XX secolo. 3
L’esperienza di Poesia concreta in Brasile

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L’avanguardia di Poesia concreta, che nasce e si sviluppa in Brasile a partire dagli anni Cinquanta del Novecento, si presenta come un movimento di sperimentazione pioneristico, una ricerca figurativa, sonora e artistica sui limiti e le possibilità che i nuovi processi di pensiero e di comunicazione generano nei confronti del linguaggio.

Elena Agudio

Anni Cinquanta, Brasile. Come in Italia, si vivevano gli anni della rinascita economica, del sogno del progresso tecnico-industriale, dello sviluppo culturale e scientifico. Lasciatisi alle spalle la dittatura di Getulio Vargas, con all’orizzonte un nuovo colpo di Stato che nel 1964 vedrà i generali salire al potere per un ventennio (da Castelo Branco fino a De Oliveira Figueiredo, 1985), la parentesi politica di Juscelino Kubitschek - con il suo programma di “desenvolvimento” e il suo slogan «Cinquant’anni in cinque» - ispirava momenti di euforia e di entusiasmo creativo. 

Nel paese erano stati gli anni Venti a rappresentare il primo eroico e fondamentale momento di rottura con il passatismo culturale e con l’accademismo artistico di derivazione coloniale-europea. Il dibattito artistico e letterario era esploso con l’inaugurazione della Semana de Arte Moderna a San Paolo nel 1922, quando lo spirito avanguardista e la nuova poetica modernista trionfavano proclamando la necessità di svecchiare la cultura brasiliana, riscoprendo la tradizione e la storia locale e rigettando la dipendenza dai circoli culturali d’oltreoceano. Il Manifesto antropófago, firmato nel 1928 dal poeta Oswald de Andrade, tra i fondatori del modernismo brasiliano, recitava: «Figli del sole, madre dei viventi. Trovati e amati ferocemente con tutta l’ipocrisia della nostalgia, dagli immigrati, dai trafficanti e dai touristes. Nel paese del cobra grande. È perché non abbiamo mai avuto grammatiche né collezioni di vecchi vegetali. E non abbiamo mai saputo cosa fosse urbano, suburbano, di frontiera e continentale. Pigri nel mappamondo del Brasile. Una coscienza partecipante, una ritmicità religiosa. Contro tutti gli importatori di coscienza in scatola. L’esistenza palpabile della vita. E la mentalità pre-logica che il Sig. Lévy-Bruhl studierà. Vogliamo la Rivoluzione Caraibica ». Rigettando l’idea di una periferia che doveva vivere di luce riflessa del fermento culturale delle grandi capitali europee, gli artisti si ribellavano contro gli importatori di una cultura preconfezionata, in scatola, e promuovevano una nuova indipendenza e libertà creativa, capace di cannibalizzare la cultura europea, per digerirla e metabolizzarla in qualcosa di nuovo.


Augusto de Campos, Amortemor, da Equivocábulos (1970).

Haroldo de Campos, Decio Pignatari, Augusto de Campos in una foto degli anni Cinquanta.


Haroldo de Campos, Decio Pignatari, Augusto de Campos nella stessa posa su una copertina di “Poesia concreta” (1982).

«Il poeta concreto vede la parola in se stessa – campo magnetico di possibilità – come un oggetto dinamico, una cellula viva, un organismo completo»


Nel fermento progressista e ottimista degli anni Cinquanta, ancora una volta fu dal mondo della letteratura e della poesia che lo spirito dell’avanguardia modernista venne rilanciato con più entusiasmo. Furono poeti e scrittori come Haroldo de Campos, Augusto de Campos e Decio Pignatari a farsi araldi di una esperienza artistica innovatrice e radicale, creando il movimento della Poesia concreta. Alla riscoperta delle radici dimenticate e all’insegna di nuovi linguaggi, nel 1952 fondarono la rivista “Noigandres”: rispolverando la letteratura dei trovatori, il Dante delle rime “petrose”, James Joyce, e frullando il tutto in un mixer con la poetica “cannibale”, con le nuove tecnologie, con la nuova musica popolare brasiliana, i Noigandres si fecero promotori di una sperimentazione pioneristica. 

«Non c’è altro modo di rispettare una Tradizione, se non rinnovarla», scrivevano. Traduttori, compositori, sperimentatori della parola e dell’immagine in movimento, i Noigandres si concentravano sulla dimensione materica della poesia (per questo “concreta”), non solo sulla semantica e sul significato delle parole ma piuttosto sui valori grafici, estetici e simbolici che le parole sanno assumere. «Il poeta concreto vede la parola in se stessa - campo magnetico di possibilità - come un oggetto dinamico, una cellula viva, un organismo completo, con proprietà psicofisico-chimiche, tatto, antenne, circolazione, cuore: viva», recita il manifesto firmato nel 1956.


Augusto de Campos, Rever (1970).


Augusto de Campos, Pulsar (1975).

Nei suoi sviluppi la poesia concreta arriverà a operare fin dentro la parola, smontandola e ricomponendola, come nei visionari e ipnotici video di Augusto de Campos, vero e proprio pioniere della poesia multimediale, con i suoi Equivocábulos e in particolare con il logogramma Rever (1970), o con il suo più noto lavoro realizzato con Caetano Veloso, Pulsar (1975), o nella cine-poesia di Decio Pignatari, come il celebre LIFE

Seguendo un percorso già tracciato nell’antichità, in cui già si trovano numerosi esempi di testi o carmi figurati, e riemerso con le avanguardie del XX secolo - specialmente in Francia con Un coup de dés di Mallarmé e con i bellissimi calligrammi di Guillaume Apollinaire - la poesia concreta si persuade che le strutture grammatico-sintattiche del linguaggio normale non sono più in grado di supportare i nuovi processi di pensiero e di comunicazione della civiltà moderna. «La poesia concreta incomincia con l’assunzione di una totale responsabilità prima del linguaggio: accettando il fondamento dell’idioma storico come nucleo indispensabile di comunicazione, rifiuta di assorbire le parole come meri veicoli, indifferenti, senza vita, senza personalità senza storia - tabù/tombe nelle quali la convenzione insiste nel seppellire l’idea».


Decio Pignatari, Beba Coca Cola (1958);

Haroldo de Campos, Fala Clara (1958).


Augusto de Campos, SOS (1994).

ART E DOSSIER N. 329
ART E DOSSIER N. 329
FEBBRAIO 2016
In questo numero: LA PAROLA E LE ARTI Dagli ipertesti medievali ai calligrammi, dal lettrismo a Boetti. BOSCH 500 Gli eventi del quinto centenario del più visionario tra i pittori. IN MOSTRA Hayez, Fattori.Direttore: Philippe Daverio