Cortoon      


Der Schwarzfahrer/VIaggIatore
In (bIanco e) nero

di Luca Antoccia

un corto che rivedo volentieri anche per dare conto, soprattutto a me stesso, di cos’è un buon corto e come funziona è Schwarzfahrer di Pepe Danquart, 1993 (vincitore dell’Academy Award l’anno successivo). Questo per varie ragioni. Intanto è la conferma della vocazione cinematografica della metropoli in generale e di Berlino in particolare. La parte iniziale del film, che dura solo una dozzina di minuti, serve sì alla contestualizzazione della storia - mattina di lavoro e di scuola, gente indaffarata che corre, metro, bus, stazioni, incontri - ma richiama direttamente quel gioiello che è Sinfonia di una grande città di Walter Ruttman (1927). Ritmi urbani allora inediti scandivano in un terso e contrastato bianco e nero di cui Danquart è consapevole la “cinegenicità” per così dire della vita urbana. E un altro richiamo più vicino nel tempo è a Il cielo sopra Berlino di Wenders di pochi anni prima, specie nella seconda parte, nella ricca scala di grigi sembra da un momento all’altro di veder comparire un angelo. Ma la storia è l’ideale anche per chi cinefilo non è ma vuole solo capire come si racconti una buona storia secondo la teoria classica dei tre atti o per chi è un insegnante e voglia riflettere e far riflettere su una storia di ordinario razzismo o xenofobia o integrazione difficile. In questo senso il film è forse molto più contemporaneo di quando è uscito e oggi è facilmente reperibile su YouTube in una versione sottotitolata che richiede un piccolo dispendio di energie però ampiamente ripagato. La vera trovata finale del film, che lo rende irresistibile anche per un pubblico molto giovane, è in fondo di natura comica e attua un ribaltamento inaspettato e spiazzante. Ci si può concentrare sui valori formali, che ci sono, specie nei primi minuti. Ci si può concentrare sui valori di contenuto. O si può apprezzare la strutturazione narrativa del tutto e, rivedendolo, capire come la gag venga abilmente preparata. Pur avendo conseguito un importante riconoscimento l’autore non ha avuto la brillante carriera che ci si poteva aspettare. Ma il recente Corri ragazzo corri (2013) tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore israeliano Uri Orlev, che racconta la storia di un bambino fuggito dal ghetto di Varsavia che si rifugia in una foresta, lo ha riportato all’attenzione della critica e del pubblico, forse contribuendo alla riscoperta di questo piccolo capolavoro.

frame di Schwarzfahrer (1993), di Pepe Danquart.


frame di Schwarzfahrer (1993), di Pepe Danquart.

ART E DOSSIER N. 326
ART E DOSSIER N. 326
NOVEMBRE 2015
In questo numero: GIAPPONE E GIAPPONISMI Miyazaki e la pittura; La fotografia di Daido Moriyama; Packaging nipponico; Giappone e Art Nouveau. LA BARONESSA DADA Elsa, Man Ray, Duchamp e gli anni folli. IN MOSTRA Mirà e Cobra, Balla, Monet.Direttore: Philippe Daverio