la nuova biennale
di rio

Cristina Baldacci

In un settembre che si preannuncia particolarmente caldo in fatto di biennali - in programma, tra le altre, la 14. Biennale di Istanbul, curata da Carolyn Christov-Bakargiev (5 settembre - 1° novembre); la 13. Biennale di Lione, curata da Ralph Rugoff (10 settembre 2015 - 3 gennaio 2016); la 10. Biennale di Kaunas, in Lituania, curata da Nicolas Bourriaud (18 settembre - 31 dicembre) -, segnaliamo una “new entry”: TRIO a Rio de Janeiro (4 settembre - 8 dicembre). 

La mostra si concentra sull’arte tridimensionale o, per usare una nota espressione coniata da Rosalind Krauss nel 1979, sulla «scultura nel campo allargato »; quindi non solo su oggetti e installazioni, ma anche sugli sviluppi nello spazio di linguaggi più tradizionalmente legati alle due dimensioni, come pittura, disegno, fotografa, video, e sulla contaminazione con la performance. 

Che questa nuova Biennale sia nata proprio in Brasile non è una coincidenza, dal momento che, a partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso, soprattutto a Rio, la ricerca in ambito scultoreo è stata molto vivace e ha contrassegnato la storia dell’avanguardia, con movimenti come il neoconcretismo e l’arte cinetica. 

Anche se la lista degli artisti partecipanti è tuttora in via di definizione, possiamo supporre che, per questo primo appuntamento, il curatore Marcus de Lontra Costa guarderà a nomi che ormai da tempo fanno parte della scena internazionale, come gli storici Hélio Oiticica (1937-1980), Lygia Clark (1920-1988), Lygia Pape (1927-2004), e i contemporanei Cildo Meireles (1948), Ernesto Neto (1964), Tunga (1952). 

TRIO punta moltissimo sull’arte nello spazio pubblico come forma di democratizzazione e apertura culturale (anche il titolo e il tema, Chi ha detto che il domani non esiste?, segue questa linea ed è preso in prestito da un verso del rapper brasiliano Marcelo D2). Oltre a sedi più istituzionali come la Fundação Cidade das Artes, il Memorial Getúlio Vargas e il Centro de Arte Municipale Hélio Oiticica, tanti gli spazi cittadini che diventeranno musei all’aperto, tra cui luoghi già di per sé iconici come la spiaggia di Copacabana, il giardino botanico e il belvedere Dona Marta, da cui si domina con lo sguardo tutta Rio.


Il neoconcretismo e l’arte cinetica del secolo scorso sono il terreno su cui si fonda la prima edizione della Biennale di Rio de Janeiro


La Fundação Cidade das Artes di Rio de Janeiro, una delle sedi della Biennale.

ART E DOSSIER N. 324
ART E DOSSIER N. 324
SETTEMBRE 2015
In questo numero: PRIMITIVISMI L'editoriale di Philippe Daverio; Il volto del serpente, l'Espressionismo in Toscana, Klee, Africa oggi; GLI UFFIZI a Casal di Principe; CINA OTTOCENTO La scoperta della fotografia. IN MOSTRA La Grande Madre, Gruppo Zero.Direttore: Philippe Daverio