Grandi mostre. 4
Aldo Manuzio e il Rinascimento veneziano

la pennae il pennello

Nel quinto centenario della morte di Aldo Manuzio, le Gallerie dell’Accademia di Venezia dedicano all’umanista e celebre stampatore un’esposizione, di prossima apertura, qui illustrata da uno dei curatori.
Un’occasione per mettere in relazione la nascita dell’editoria moderna con la grande pittura del Cinquecento.

Guido Beltramini

Vi ricordate il tempo in cui i computer erano grandi come stanze? Non li portavamo in tasca e non potevamo accedere a ogni informazione (e - purtroppo - essere raggiungibili) in qualsiasi momento. 

Ecco, ora provate a immaginare un mondo in cui i libri sono oggetti pesanti di grandi dimensioni, difficilmente trasportabili. Non escono dalle aule universitarie dove sono letti in gruppo, ad alta voce. Già esistono libri di piccolo formato, ma sono di carattere religioso, e non potete portare con voi l’Odissea di Omero, per esempio, o l’Eneide di Virgilio. 

Bene: i libri di Aldo Manuzio cambiarono il mondo quanto, se non più, degli smartphone di Steve Jobs. 

Manuzio concepì dei libri di piccolo formato dove inserì solamente i testi degli autori, senza appesantirli con note o commenti. In questo modo uscirono dalle aule universitarie per entrare nella vita di tutti i giorni: fu possibile portarli sempre con sé e leggerli nei momenti liberi. 

La lettura divenne personale, muta, mentale. Consentì un dialogo intimo con l’autore, un’esperienza interiore. Il geniale design del nuovo libro-oggetto non si limitò al formato. Manuzio inventò un carattere corsivo che imitava la “bella scrittura” a mano e aggiungeva un tocco di raffinatezza al prodotto. Il “classico tascabile” diventò subito un complemento indispensabile per uomini e donne di mondo, venduto a carissimo prezzo. Tutto questo sul piano del librooggetto: ma Manuzio fu molto di più, e i suoi testi introdussero nella cultura del Rinascimento veneziano le pietre angolari di una nuova cultura classica che a Venezia, tradizionale porta fra Oriente e Occidente, fu basata sul greco, oltre che sul latino. 


Venezia esce da un lungo Medioevo e vede l’affermarsi di una stagione nuova


Ma cosa c’entra tutto questo con una mostra d’arte? C’entra perché nella mostra Aldo Manuzio. Il rinascimento di Venezia (Venezia, Gallerie dell’Accademia, 19 marzo - 19 giugno) il geniale editore è come il prisma che scompone la luce e consente di leggere lo spettro completo di un momento cruciale in cui Venezia esce definitivamente da un lungo Medioevo e vede l’affermarsi di una stagione nuova che ha per protagonisti pittori come Giovanni Bellini, Carpaccio, Dürer, Giorgione, Cima da Conegliano, Tiziano, scultori come Tullio Lombardo, bronzisti come il Riccio, calligrafi come Bartolomeo Sanvito, miniatori come Bordon o Campagnola. La forza dirompente del progetto di Aldo Manuzio fu di rendere disponibili i testi per questa cultura nuova: innanzitutto i grandi classici della letteratura e filosofia greca, quindi quelli della cultura latina, ma poi anche venerati e nuovi campioni della letteratura in volgare - da Dante e Petrarca a Bembo e Sannazaro - e insieme le scienze e i trattati scientifici soprattutto latini.


Le opere illustrate in questo articolo, dove non diversamente indicato, sono conservate alle Gallerie dell’Accademia di Venezia. Giorgione, La tempesta (1507-1508).

Di Giovanni Bellini, Allegoria della vanità (1490 circa);


Di Giovanni Bellini, Allegoria della malinconia (1490 circa).

L’effetto quasi immediato fu la nascita di un pubblico, non ristretto a specialisti o docenti universitari, ma allargato a un vasto numero di appassionati. I libri di Aldo entrano nelle case dell’aristocrazia e della borghesia colta veneziana (e poi italiana ed europea) insieme a nuove forme d’arte, mai viste prima in città, come il dipinto da casa di tema mitologico - spesso incastonato nei mobili - o il ritratto individuale che esprimeva, in una misura fino ad allora sconosciuta nella pittura, sentimenti ed emozioni dei personaggi. Anche la devozione sacra si tinge di toni all’antica, con sante cristiane simili a guerriere in corazza e figure sacre atteggiate come statue romane o greche. Accanto a queste nascono nuove forme di collezionismo erudito, di sculture, gemme e monete antiche. Anche lo sguardo sulla natura muta di prospettiva, in bilico fra il mito arcadico delle Bucoliche di Virgilio e la realtà fabbrile delle Georgiche, che portano con sé una volontà di intervento nell’ambiente circostante, che facendo perno sulla villa umanistica spianerà una strada che poi sarà quella percorsa da Palladio.

Di Cima da Conegliano, Apollo, Marsia e Mida (1505-1510), Parma, Galleria nazionale;


Di Cima da Conegliano, Endimione dormiente (1505-1510), Parma, Galleria nazionale.

I libri di Manuzio entrano nelle case dell’aristocrazia e della borghesia colta veneziana (e poi italiana ed europea)


In parallelo alla riscoperta della poesia idilliaca greca e latina favorita da Aldo fioriscono temi pastorali e miti che si ambientano nel mondo di satiri e ninfe di Luciano o delle Metamorfosi di Ovidio e al tempo stesso una visione naturale compare sugli sfondi delle pale di soggetto religioso, diventando una vera e propria protagonista. 

A Venezia, città costruita sull’acqua, da sempre la conoscenza della natura ha una dimensione di trasformazione, e ugualmente avviene nello studio del passato, al fine di trarre da esso una lezione per il presente. Non è un caso che il grande ingegnere e architetto Giovanni Giocondo proprio in città darà alle stampe la prima edizione illustrata di quella summa di sapere tecnologico che è il De architectura di Vitruvio, le cui ricostruzioni grafiche si riverberano presto sui dipinti dei pittori. Allo stesso modo, nel 1508, politici, umanisti, letterati e artisti sono tutti presenti a Rialto alla prolusione che Luca Pacioli, l’autore del De divina proportione, dedica alla geometria di Euclide. Nel testo di Pacioli, le auree proporzioni che governano il mondo sono esemplificate in tre ambiti: la figura umana, l’architettura e il disegno delle lettere. Nello stesso modo nella mostra le figure dei pittori si intrecciano alle immagini di architettura e ai caratteri tracciati dalle sapienti mani dei calligrafi o intagliate a bulino e stampate sulle pagine di Aldo. 

Come già l’esposizione su Pietro Bembo nel 2013, anche questa è dedicata all’intreccio fra parola e immagine, fra la penna dei letterati e il pennello dei pittori. 

La prima cosa che il visitatore incontra è una statua ellenistica del II secolo a.C. che Tullio Lombardo integrò aggiungendo la testa e le braccia. Di fronte a essa è posta una delle prime grammatiche greche pubblicate da Aldo: un parallelo fra la condizione di frammenti da risarcire delle sculture antiche e quella dei testi letterari sopravvissuti al naufragio della cultura classica, che Manuzio contribuì a far rivivere.


Bartolomeo Veneto, Flora (1505-1510), Francoforte, Städelsches Kunstinstitut und Städtische Galerie.


Lorenzo Lotto, Allegoria della virtù e del vizio (1505), Washington, National Gallery of Art.

Una pagina del manoscritto di Bartolomeo Sanvito (1435-1511), Cambridge (Gran Bretagna), King’s College. Nell’invenzione del libro tascabile e del corsivo, Manuzio si ispirò ai manoscritti di Sanvito.


Pagina da Francesco Colonna, Hypnerotomachia Poliphili, pubblicato da Aldo Manuzio nel 1499, Eton (Gran Gretagna), Eton College.


Pagina da Francesco Colonna, Hypnerotomachia Poliphili, pubblicato da Aldo Manuzio nel 1499, Eton (Gran Gretagna), Eton College.

Aldo Manuzio. Il rinascimento di Venezia

a cura di Guido Beltramini, Davide Gasparotto e Giulio Manieri Elia
Venezia, Gallerie dell’Accademia
campo della Carità 1050
dal 19 marzo al 19 giugno
orario 8.15-19.15, lunedì 8.15-14
telefono 041-5200345
www.gallerieaccademia.org
catalogo Marsilio Editori

ART E DOSSIER N. 330
ART E DOSSIER N. 330
MARZO 2016
In questo numero: VENEZIA DOCET Un pittore per il re d'Etiopia; La maniera veneta; Il libro e la pittura; L'oriente di Zecchin. PALMIRA I ritratti sopravvissuti allo scempio. IN MOSTRA Schiavone, Manuzio, Giardini, Art Brut.Direttore: Philippe Daverio