In tendenza


veneziacon vista

di Daniele Liberanome

L’andamento delle quotazioni dei vedutisti meno noti pare altalenante, contradditorio, ma la realtà è ben diversa.

Canaletto, Bellotto e Guardi non sono i soli vedutisti veneziani a essere scambiati sul mercato con una certa frequenza e a prezzi di buon livello; ce ne sono altri, avvicinabili anche da chi non è un magnate. L’andamento delle loro quotazioni pare altalenante, contraddittorio, quasi che ognuno faccia storia a sé, ma la realtà è ben diversa. 

Luca Carlevaris (1663-1731), considerato il padre del genere, aveva iniziato a cimentarsi con le vedute veneziane fin dai primi anni del Settecento, diventando famoso e ricercato dai nobili della laguna, ma cadde presto nell’oblio a causa dell’allievo Canaletto. Il suo top lot, Venezia, veduta del molo verso Occidente, tipico per l’insistenza sugli effetti prospettici e per l’accento sulla vita mondana, è stato aggiudicato da Sotheby’s a Londra per circa 3,2 milioni di euro. Ma questo accadeva oltre un decennio fa, il 7 luglio 2005, e da allora gli invenduti sono risultati numerosi e i prezzi medi in caduta libera, con l’eccezione di un’altra Vista del molo di Venezia da ovest aggiudicata per quasi 3 milioni di euro da Christie’s (New York, 26 gennaio 2011). 

A ben guardare, però, i pezzi interessanti di Carlevaris offerti di recente in asta e accolti con freddezza dai collezionisti sono stati pochi: gli insuccessi hanno riguardato perlopiù capricci o vedute di Roma, che poco caratterizzano Carlevaris. 

E quando è arrivata una veduta veneziana le stesse case d’asta hanno scelto valori di riferimento più contenuti. Lempertz ha stimato solo 300-400mila euro una Veduta di Venezia con la piazzetta di San Marco e Palazzo ducale, riuscendo poi a raccogliere 470mila euro (Colonia, 16 novembre 2013). 

Il mercato di Michele Marieschi (1710- 1744), altro vedutista di spessore, ha un andamento in apparenza ben diverso. Va detto che le sue opere autografe o di certa attribuzione sono decisamente più rare rispetto a quelle di Carlevaris, perché morì a trentaquattro anni e da giovane non subito si dedicò alle vedute. Per di più, le opere di Marieschi piacciono perché si riconoscono a occhio nudo per il loro colore più vivo e la materia particolarmente corposa. Fatto sta che di recente è piuttosto popolare nelle sale d’asta. Il top lot di Marieschi, Venezia, il bacino di San Marco guardando verso Palazzo ducale e la piazzetta è stato aggiudicato un anno e mezzo fa circa, il 9 luglio 2014, da Sotheby’s di Londra per 2,8 milioni di euro. Pare quindi in controtendenza rispetto a Carlevaris. Ma a ben guardare, il prezzo di quel top lot ha sorpreso un po’ tutti: la stima era di quattro volte più bassa, influenzata dall’insuccesso patito da un’altra tela molto simile di Marieschi, che la stessa Sotheby’s di Londra non era riuscita a vendere il 30 gennaio di quell’anno. E un altro dipinto ancora, quasi identico a quelli appena descritti, con lo stesso titolo dell’opera proposta da Sotheby’s nel 2014, è stato poi aggiudicato da Christie’s il 2 dicembre 2014 a Londra per una cifra ben più contenuta, 820mila euro. 

Insomma quei 2,8 milioni di euro non rappresentano il mercato di Marieschi. Casomai è da notare che le quotazioni superiori al milione sono più frequenti in Marieschi che in Carlevaris, e che vengono raggiunte con una certa frequenza anche negli ultimi anni - come Venezia, vista di piazza San Marco con l’uscita in piazzetta del doge Pietro Grimani il 30 giugno 1741 (Sotheby’s, Londra, 4 dicembre 2013, venduta per 1,4 milioni di euro). Ma resta il solito disinteresse per i capricci o i soggetti non tipicamente veneziani, e i prezzi perlopiù variano attorno al mezzo milione di euro, anche se con frequenti puntate più in alto che non troviamo in Carlevaris. 

La situazione cambia poco analizzando il mercato di un altro vedutista minore, che non si dedicò prevalentemente a Venezia, ossia di Antonio Joli de Dipi (1700-1777). Da girovago qual era ritrasse diverse capitali europee inclusa Londra - fatto che i collezionisti d’Oltremanica apprezzano assai - e un buon numero di perle d’arte italiane come Roma, Napoli e Firenze. Lo stile, per l’insistenza sugli elementi prospettici ricorda Carlevaris, ma con un atteggiamento molto più distaccato verso la vita sociale e un’attenzione maggiore alla luminosità prodotta soprattutto dai cieli azzurri, reminiscenza dei paesaggi di scuola romana. Fra le vedute della laguna è stata apprezzata soprattutto Venezia, vista del bacino di San Marco con la piazzetta e il Palazzo ducale che Sotheby’s di Londra è stata capace di aggiudicare a 1,3 milioni di euro nel lontano 13 dicembre 2001. A quei tempi fece scalpore, perché la stima era circa un terzo, ossia appena al di sotto dei soliti 500mila euro. 

Del resto questo è il prezzo massimo delle pochissime vedute veneziane di Joli de Dipi che da allora sono comparse in asta, se si fa eccezione per il lotto aggiudicato da Christie’s di Londra il 3 luglio 2012 per quasi 800mila euro, ma si trattava di una coppia di tele. 

Il mercato, quindi, si muove nello stesso modo per tutti i vedutisti “minori”: valori statici da tempo perlopiù attorno al mezzo milione di euro (qualcosa in più per Marieschi e in meno per Dipi) con qualche sortita superiore al milione, e grande importanza del soggetto, preferibilmente uno scorcio di San Marco. Seguendo questa falsariga è possibile pagare un equo prezzo per splendide vedute veneziane, seppur non firmate dai nomi più noti.


Luca Carlevaris, Venezia, veduta del molo verso Occidente (per le opere che figurano in questo articolo non sono state fornite dalle fonti datazioni ufficiali).


Michele Marieschi, Venezia, il bacino di San Marco guardando verso Palazzo ducale e la piazzetta.


Di Antonio Joli de Dipi, tela, Veduta di San Giorgio Maggiore;


Di Antonio Joli de Dipi, tela, Veduta del Bucintoro.

ART E DOSSIER N. 330
ART E DOSSIER N. 330
MARZO 2016
In questo numero: VENEZIA DOCET Un pittore per il re d'Etiopia; La maniera veneta; Il libro e la pittura; L'oriente di Zecchin. PALMIRA I ritratti sopravvissuti allo scempio. IN MOSTRA Schiavone, Manuzio, Giardini, Art Brut.Direttore: Philippe Daverio