Storie a strisce

in viaggio
con marco Polo

di Sergio Rossi

tra i tanti classici che si crede di aver letto (e invece non è vero) c’è certamente Il Milione di Marco Polo, probabilmente il nome che al mondo fa più rima con la parola “viaggiatore”. Nato a Venezia nel 1254, Marco è figlio e nipote di due mercanti (Niccolò e Matteo) che conoscerà solo a diciassette anni al rientro dal loro viaggio nel Catai, l’odierna Cina. I due fratelli riportano in patria anche delle preziose ambasciate per il papa da parte del condottiero mongolo Kublai Khan, fondatore del primo impero cinese della dinastia Yuan, il quale vorrebbe intessere relazioni commerciali e culturali con le terre d’Occidente. Tra le richieste del sovrano mongolo ci sono un’ampolla di olio del Santo sepolcro e l’invio di cento missionari cristiani.



La copertina e alcune tavole tratte da Marco Polo. La via della seta di Marco Tabilio (BeccoGiallo, Padova 2015).

Purtroppo dopo la morte del papa inizia un conclave che sembra non avere mai fine e i due fratelli veneziani, vedendo che non riusciranno mai a farsi ricevere a Roma dal nuovo pontefice per soddisfare le loro richieste, decidono nel 1271 di tornare in Catai alla corte di Kublai. Marco si aggrega a loro, più per volere dello zio che del padre. La prima fermata è in Terrasanta, dove riescono ad avere un’ampolla di olio del Santo sepolcro dal nunzio apostolico locale il quale, inaspettatamente, viene proclamato nuovo papa. Il nuovo pontefice affida ai Polo due, e non cento, missionari, i quali però tornano indietro poco dopo per la durezza e i pericoli del viaggio. Arrivati a Hormuz, in Iran, i Polo non riescono a imbarcarsi e devono quindi proseguire a piedi e a cavallo. Il viaggio fino alla corte del Khan durerà tre anni, alla fine dei quali Marco viene preso in simpatia dall’imperatore che lo farà prima suo consulente, poi suo ambasciatore in tutte le terre dell’impero. Marco rimane al servizio del sovrano per diciassette anni, dei quali gli ultimi tre saranno dedicati a scortare la principessa Kokachin diretta a incontrare il suo promesso sposo e a tornare in patria.
Marco si dedica agli affari finché non viene delegato a guidare una nave nella battaglia di Curzola (Croazia) del 5 settembre 1298 contro i genovesi. Sconfitto, è imprigionato a Genova dove incontra lo scrittore Rustichello da Pisa, al quale detterà le memorie del suo viaggio. Una volta tornato a Venezia, Marco si dedica a completare il volume, scritto in francese - lingua degli scambi commerciali e di ben affermata tradizione letteraria - per dargli maggiore diffusione (ma l’originale è andato perduto). Tradotto in molte lingue, fin dal momento della sua comparsa diventa uno dei bestseller dell’epoca ed è oggi uno dei classici di ogni tempo. Ispiratore di navigatori come Cristoforo Colombo e geografi come Giovanni Battista Ramusio, Il Milione è uno dei testi più letti e studiati di sempre, non fosse altro che per cogliere in fallo l’autore da alcuni ritenuto un millantatore. 

Oggi è invece confermata non solo la bellezza narrativa dell’opera ma anche l’esattezza storica e antropologica di quanto era stato descritto. Ma non solo. Il viaggio di Marco Polo è anche un viaggio di formazione, di chi parte ragazzo e torna uomo, dopo aver visto, fatto e provato cose che alla maggior parte delle persone del suo tempo erano precluse, grazie alla sua vicinanza all’imperatore. Così lo intende Italo Calvino nel suo capolavoro Le città invisibili, dove il protagonista è proprio Marco Polo al quale lo scrittore affida i suoi pensieri più profondi sul tempo, l’etica e la città come luogo dove si sviluppano le tensioni della società umana attraverso la descrizione delle città vere e immaginarie visitate dal veneziano per conto dell’imperatore Kublai Khan. Il Milione è stato poco trasposto al cinema e in televisione, forse a causa dei costi eccessivi di produzione: dopo lo sceneggiato di Giuliano Montaldo del 1982, è oggi in programmazione una serie di produzione americana con l’italiano Pierfrancesco Favino nel ruolo di Niccolò Polo e Lorenzo Richelmy in quello del protagonista. Paradossalmente anche a fumetti abbiamo pochi esempi: tra questi ricordiamo il memorabile adattamento che ne fecero Guido Martina e Romano Scarpa nel 1982 sulla scia dello sceneggiato televisivo, prendendo anche un po’ in giro Montaldo. A questo oggi si aggiunge la versione di Marco Tabilio edita da BeccoGiallo (208 pagine a colori), che rappresenta il suo riuscito esordio nel mondo del fumetto non solo per la capacità di non tradire il racconto del Milione, ma anche per la capacità di raccontarlo con un proprio stile grafico e narrativo perfettamente compiuto.






http://www.beccogiallo.org/shop/134-marco-polo-la-via-della-seta.html

http://marcotabilio.jimdo.com

ART E DOSSIER N. 325
ART E DOSSIER N. 325
OTTOBRE 2015
In questo numero: UNA GEOMETRICA BELLEZZA Parrino, astrazione punk; Malevič-Lisickij, un rapporto difficile; Arti decorative: ceramiche arcaiche, pavimenti medievali, Owen Jones. IN MOSTRA Burri, Picassomania, Malevič, Prostituzione, Giotto.Direttore: Philippe Daverio