(36) «Magister Lucas da Cortona, famosissimus pictor in tota Italia […] fecisse etiam multas pulcherrimas picturas in diversis civitatibus et presertim Senis». Cfr. L. Andreani, I documenti, in La Cappella Nova o di San Brizio nel Duomo di Orvieto, a cura di G. Testa, Milano 1996, p. 434, n. 218.
(37) «Nella Madonna d’Orvieto, chiesa principale, finì di sua mano la cappella che già vi aveva cominciato Fra Giovanni da Fiesole, nella quale fece tutte le storie della fine del mondo con bizzarra e capricciosa invenzione: angeli, demoni, rovine, terremoti, fuochi, miracoli d’Anticristo, e molte altre cose simili; oltre ciò, ignudi, scorti e molte belle figure, immaginandosi il terrore che sarà in quello estremo e tremendo giorno. Perloché destò l’animo a tutti quelli che sono stati dopo di lui, onde hanno poi trovato agevoli le difficoltà di quella maniera» (G. Vasari, Opere, in Biblioteca Enciclopedia Italiana, Volume II, Milano 1829, p. 248).
(38) Nel 1503 viene eletto papa (Pio III), ed esercita la sua carica solo per una ventina di giorni.
(39) L’umanista insegna nello Studium di Perugia dal 1472 al 1475, a Urbino nel 1476, nella corte di Federico di Montefeltro, e a Roma, per un quarto di secolo, alla Sapienza e nello Studium urbis e nel circolo di Pomponio Leto.
(40) L. Teza, Intorno alla Cappella Nova di Orvieto: Giovanni Sulpizio e la corte dei Piccolomini, in Luca Signorelli, catalogo della mostra, cit., Cinisello Balsamo (Milano), pp. 97-107.
(41) «Un poema di 1550 esametri non si improvvisa e circola spesso manoscritto per mesi, se non per anni, all’interno della cerchia amicale e culturale vicina alla committenza e potrebbe essere stato confezionato per la stampa all’indomani della conclusione degli affreschi, finiti di pagare al pittore nel dicembre del 1504» (L. Teza, op. cit., p. 99).
(42) L’ipotesi è suggerita da McLellan, in una sua conferenza all’Istituto storico orvietano nel 2000. Cfr. L. Guidi di Bagno, La cappella di S. Brizio nel Duomo. Luca Signorelli e Orvieto, in Storia di Orvieto. Quattrocento e Cinquecento, vol. II, a cura di C. Benocci, G. M. Della Fina, C. Fratini, Orvieto 2010, dove l’autore pensa che vi sia anche una possibile influenza del cardinale Nicola Cusano, più volte presente a Orvieto. Si vedano pure: G. Testa, R. Davanzo, Vicende della decorazione, problemi di committenza e piani iconografici, in La Cappella Nova o di San Brizio nel Duomo di Orvieto, a cura di G. Testa, Milano 1996 e S. N. James, Signorelli and Fra Angelico at Orvieto, Aldershot 2003, che propongono una componente domenicana nella scelta dei temi. Secondo J. Riess (The Renaissance Antichrist. Luca Signorelli’s Orvieto Frescoes, Princeton 1995) vi sarebbero basi teologiche di stampo agostiniano, mentre per E. Paoli (Il programma teologico-spirituale del Giudizio Universale di Orvieto, in La Cappella Nova, cit., pp. 65-75), fonti tomistiche e altomedievali come Adsone di Montier-en-Der.