CATALOGHI E LIBRI
SETTEMBRE 2015
RACCONTI DELLA CAMERA OSCURA
Che bella idea, quella di raccogliere brani di scritti dalla metà dell’Ottocento (La casa dei sette abbaini, 1851, di Nathaniel Hawthorne) fino al 1970 (L’avventura di un fotografo di Italo Calvino), passando dallo sconcertante Soliloquio di re Leopoldo pubblicato da Mark Twain nel 1905 nel suo fulminante pamphlet Contro l’Imperialismo, a una delle Novelle per un anno di Pirandello (Una giornata, 1935). E poi Maupassant, Proust, ma anche scrittori meno noti, come l’americano Moncure D. Conway (La mia arte perduta, 1862). Il filo conduttore è la macchina fotografica (in qualche caso il dagherrotipo), rimasto per oltre cent’anni il mezzo più innovativo di fare arte. Al di là della piacevole lettura di questi brani, rivela notevole interesse l’introduzione autorevole di Walter Guadagnini, fra i maggiori critici italiani di fotografa.
CITTÀ DEL DESERTO
CULTURA VISIVA E NUOVO MONDO
Immagini occidentali e colonie americane tra XVI e XVII secolo
Una ipotesi convincente (che qui solo sintetizziamo), corredata da una folta documentazione di Nicoletta Lepri, erudita studiosa interdisciplinare, si legge in questo libro, frutto di molte ricerche. Solo in apparenza il volume può sconcertare i non specialisti, invece crediamo possa interessare (e stupire, per la ricchezza di osservazioni e rimandi iconografici) chiunque sia interessato ai rapporti fra arte, scienza, letteratura, viaggi nel Nuovo Mondo, dal 1492 al XVII secolo. Tanto più encomiabile è la ricerca, quanto si capisce che potrebbe sfociare in un libro assai più ampiamente illustrato, se solo le condizioni finanziarie dell’università italiana, soprattutto delle facoltà umanistiche, non fossero così dissestate da dover costringere il coraggioso editore e pensiamo, l’autrice stessa, a dichiarare nel colophon che le immagini sono tratte da archivi online non gravati da diritti. Dopo questa malinconica, personale considerazione (condivisa, crediamo, da amici universitari, studiosi e operatori nel settore dell’editoria culturale), torniamo alla tesi dell’autrice: ovvero che il Barocco, non solo nelle sue tante e svariate sfumature, ma nella sua più intima essenza, è «la globale conseguenza dei sommovimenti culturali» che avevano fatto seguito alla scoperta dell’America. Come questo sia potuto accadere, si spiega in primo luogo con l’immediata ricezione, dopo la scoperta e nei secoli successivi, di stimoli, suggestioni, simbologie legate al viaggio e all’ignoto, derivate dai resoconti di chi attraversò l’oceano alla ricerca di nuove terre. Inoltre, una quantità di oggetti inusitati all’occhio europeo andarono presto ad arricchire raccolte di rarità come quella dei Medici, e non solo. Così, non devono più stupire, poniamo, le analogie di certe raffigurazioni dell’estasi di santa Teresa d’Avila con gli effetti visivi del camerino della duchessa d’Alba, pieno di meraviglie del Nuovo Mondo. Anche i dipinti di Dürer, Piero di Cosimo, Peter Brueghel e molti altri si arricchirono inoltre di nuovi elementi figurativi tratti dall’inedita iconografa delle Americhe.
ART E DOSSIER N. 324
SETTEMBRE 2015
In questo numero: PRIMITIVISMI L'editoriale di Philippe Daverio; Il volto del serpente, l'Espressionismo in Toscana, Klee, Africa oggi; GLI UFFIZI a Casal di Principe; CINA OTTOCENTO La scoperta della fotografia. IN MOSTRA La Grande Madre, Gruppo Zero.Direttore: Philippe Daverio