Grandi mostre. 3
La Nuova oggettività a Venezia

moderni
e disincantati

La realtà complessa e caotica della repubblica di Weimar, ritratta con lucidità dagli artisti della Neue Sachlichkeit, è protagonista di un’importante mostra ora a Venezia e poi a Los Angeles. Ce ne parla qui la curatrice.

Stephanie Barron

Il termine “Sachlichkeit” è stato tradotto in vari modi, tra cui “concretezza”, “sobrietà”, “realtà” e “imparzialità”. Adottando “Nuova oggettività” come titolo della mostra abbiamo scelto volutamente la descrizione più precisa del nuovo modo di vedere che questi artisti (inclusi alcuni fotografi) adottarono nella loro lucida e spassionata osservazione dell’ambiente moderno. La mostra di oggi analizza i vari modi in cui questi artisti hanno filtrato e raffigurato la realtà contemporanea e, presentando la fotografia insieme alla pittura e al disegno, offre la rara opportunità di esaminare somiglianze e differenze tra i vari media della Nuova oggettività. Fino al 30 agosto a Venezia e dal 4 ottobre al 17 gennaio 2016 al Lacma di Los Angeles, questa è la prima grande rassegna che esplora e fa rivivere i temi della Nuova oggettività indagandone la specifica tensione con le conseguenze sociali, culturali ed economiche della modernità, tra cui lo sviluppo dell’urbanizzazione, i progressi dell’industria e della tecnologia e gli effetti devastanti del moderno apparato bellico. La nostra mostra rispecchia la diversità delle figure impegnate in questa nuova forma di realismo, presentando più di duecento dipinti, disegni, stampe e fotografie di cinquantaquattro artisti. Le figure chiave - Max Beckmann, Otto Dix e George Grosz - sono presentate insieme a nomi la cui produzione è più strettamente associata a questa particolare forma di realismo: per esempio Aenne Biermann, Alexander Kanoldt, August Sander, Christian Schad e Georg Schrimpf. Nuova Oggettività. Arte in Germania al tempo della Repubblica di Weimar 1919-1933 è divisa in cinque sezioni che presentano gli approcci alternativi, e talvolta contrastanti, adottati dagli esponenti di questo nuovo realismo nel rapportarsi al contesto tumultuoso e alle rapide trasformazioni degli anni di Weimar.

La prima sezione, “La vita nella democrazia e le conseguenze della guerra”, include, tra le altre, opere di Beckmann, Dix, Heinrich Maria Davringhausen, Rudolf Schlichter e Georg Scholz, che indagano la disparità tra borghesia in ascesa e le vittime collaterali della guerra: invalidi e disoccupati, prostitute e vittime di violenze.

La seconda sezione, “La città e la natura del paesaggio”, esplora le tensioni tra ambiente rurale e urbano, il rapporto tra il rapido dilagare dell’industrializzazione nel Novecento e la nostalgia per la vita bucolica e apparentemente più semplice dell’Ottocento.

La sezione “Natura morta e beni di consumo” esamina attentamente le nuove iconografie elaborate dagli esponenti della Nuova oggettività nei loro studi contemplativi degli oggetti quotidiani più disparati (uno strofinaccio da cucina, un secchio, una caffettiera elettrica, una macchina per cucire, piante di cactus, di ficus, uova). Queste composizioni fortemente costruite, che si potrebbero definire ritratti di oggetti, riflettono anche i modi in cui il consumismo aveva iniziato a insinuarsi nella vita della Germania moderna.

La sezione “L’uomo e la macchina” indaga l’attenzione degli artisti per i progressi tecnologici e la modernizzazione industriale del loro tempo: una fascinazione spesso venata di scetticismo, simile all’ambivalenza che permea il capolavoro di Fritz Lang, Metropolis, del 1927.


Christian Schad, Autoritratto con modella (1927).

La sezione finale, “Nuove identità: tipi umani e ritrattistica”, esplora la produzione che forse viene più comunemente identificata con la Nuova oggettività. In opere prive di ogni sentimentalismo, che sfidavano le consuetudini della ritrattistica tradizionale, gli artisti spesso sceglievano come soggetti alcune delle tipologie sociali che popolavano la Germania di Weimar, riflettendo una tendenza assai diffusa a catalogare e classificare, nel tentativo di definire e organizzare la struttura della società. Potendo rivendicare una resa obiettiva, la fotografia si prestava perfettamente agli scopi della Nuova oggettività. Una delle figure più importanti in questo ambito è August Sander, che immortalava i suoi numerosi soggetti in pose serie e inespressive, organizzando gli scatti a seconda della loro professione. Le fotografie di Sander sono uno specchio della loro epoca, e sono un modo per comprendere la complessità e il caos di quel periodo.

Nuova oggettività.
Arte in Germania al tempo della Repubblica di Weimar 1919-1933

Venezia, Museo Correr
piazza San Marco
1° maggio - 30 agosto, orario 10-19
848-082000, www.correr.visitmuve.it
Catalogo Lacma - Delmonico Books

Questo testo è un estratto - rivisto dall’autrice - di un saggio di Stephanie Barron pubblicato nel catalogo della mostra veneziana al Museo Correr dal 1° maggio al 30 agosto.

ART E DOSSIER N. 321
ART E DOSSIER N. 321
MAGGIO 2015
In questo numero: L'INVASIONE DELLE ULTRAMOSTRE Expo, Biennale e le altre, in Italia e in Europa: da Leonardo a Gauguin, da Altdorfer alla Nuova oggettività, dal barocco romano a Diebenkorn. PAGINA NERA La Palermo dell'abbandono.Direttore: Philippe Daverio