Di che segno sei?

Benvenuto Cellini

LA SALAMANDRA

Haydée Rodinis

era nato a Firenze il 2 novembre 1500, in tempi di grande crisi. Era dello Scorpione, che era anche il nome di una macchina da guerra che catapulta saette. Sarà un caso ma a ventisette anni, durante il Sacco di Roma da parte dei lanzichenecchi di Carlo V, Benvenuto, fra i pochi artisti a non fuggire dalla città, s’improvviserà artigliere. Lo dice lui stesso nella Vita, autocelebrativa e ricca di aneddoti sul suo talento di orafo e scultore, ma anche sul suo carattere irriverente, pronto alla polemica, spesso alla rissa. Passionale negli amori come nell’esecuzione maniacale delle sue opere. Vasari lo dice «animoso e fiero, vivace e prontissimo, ma anche terribilissimo». Al suo segno zodiacale Benvenuto allude nel rammentare un episodio dell’infanzia. Nella casa di via Chiara, a Firenze, dall’acquaio esce uno scorpione. Per nulla spaventato, Benvenuto, che ha solo tre anni, lo chiude nel piccolo pugno. Tenaglie e coda gli spuntano dalle dita: «Mio padre corse allora, e stupefatto non sapeva trovare di meglio che quel velenoso animale non mi uccidesse. Prese infine un paio di forbicine: così gli tagliò la coda e le bocche. E rassicurato, lo prese per buon augurio ». L’augurio della vittoria di un bambino su un animale infido e velenoso. Simbolo, oltre che della data di nascita, delle difficoltà e dei tormenti di una vita che sarà turbolenta ma indomita. Due anni dopo l’episodio dello scorpione, un altro segno premonitore. Fa freddo, quella notte del 1505. Benvenuto ha cinque anni. Il padre Giovanni, musicista e liutaio, si riscalda al fuoco e suona la viola, immerso nei sogni. Da quando è nato il figlio, non a caso chiamato Benvenuto, ha un unico scopo. Il figlio sarà il miglior musicista del mondo. Come sappiamo poi scelse un’altra strada, e sempre sentì «in uggia quel maledetto suonare». Ma allora il padre aveva diritto di fantasticare, visualizzando, tra i bagliori del fuoco, Benvenuto ben vestito, ricco, che suona come nessuno ha mai fatto, magari per il papa. D’improvviso però fra le fiamme guizza un bizzarro rettile, pare una lucertola. Che strano, nel fuoco pare gioire. Giovanni capisce, è una salamandra, che secondo la leggenda sa resistere al fuoco. Sveglia Benvenuto, che fissando il fuoco non capisce. Il ceffone improvviso datogli dal padre non lo dimenticherà mai. Il bimbo piange indispettito per la gratuità del gesto del padre, che ha sempre mostrato di amarlo teneramente. Giovanni, piacevolmente racchetatolo, gli spiega: «Non ti ho picchiato perché hai fatto qualcosa di male ma perché ricordi che la lucertola che vedi nel fuoco è una salamandra. Nessuno ne ha vista una, da che si ricordi ». La presunta virtù della salamandra di attraversare il fuoco faceva sì che in un’epoca piena di credenze simboleggiasse la capacità della persona virtuosa di passare indenne attraverso gli affanni della vita. Ma torniamo allo Zodiaco. Che a proposito dei nati i primi di novembre dice che per comprendere la realtà di un’epoca, è alla loro vita che bisogna guardare. Sono infatti realisti e riferiscono la realtà senza mezzi termini. Come dimenticare le critiche di Cellini ai «praticonacci», artisti di scarso valore e di poco cervello, come il «Buaccio»? Ovvero Baccio Bandinelli, scultore rivale che di fronte a Cosimo I oserà dirgli: «O sta cheto, sodomitaccio ». Un colpo basso, perché Benvenuto, per sodomia, era stato condannato più volte. Così, di fronte al duca, si lancerà in uno spregiudicato elogio letterario della sodomia. Cellini lo scorpione, o meglio la salamandra. Sicuro e inossidabile di fronte a ogni intemperie, fisica e psicologica. L’autore inimitabile del Perseo e della Saliera



Giorgio Vasari e aiuti, Cosimo I de’ Medici con i suoi architetti, ingegneri e scultori (1559-1563 circa), Firenze, Palazzo vecchio, particolare con il ritratto di Benvenuto Cellini.

ART E DOSSIER N. 326
ART E DOSSIER N. 326
NOVEMBRE 2015
In questo numero: GIAPPONE E GIAPPONISMI Miyazaki e la pittura; La fotografia di Daido Moriyama; Packaging nipponico; Giappone e Art Nouveau. LA BARONESSA DADA Elsa, Man Ray, Duchamp e gli anni folli. IN MOSTRA Mirà e Cobra, Balla, Monet.Direttore: Philippe Daverio