Di che segno sei?


i silenzi
di masaccio

di Haydée Rodinis

Era nato il 21 dicembre 1401. Fu chiamato Tommaso, ma negli atti pubblici è detto Maso, o Mazo. Poi fu per tutti Masaccio. Quel dispregiativo “accio” fu solo perché non si curava del suo aspetto. Era trascurato, scrive Vasari, e non pensava ai soldi. I documenti che lo riguardano parlano spesso di debiti, mentre quelli riferiti ai crediti registrano alcuni casi in cui l’artista invece di andare di persona a riscuotere mandava un altro al suo posto (una volta fu Donatello a ritirare il compenso per lui). Strano tipo, si direbbe. Che Masaccio, figlio di un notaio, nato a Castel San Giovanni (oggi San Giovanni Valdarno, provincia di Arezzo), fosse nato il 21 dicembre non abbiamo molte ragioni di dubitare. La data di nascita l’ha tramandata il fiorentino Antonio Manetti, che a quasi cinquant’anni dalla scomparsa precoce del pittore toscano, nel 1472 aveva interpellato lo Scheggia, fratello minore, ormai anziano, di Masaccio. Nel suo libro sui fiorentini illustri, scritto verso il 1490, Manetti registra: «A dì 15 di settembre 1472 mi disse lo Scheggia suo fratello che Masaccio nacque nel 1401, el dì di Santo Tomaso apostolo, ch’è a dì 21 di dicembre». Doveva aver raccolto una specie di diario, il Manetti, sto grande artista che rinnovò la pittura con un linguaggio “umanizzato” e modernissimo. Sappiamo che aveva perso il padre da ragazzino. Che la madre si era risposata con un anziano facoltoso, alla morte del quale nessuno della famiglia ricevette alcunché. A Firenze, Masaccio si distinse come pittore, ma fece a tempo a compiere solo qualche decina fra tavole e affreschi: a Firenze, a Pisa, e forse a Roma, dove morì. La sua scomparsa resta un enigma. Antonio Billi e poi Giorgio Vasari scrivono che fu per veleno. Invidia di qualche concorrente romano? Vendetta d’amore? Debiti? Niente si sa delle sue amicizie, di eventuali compagne, mogli o figli. Solo che a Firenze si era dedicato anima e corpo alla pitannotando negli anni tutte le notizie utili a redigere le ventiquattro biografie a partire dall’anno 1400. Ma o lui, o lo Scheggia, un errore pare lo avessero fatto; perché la festa di san Tommaso apostolo cade il 3 luglio (giorno della morte del santo, di cui è ignota la nascita) e non il 21 dicembre, data che invece segna la nascita di un altro santo di nome Tommaso: l’inglese Thomas Becket. Arcivescovo di Canterbury, san Tommaso fu ucciso nella sua cattedrale il 29 dicembre 1171. Che coincidenza… si diceva che anche Masaccio, divenuto presto un pittore di talento, fosse stato assassinato a Roma, attorno al 1428, quando ancora non aveva compiuto ventott’anni. Poche sono le certezze sulla vita di quetura. E che grande stima e amicizia aveva ricevuto dal più anziano Brunelleschi. Ma tant’è, per il suo oroscopo basiamoci sull’unica data che conosciamo: 21 dicembre. Nato dunque sotto il segno del Sagittario, cuspide Capricorno. Cosa segnala il nostro librone sul “linguaggio segreto dei genetliaci”? Il 21 dicembre è il «giorno del grande enigma». Gli individui nati questo giorno usano il silenzio come arma potentissima di convincimento. Potrebbe essere: Masaccio non doveva essere un chiacchierone, a giudicare dallo sguardo severo e inquisitore che riconosciamo nel suo probabile autoritratto, sulle pareti della cappella Brancacci. Si dice che i nati il 21 dicembre abbiano una personalità forte, benché molto riservati sulle proprie idee, la propria immaginazione. E che riescono a trasmettere le loro fantasie al mondo esterno, in modo da influenzare e modificare l’ambiente circostante. La disperazione dipinta da Masaccio nei volti di Adamo ed Eva cacciati dal Paradiso terrestre sui pilastri della Brancacci dovette davvero colpire i devoti, e soprattutto gli occhi di tanti artisti che dalla sua capacità espressiva, dal suo nuovo modo di concepire lo spazio, furono influenzati in modo indelebile.


Masaccio, San Pietro in cattedra (1424-1426 circa), particolare col presunto autoritratto di Masaccio (la figura che guarda verso lo spettatore), Firenze, Santa Maria del Carmine, cappella Brancacci.

ART E DOSSIER N. 327
ART E DOSSIER N. 327
DICEMBRE 2015
In questo numero: ARTE GLOBALE Dalla Gallia romana alla nascita del gotico secondo Daverio, al mito dei grattacieli. MONZA Il ritorno di Teodolinda. IN MOSTRA Bosch/Brueghel, Balthus, Ai Weiwei.Direttore: Philippe Daverio