Rileggere la storia dell’arte
Una delle pratiche più frequenti di molti artisti è proporre una rilettura della storia dell’arte, per rivelarne le contraddizioni, i paradossi o alcune caratteristiche legate ad aspetti poco noti della produzione artistica del passato. Il belga Michaël Borremans si ispira a maestri come Edgard Degas, Edouard Manet e Diego Velázquez per dipingere con una tecnica eccezionale immagini ambigue e misteriose, dove personaggi dallo sguardo inespressivo sono rappresentati in situazioni paradossali, ottenute attraverso sottili scarti linguistici. Si tratta di soggetti che appartengono alla tradizione classica, come il ritratto o la natura morta, che Borremans trasferisce in uno spazio atemporale e metafisico, carico di inquietanti ambiguità. Tacita Dean, che ha fatto parte del gruppo dei Young British Artists, analizza nei suoi video girati in 16 mm la vita, le opere e gli aspetti più intimi e privati di maestri contemporanei come Mario Merz, Giorgio Morandi, Merce Cunningham, Robert Smithson o James Graham Ballard, protagonista di JG (2013), dedicato all’amicizia dell’artista con lo scrittore di fantascienza e al suo interesse per il capolavoro di Smithson Spiral Jetty. Di recente la Dean si è rivolta al disegno, protagonista dell’installazione Fatigues, - presentata a Kassel a Documenta 13 nel 2012 - dove l’artista ha disegnato nei minimi dettagli il paesaggio intorno a Kabul con gessetti bianchi su grandi lavagne, fino a comporre un panorama effimero ma di grande intensità. Il tedesco Thomas Schutte combina elementi tratti da opere di Rodin, Moore e Picasso nella serie di diciotto sculture Frauen (“donne”), realizzate dal 1998 al 2006 in acciaio o bronzo, che rappresentano diverse versioni di figure femminili nude, preferibilmente acefale e sdraiate su un piano orizzontale. Una sorta di indagine sugli aspetti più inquietanti del corpo umano, che porta all’estremo l’immagine classica del nudo attraverso pose innaturali e disturbanti. Anche le donne dipinte dall’artista sudafricana Marlene Dumas con un stile neoespressionista hanno spesso tratti allucinati e inquietanti, con uno stile vicino a Egon Schiele e Leon Golub. Di recente la Dumas, attenta a problematiche di carattere politico e sociale, ha eseguito una serie di ritratti di famosi personaggi perseguitati in quanto gay - tra i quali Rudolf Nureyev, Pier Paolo Pasolini, Oscar Wilde e Tennessee Williams - che ha esposto a Manifesta 10, nel museo dell’Ermitage di San Pietroburgo: un chiaro messaggio verso lo Stato russo, che ha una legislazione molto punitiva nei confronti degli omosessuali.