tra cui due pensati come omaggi a esperienze e personaggi del passato che, per lungimiranza e modernità, hanno ancora qualcosa da insegnarci. Per il primo dei due tributi, l’artista Anthea Hamilton si è ispirata all’architetto e designer milanese Mario Bellini, inventore, tra le altre cose, della visionaria macchina Kar-A-Sutra, di cui proporrà una sua personale reinterpretazione equipaggiata con tanto di performer che ne mostreranno funzionalità e abitabilità. Realizzata in stile razionalista nel 1972 - con Cassina e la collaborazione di Pirelli e Citroën - per la mostra Italy: the New Domestic Landscape al MoMA, la quattro ruote di Bellini non andò in produzione. In anticipo sui tempi, il prototipo è però rimasto esemplare per le future monovolume e, come dimostra il revival della Hamilton, anche una fonte di ispirazione per ambiti al di fuori del design. Maurizio Cattelan ricorda invece la Daniel Newburg Gallery, che a New York, dal 1984 al 1994, fu il trampolino di lancio per molti giovani artisti internazionali, tra cui lui stesso. Per ora il suo progetto è ancora avvolto dal mistero: bisognerà aspettare l’apertura della fiera per scoprire se il suo sarà un “remake/reenactment” dell’ultima mostra in galleria, che segnò il suo esordio negli Stati Uniti, oppure un omaggio di diversa forma. 

Riguardo agli altri progetti sappiamo che Alex Da Corte collocherà all’ingresso nord della fiera un enorme pallone gonfiabile. Mosso dal vento, questo richiamo ironico e ludico davanti alla kermesse apparirà anche come elemento estraneo (quasi un intruso) al cospetto del paesaggio. Sempre all’esterno dei padiglioni, Eduardo Navarro orchestrerà un’azione in cui uno squadrone di performer o “clouds followers” indosserà specchi rotondi per catturare porzioni di cielo e nuvole. David Horvitz e Heather Phillipson interverranno all’interno della fiera: l’uno incaricando un borseggiatore professionista di infilare, senza farsi notare, nelle tasche e nelle borse dei visitatori piccole sculture; l’altra costellando i padiglioni di oggetti multisensoriali per ripensare forma, uso e ricezione di uno spazio normalmente neutro, a cui, all’infuori degli stand dove sono esposte le opere, nessuno dà mai particolare attenzione.


Installazioni oversize, performance corali e azioni “clandestine” sono al centro di Frieze Projects 2016


Heather Phillipson, Eat Here (2015).

Frieze Projects/Frieze Art Fair

dal 5 all’8 maggio
New York, Randall’s Island Park
http://friezenewyork.com

ART E DOSSIER N. 332
ART E DOSSIER N. 332
MAGGIO 2016
In questo numero: LA VERTIGINE DELL'ACCUMULO Wunderkammer e collezionismi seriali. LA CUCINA E' ARTE?. BENI CULTURALI: il punto sulla riforma. EROINE E CONCUBINE: il mondo di Delacroix in mostra a Londra. IN MOSTRA Boccioni a Milano, Imagine a Venezia, Dimitrijevic a Torino.Direttore: Philippe Daverio