Architettura per l'arte 


Il museodeI museI

di Aldo Colonetti

Un museo nuovissimo, contenitore di varie collezioni ma soprattutto custode del vissuto della città: è il Palazzo dei Musei di Reggio Emilia, di Italo Rota

Il ruolo dei musei si trasforma nel tempo, non solo per quanto riguarda l’architettura, ma soprattutto in relazione ai contenuti e alla relazione con il pubblico. Nella seconda metà degli anni Ottanta, a Bologna, coordinato da Umberto Eco in collaborazione con Jack Lang, allora ministro della Cultura del governo francese, venne organizzato un convegno internazionale dal titolo emblematico, Il museo parla al pubblico? Facevo parte del comitato scientifico, e ricordo la provocazione di Eco quando propose due nuove tipologie di musei: la prima dedicata a una sola opera, ricostruita nel proprio contesto, la seconda destinata a ospitare oggetti comuni, riferiti al territorio, capaci di narrare la vera storia delle persone: gli affetti, i dolori, i piaceri, le stravaganze, ovvero il fatto che tutti noi siamo destinati a raccogliere le “cose” e non sempre siamo in grado di conservarle. Finalmente è nato ed è stato progettato un museo del genere: Italo Rota ne è l’autore, la città è Reggio Emilia. Palazzo dei Musei, un cantiere che è durato dal 2012 al 2015, per continuare anche nei prossimi anni, fa parte dei musei della città, e come lo definisce lo stesso Rota, è il “museo dei musei”, ovvero raccoglie diverse collezioni importanti ma anche piccole e curiose raccolte di comuni cittadini. Certamente la collezione di storia naturale Ettore Spallanzani, insieme al Museo Chierici di paleontologia, ha ispirato la filosofia di questo rinnovato spazio espositivo e, come scrive lo stesso architetto, «il museo di Reggio Emilia possiede talmente tante cose da permetterci di lavorare in piena autonomia per costruire mostre e installazioni che ci consentono di esplorare il nostro passato e di dargli un futuro attivo per progettare la nostra vita».


Dettaglio interno del Palazzo dei Musei, a Reggio Emilia, progettato da Italo Rota e inaugurato nel 2015.


Esterno del Palazzo dei Musei, a Reggio Emilia, progettato da Italo Rota e inaugurato nel 2015.


Dettaglio interno del Palazzo dei Musei, a Reggio Emilia, progettato da Italo Rota e inaugurato nel 2015.

Dettaglio del Palazzo dei Musei, sorto sulle strutture di un antico monastero.


Dettaglio del Palazzo dei Musei, sorto sulle strutture di un antico monastero.


Dettaglio del Palazzo dei Musei, sorto sulle strutture di un antico monastero.

Sullo sfondo è la grande curiosità di Italo Rota rispetto al mondo delle cose che ci circondano, riviste e ricontestualizzate, all ’interno di percorsi e narrazioni inconsuete, in particolare la lettura di un piccolo libro del gruppo di architetti Future System, pubblicato circa vent’anni fa, dove Jan Kaplicky, attraverso cento oggetti, ci conduceva in un viaggio imprevedibile che diventava immediatamente anche il nostro viaggio. Dopo circa trent’anni dalla provocazione salutare di Umberto Eco, abbiamo, finalmente, un museo che non mette in scena se stesso, ma rappresenta da un lato il crocevia tra le esperienze culturali istituzionali già codificate, e dall ’altro mette in moto la storia della città. Tutti i cittadini e tutti i visitatori potranno accostare e aggiungere, alle storie narrate dagli oggetti in esposizione, i propri vissuti e le proprie esperienze, attraverso un andamento espositivo variabile e costante insieme, mescolando le carte, il tutto all ’interno di una regia, precisa e corretta dal punto di vista filologico. Credo che questo sia uno dei progetti più interessanti e intelligenti nell ’ambito museale degli ultimi anni, perché finalmente l’architettura è al servizio di una storia “aperta” che aspetta da ciascuno di noi un particolare punto di vista; l ’interpretazione diventa importante quanto la progettazione. 

D’altro canto era una delle idee portanti di un famoso e fondamentale saggio di Eco, L’opera aperta (1962): l’opera si costituisce come un messaggio fondamentalmente ambiguo e autoriflessivo. Dopo più di cinquant’anni, abbiamo un museo che diventa tale attraverso il ruolo, fondamentale, dell’interprete.


Dettaglio del Palazzo dei Musei, sorto sulle strutture di un antico monastero.


Dettaglio del Palazzo dei Musei, sorto sulle strutture di un antico monastero.

Dettaglio del Palazzo dei Musei, sorto sulle strutture di un antico monastero.


Dettaglio del Palazzo dei Musei, sorto sulle strutture di un antico monastero.


Dettaglio del Palazzo dei Musei, sorto sulle strutture di un antico monastero.

ART E DOSSIER N. 329
ART E DOSSIER N. 329
FEBBRAIO 2016
In questo numero: LA PAROLA E LE ARTI Dagli ipertesti medievali ai calligrammi, dal lettrismo a Boetti. BOSCH 500 Gli eventi del quinto centenario del più visionario tra i pittori. IN MOSTRA Hayez, Fattori.Direttore: Philippe Daverio