Grandi mostre. 11
Il Medioevo in viaggio a Firenze

passo dopo passo
giorno dopo giorno

Un tema affascinante, tracce di vita quotidiana e immagini evocative di un tempo in cui le distanze fra un luogo e l’altro apparivano al tempo stesso smisurate e misurabili, dense di incognite eppure affrontate: una mostra in corso al Museo nazionale del Bargello - come ci descrive qui una delle curatrici - porta alla nostra attenzione carte, bagagli, mercanti, pellegrini, viaggiatori di mare e di terra dell’Europa medievale.

Benedetta Chiesi

«Se l’acqua di uno stagno resta immobile, diviene stagnante, fangosa e fetida. Essa rimane limpida se scorre e si muove. La stessa cosa vale per l’uomo che viaggia». Questa citazione, riportata da Tzvetan Todorov nelle Morali della storia, potrebbe servire da introduzione alla mostra in corso al Bargello, dedicata al tema del viaggio nel Medioevo.

La mostra Il Medioevo in viaggio è frutto del lavoro congiunto di quattro musei europei - il Musée de Cluny di Parigi, il Museu Episcopal di Vic, il Museum Schnütgen di Colonia e il Bargello di Firenze -, che dal 2011 hanno costituito il “Réseau des Musées d’Art Médiéval” e presentano in questa occasione il primo risultato della loro collaborazione. Il tema del viaggio intende evidenziare anche l’aspetto “europeo” del Medioevo, che vede, soprattutto al di là delle Alpi, il formarsi dei primi stati nazionali, oltre a una consistente circolazione di idee, modelli e viandanti lungo le vie di pellegrinaggio.


La Sacra famiglia è sempre raffigurata in viaggio a piedi, come nella Fuga in Egitto, con il solo conforto di un mulo


I musei partner hanno accolto la sfida di un progetto comune, condividendo risorse scientifiche e collezioni, e ideando una mostra che ha avuto una prima sede al Musée de Cluny nello scorso inverno e da marzo si è trasferita nelle sale espositive del Bargello, con alcune significative varianti, dettate dallo specifico contesto.

Qui si parlerà di viaggio e viaggi nel Medioevo. Se il tema è largamente affrontato in ambito storico e letterario, proporlo in mostra, e renderlo quindi visibile, rappresenta un’ardua sfida, poiché sono poche le testimonianze materiali giunte fino a noi. Qual era il corredo del viaggiatore medievale? Quali motivazioni o necessità spingevano al viaggio? Partendo da questi temi, il percorso espositivo si articola in cinque sezioni: anzitutto la visione del mondo e degli orizzonti percorribili; il viaggio per la salvezza dell’anima - causa apparente dei principali spostamenti, tra cui il pellegrinaggio -; e la guerra, fosse essa in una regione limitrofa così come nell’Oriente delle Crociate; le ultime due sezioni sono legate invece al mondo civile e privato, ovvero ai viaggi dei mercanti e agli spostamenti d’apparato delle corti e dei signori.

La mostra è anche l’occasione per ammirare, fuori dalle loro sedi abituali, tesori poco conosciuti dal grande pubblico e talora mai concessi prima in prestito. Gli oltre cento pezzi presentati provengono principalmente dalle collezioni dei quattro musei protagonisti del progetto, arricchiti da importanti prestiti italiani e stranieri. Si ricorda, per esempio, il grande Portolano della Biblioteca nazionale di Firenze, con illustrati i porti e le città del bacino Mediterraneo, su una pergamena di oltre un metro di lunghezza. Un aspetto meno sontuoso, ma anche un diverso utilizzo, è illustrato da una xilografia, stampata in occasione del Giubileo del 1500, orientata con il sud in alto poiché concepita per il viaggiatore diretto dal Nord Europa verso Roma. Si tratta, a ragione, di una delle prime carte stradali a uso del pellegrino. Il formato ridotto permetteva di portarla agilmente con sé e le vie sono tracciate da linee punteggiate, ove ogni punto corrisponde a un miglio tedesco (ovvero 7,4 km). Il viandante poteva, quindi, calcolare i propri spostamenti in base al tempo e alla stanchezza. Una trentina di chilometri al giorno erano una buona prestazione per chi si spostava a piedi, sicuramente il mezzo di locomozione più diffuso anche in caso di lunghi tragitti. Il viaggio a piedi è una peculiarità dei pellegrini, per i quali la fatica assume un valore penitenziale, ma si spostano così anche i contadini o i piccoli mercanti, talora i messaggeri e i soldati. Non a caso anche la Sacra famiglia è sempre raffigurata in viaggio a piedi, come nella Fuga in Egitto di Jaume Ferrer II, con il solo conforto di un mulo. Non esistevano certo attrezzature o scarpe adatte al viaggio: le scarpe del XIII e XIV secolo erano in cuoio con contrafforti in pelle, alte fino alle caviglie. Contro la pioggia potevano essere utilizzati delle specie di pattini o ramponi che permettevano di camminare con il piede sollevato da terra, per non inumidire le suole. In mostra sono presentate delle rare testimonianze di scarpe medievali, provenienti dal Centre d’histoire locale di Tourcoing.


Bottega di Gabriel de Vallseca, Portolano (1440 circa), Firenze, Biblioteca nazionale centrale.

Alcuni oggetti di uso comune attestano il corredo utilizzato da mercanti o notai per spostamenti “di lavoro”, come il prezioso libro giuridico proveniente dalla Royal Library di Copenaghen. Questo piccolo volume ha una speciale legatura che permetteva di appenderlo alla cintura grazie al nodo all’estremità, lasciando al contempo le mani libere, ma pronto per la consultazione a ogni evenienza, anche durante gli spostamenti. Di questi libri da cintura, di cui la pittura ci offre molte testimonianze, se ne sono conservati solo una ventina di esemplari, e la mostra offre l’occasione di apprezzarne uno da vicino. Altri brevi viaggi, ma dal forte valore simbolico, sono evocati nell’ultima sezione, grazie alle preziose selle del Bargello. Queste, impiallacciate con lastre di osso e corno scolpite a bassorilievo, non erano certo destinate a lunghe cavalcate quanto al corteo solenne che accompagnava la sposa durante la “domumductio”, la parata scenografica con cui ufficialmente la donna lasciava la casa paterna per spostarsi, dote al seguito, nella casa del marito. Un viaggio simbolico che segna il passaggio da figlia a sposa e sancisce pubblicamente la nuova alleanza politica ed economica tra le due casate.

La costanza delle pulsioni umane davanti agli stimoli del viaggio è uno degli aspetti più commoventi e affascinanti nell’accostarsi a questo tema, che rivela, oltre ai cambiamenti di costume, una comunanza di motivazioni antropologiche e di reazioni, sempre simili, davanti al diverso, al bisogno di ostentare il raggiungimento della meta, di raccontare e condividere l’incontro con l’“altro”. Non stupisce che entrando oggi nei grandi santuari meta di turismo, come Notre-Dame a Parigi, si trovino in vendita medagliette a ricordo della visita. “Mutatis mutandis”, si tratta delle stesse placchette realizzate in serie e in materiali poco costosi, come quelle che si possono osservare in mostra, acquistate dai pellegrini medievali nei santuari visitati ed esibite, cucite sulle vesti o sui cappelli, in modo da rendere tangibile e condivisibile la memoria del viaggio compiuto.
Con questo progetto europeo il Bargello festeggia anche i centocinquant’anni di Firenze capitale (lo fu brevemente, dopo Torino e prima di Roma, dal 1865 al 1871) e della fondazione stessa del museo. Negli anni che precedettero la sua inaugurazione vivaci dibattiti si accesero attorno all’identità del nascente museo, guardando con interesse al South Kensington di Londra (oggi Victoria and Albert Museum) e al Cluny di Parigi. La prima mostra con cui il museo si presentò al pubblico nel 1865 fu una mostra di «oggetti dei tempi di mezzo e del Rinascimento», che contemplava una serie eterogenea di opere, con una visione ancora eclettica del Medioevo. Con il progetto del Réseau, a centocinquant’anni di distanza, il Bargello celebra le proprie origini riproponendo una mostra di arti medievali e offrendo ai visitatori un percorso svolto in un arco cronologico che, contestualmente con un’idea di Medioevo europeo, si allunga fino alla metà del XV secolo.

Il Medioevo in viaggio

a cura di Beatrice Paolozzi Strozzi, Ilaria Ciseri, Benedetta Chiesi
Firenze, Museo nazionale del Bargello
via del Proconsolo 4
telefono 055-2388606
orario 8.15-17, chiuso il primo, il terzo e il quinto lunedì del mese

fino al 21 giugno
catalogo Giunti Editore
www.unannoadarte.it/bargello

ART E DOSSIER N. 321
ART E DOSSIER N. 321
MAGGIO 2015
In questo numero: L'INVASIONE DELLE ULTRAMOSTRE Expo, Biennale e le altre, in Italia e in Europa: da Leonardo a Gauguin, da Altdorfer alla Nuova oggettività, dal barocco romano a Diebenkorn. PAGINA NERA La Palermo dell'abbandono.Direttore: Philippe Daverio