Partiamo subito dal passato: la gestione dell’ex direttore Antonio Natali è considerata da molti come un importante modello di riferimento. Lei intende seguire le stesse linee del suo predecessore o dovremo aspettarci grandi novità?
Direi che il mio ruolo sarà inedito: in parte erediterà quello dell’ex soprintendente Cristina Acidini, e in parte quello di Antonio Natali, proprio perché ora c’è una nuova struttura amministrativa che oltre agli Uffizi comprende altri musei, ovvero quelli di palazzo Pitti, oltre al giardino di Boboli e al Corridoio vasariano. Io e Antonio Natali abbiamo escogitato questa visione del lavoro: Antonio si occuperà dell’allestimento delle sale, un aspetto che gli sta molto a cuore, mentre io mi occuperò della parte strategica e amministrativa e della direzione del museo. Per quanto riguarda le mostre, senz’altro cercheremo di fare mostre internazionali importanti, come in passato, e di farle proprio qui, nelle nuove sale espositive degli Uffizi. Grazie allo staff dei curatori e dei direttori dei vari settori avremo dei progetti di prima classe da proporre al pubblico; e poi ci saranno anche collaborazioni internazionali, negli anni a venire.
Con il 2016 si conclude “Un anno ad arte”, il programma annuale di mostre (nel 2015 alla sua decima edizione) che includeva tutti i musei dell’ex Polo museale fiorentino: ha avuto modo di confrontarsi con le sue colleghe della Galleria dell’Accademia e del Bargello, le neonominate Cecile Höllberg e Paola D’Agostino? E inoltre, cosa ha in mente per il progetto “La città degli Uffizi”?