Altre memorabili scritte realizzate da Banksy in questi anni sono Mind the Crap (davanti all’ingresso della Tate Gallery a Londra, 2002), Designated Riot Area (Londra, Trafalgar Square, 2003), Designated Picninc Area (2003, apposta su squallide superfici come cassonetti dell’immondizia), l’emblematica What Are You Looking at? (2004, collocata a Londra davanti a una telecamera puntata su un muro) e l’effimera Buried Treasure, riprodotta a stencil in rosso sulla sabbia della spiaggia di Weston-super- Mare nel 2003.
Altri motti, questa volta scritti a pennarello, appaiono in una serie di scorribande che Banksy realizza negli zoo di Barcellona (2001), Melbourne (2003) e successivamente Londra e Bristol. Si tratta di alcuni cartelli affissi all’interno di gabbie e recinti che, con ironia, cercano di dare voce alla sofferenza degli animali rinchiusi: Help Me Nobody Will Let Me Home, I’m a Celebrity Get Me Out of Here, This Place Is too Cold, oppure We’re Bored of Fish, quest’ultimo collocato nel recinto dei pinguini.
Un altro memorabile evento di denuncia dal carattere performativo avviene nel 2004, nel cuore pulsante di Piccadilly Circus, quando l’artista, travestito da Ronald McDonald (mascotte della catena di fast food McDonald’s) lancia in cielo un enorme palloncino rosso con il logo di McDonald’s, al quale ha legato un pupazzo dalle fattezze di un bambino, intitolando l’operazione McDonald’s Is Stealing Our Children. La critica di Banksy nei confronti delle multinazionali per lo sfruttamento esercitato nei confronti dei lavoratori, dell’ambiente e, non da ultimo, dell’immaginario dei più piccoli, è già pienamente matura nelle opere di questi anni e ricorre ugualmente nella coeva produzione grafica dell’artista, toccando in particolar modo marchi come Tesco (la più importante catena di supermarket inglesi), Burger King, McDonald’s e Disney.
Le più mirabolanti incursioni intraprese da Banksy in questo primo lustro degli anni Duemila sono però quelle che compie in alcuni importanti musei europei e americani, inserendo furtivamente in spazi che si vorrebbero ipersorvegliati delle opere che fanno il verso a quelle presenti nelle sale, con tanto di didascalie. Prima vittima la Tate Gallery, dove Banksy appende nel 2003 un idilliaco paesaggio pastorale recintato dal nastro segnaletico della polizia, come fosse la scena di un crimine, azione documentata anche da un video. Nel 2004 affigge al Louvre una Gioconda col volto sostituito da uno “smile”, mentre al Natural History Museum di Londra nello stesso anno colloca un ratto-writer imbalsamato. Nel 2005 si introduce in alcuni musei di New York: al Metropolitan affigge un ritratto femminile in abiti settecenteschi e maschera antigas; al MoMA omaggia Warhol con una versione da discount della Campbell Soup; al Brooklyn Museum piazza il ritratto di un ufficiale settecentesco che ha appena finito di scrivere con una bomboletta slogan contro la guerra; al Natural History Museum, infine, aggiunge tra gli insetti della sala un coleottero americano al quale, lente alla mano, ha aggiunto le ali di un cacciabombardiere e dei missili. Sempre nel 2005 conclude questi “détournements” museali al British Museum, ove posiziona tra varie antichità un finto reperto rupestre paleolitico raffigurante un uomo che va a caccia di un bisonte, trascinando un carrello della spesa.
Banksy dovrà attendere ancora qualche anno prima di entrare per via ufficiale nei musei, anche se spesso, paradossalmente, in mostre da lui non autorizzate. Tuttavia nei primi anni di attività egli presenta i propri lavori - stencil, così come opere su tela e stampe - in diversi spazi espositivi, a modo suo. La prima mostra risale ancora agli anni di Bristol, dove, nel 1998, espone una serie di opere dipinte ad acrilico, tra cui una primordiale versione di uno dei suoi capolavori, Love Is in the Air (o Flower Thrower). Sempre a Bristol, nel 2000, espone stencil e acrilici in un ristorante: tutte le opere vengono vendute per cifre inferiori alle mille sterline, compreso un autoritratto in veste di scimpanzé, rivenduto poi nel 2007 a centonovantottomila sterline. Al 2002 risale la sua prima mostra negli Stati Uniti, in una libreria-galleria di Los Angeles, dove presenta su tela anche la controversa Queen Victoria e una versione definitiva di Love Is in the Air. Alla fine dello stesso anno inaugura la prima edizione del Santa’s Ghetto, sorta di concept store natalizio che propone caoticamente lavori suoi e di altri artisti.
Nel 2003 Banksy organizza la sua prima grande mostra londinese, Turf War, con opere in varie tecniche e stili, tra cui rivisitazioni iconoclaste della regina Elisabetta e di Churchill, ma soprattutto interventi a spray su animali viventi, come mucche, pecore e maiali, che suscitano sconcerto e accese proteste da parte degli animalisti.