Studi e riscoperte. 1
The Grammar of Ornament

decorazione
come astrazione

Composizioni ornamentali basate su costruzioni geometriche. Così potrebbero essere definite le tavole di The Grammar of Ornament, opera dell’architetto e studioso inglese Owen Jones, appassionato di arte islamica. Manifesto di un modello analitico-razionale contrapposto a quello romantico abbracciato da William Morris, teorico del movimento Arts & Crafts.

Vanni Pasca

Nel 1856 appare in Inghilterra un libro dal titolo The Grammar of Ornament. Il titolo è una dichiarazione di intenti: il termine “grammatica” implica infatti un insieme di regole per la costruzione corretta di frasi al di fuori di ogni procedimento intuitivo o sentimentale. L’autore è Owen Jones (1809-1874), architetto, teorico del colore e della decorazione, studioso e viaggiatore attento all’architettura dei vari paesi. Conosce in Grecia un giovane francese, Jules Goury, che collabora con l’architetto tedesco Gottfried Semper. Con Goury, dopo alcuni viaggi per lo studio della classicità greca ma anche dell’arte araba in Egitto, visita la Spagna e collabora con lui nel ritrarre l’Alhambra a Granada. Nel 1834 Goury muore di colera. Jones pubblica dopo alcuni anni Plans, Elevations, Sections and Details of the Alhambra (1842-1845), dove riconosce i suoi debiti nei confronti di Goury e presenta tavole che riscuotono grande successo e rivelano la sua ammirazione per l’arte islamica, il suo antinaturalismo fondato sull’astrazione geometrica, le strutture bidimensionali, i colori piatti.

Dal 1849 al 1852 Jones collabora con la rivista fondata da Henry Cole (il promotore della Great Exhibition di Londra del 1851), “The Journal of Design and Manufactures”. Vi partecipano il pittore Richard Redgrave e in seguito Gottfried Semper (proveniente da Dresda per sfuggire alla cattura dopo aver partecipato all’insurrezione del 1848, per la quale aveva anche disegnato una barricata). È un’iniziativa di straordinaria modernità, strumento di divulgazione delle nuove idee sul design. Cole e i suoi amici (“il circolo di Cole”) fanno capo al filosofo ed economista John Stuart Mill, sostenitore del suffragio universale e del voto alle donne. Mill è un esponente di quell’empirismo filosofico secondo cui è possibile conoscere la natura attraverso l’esperienza, identificandone gli aspetti che si ripetono con regolarità e quindi possono essere generalizzati. Alla filosofia empirista si rifà Jones che sul “The Journal of Design and Manufactures” pubblica articoli che contengono le sue principali teorie, quelle che esprimerà successivamente nel libro The Grammar of Ornament. Qui esamina in diciannove capitoli le decorazioni di migliore qualità in tutti i paesi e in tutte le epoche; il XX capitolo è dedicato alla natura (Leaves and Flowers): non all’imitazione di essa ma all’analisi dei suoi processi di sviluppo.

Owen Jones interroga la natura e la storia non a scopi imitativi ma per desumerne leggi generali


la Sala de los Abencerrajes all’interno dell’Alhambra a Granada, particolare degli archi, in Plans, Elevations, Sections and Details of the Alhambra (1842-1845).


Arabian No. 5, in The Grammar of Ornament, Londra 1856.

La sua teoria è che in ogni epoca una bella e corretta decorazione è stata tale perché coerente con le leggi che regolano lo sviluppo delle forme naturali. Comparando i pattern decorativi delle varie epoche e paesi con gli elementi naturali, Jones ritiene possano emergere caratteri costanti sui quali fondare il disegno decorativo. Interroga quindi la natura e la storia non a scopi imitativi ma per desumerne leggi generali: intende sottrarre il disegno decorativo all’imitazione dei modelli storici o della natura per fondarlo su metodi razionali e trasmissibili. Cole e i suoi amici credono in un approccio razionale al design e alla decorazione, condannano quell’atteggiamento storicistico e imitativo dominante nella società vittoriana che accusano di aver determinato lo scollamento tra arte e nascente produzione industriale.


Persian No. 5, tavola XLV, in The Grammar of Ornament, Londra 1856.


Cristopher Dresser, illustrazione botanica, in The Grammar of Ornament, Londra 1856.


Fiori, tavola XCVIII, in The Grammar of Ornament, Londra edizione del 1868.

In sintesi, per Jones il fondamento delle forme è la geometria e il colore va usato non in modo imitativo ma funzionale, per distinguere tra di loro le diverse superfici. Il suo libro si apre con un’introduzione seguita da trentasette proposizioni. Ne citiamo alcune: Proposizione 8: «Ogni decorazione dovrebbe essere basata su una costruzione geometrica». Proposizione 11: «Nella decorazione di superfici tutte le linee dovrebbero scaturire da un tronco generatore. Ogni ornamento, per quanto distante, dovrebbe poter esser fatto risalire al suo ramo e alla sua radice».

La distanza tra il romanticismo naturalistico di Morris e l’antinaturalismo analitico di Dresser, derivato da Jones, non potrebbe essere più chiara


Proposizione 14: «Il colore va usato come ausilio per lo sviluppo delle forme, e per distinguere un oggetto, o un suo particolare, da un altro»(*).

Il gruppo di Cole ritiene che se le istituzioni scolastiche non verranno riformate al fine di creare nuove figure professionali di designer, e se il gusto del pubblico non verrà educato, i produttori si limiteranno a copiare forme e stili del passato secondo le mode del momento e la produzione non potrà sviluppare una nuova qualità.

Cole si impegna, con i suoi amici, alla riorganizzazione del piano di studi delle Schools of Design inglesi, nate nel 1837. Nel 1852 diviene sovrintendente generale delle Schools e direttore del Department of Practical Art che nel 1857, sotto la sua guida, prende il nome di Department of Science and Art, a testimonianza del nuovo approccio di tipo scientificoanalitico da lui introdotto. Le scuole erano ancora poco più che tradizionali scuole di disegno, dove gli studenti venivano preparati con il copiare gli esempi del passato. Il nuovo orientamento implica che si insegni non solo il “drawing” (il disegnare) ma il design: esso è riassunto in un principio: «Coniugare scienza e arte» (che sembra anticipare il motto sul manifesto del Bauhaus del 1923: «Arte-Tecnica-Una nuova unità»). Cole introduce nuovi insegnamenti e nuovi insegnanti. Jones insegna Art Botany, la botanica artistica, fondata sulle sue teorie della decorazione. Nel 1856 chiama un neolaureato, Christopher Dresser, a disegnare una tavola, Piante e alzate di fiori, per l’ultimo capitolo del suo libro. Nella tavola è evidente l’applicazione dei principi dell’Art Botany: il fiore viene sezionato per sottolinearne la costruzione geometrica interna; il disegno è bidimensionale; il colore, a campiture piene, ha la funzione di distinguere le diverse parti (gambo, petali ecc.). In seguito, in molti dei disegni a motivi floreali per carte da parati, tappeti e tessuti, Dresser continua ad affermare lo stesso approccio analitico-razionale. Ciò risulta evidente se si confrontano questi disegni con le carte da parati disegnate nello stesso periodo (anni Settanta- Ottanta) da William Morris, il teorico delle Arts & Crafts, del ritorno all’artigianato contro l’industria e la tecnica: qui la natura è rappresentata in tutta la sua opulenza, attraverso raffinati giochi di luce e colore. La distanza tra il romanticismo naturalistico di Morris e l’antinaturalismo analitico di Dresser, derivato da Jones, non potrebbe essere più chiara. Con Jones e Dresser si avvia un percorso che si svilupperà tramite il Bauhaus fino alla scuola di Ulm degli anni Cinquanta-Sessanta del XX secolo, dove si insegnerà quel Basic Design di cui si può dire Owen Jones abbia posto le premesse.


Cristopher Dresser, tavola I, in Studies in Design, Londra 1874-1876.

(*) Cfr. O. Jones, The Grammar of Ornament (Londra 1856), ed. Londra 1986. L’introduzione e le proposizioni succitate sono in V. Pasca, L. Pietroni, Christopher Dresser. Il primo industrial designer. Per una nuova interpretazione della storia del design, Milano 2001.

ART E DOSSIER N. 325
ART E DOSSIER N. 325
OTTOBRE 2015
In questo numero: UNA GEOMETRICA BELLEZZA Parrino, astrazione punk; Malevič-Lisickij, un rapporto difficile; Arti decorative: ceramiche arcaiche, pavimenti medievali, Owen Jones. IN MOSTRA Burri, Picassomania, Malevič, Prostituzione, Giotto.Direttore: Philippe Daverio