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GiorGio Morandi:
io ballo da solo

di Daniele Liberanome

Un eremita ricchissimo sarebbe Giorgio Morandi (1890-1964), se oggi potesse seguire l’evoluzione dei suoi prezzi dalla casa bolognese che lasciava controvoglia. Il suo successo di mercato deve far riflettere: Morandi è sì un artista facilmente riconoscibile, ma di non facile lettura, apparentemente ripetitivo e lontano dalle tendenze artistiche prevalenti; perdipiù, era persona schiva, totalmente al di fuori dello star system e contrario ai comportamenti inconsueti che hanno fatto la fortuna di tanti. Eppure è uno di quei nomi che non possono mancare in un’asta di arte italiana del Novecento che si rispetti, seppure le sue opere più rare sono ormai uscite dal circuito commerciale per finire nei musei. Mi riferisco ai quadri del 1918 e degli anni immediatamente successivi, in cui Morandi, attratto da Carlo Carrà e Giorgio de Chirico, dipinse oggetti in stile metafisico, oppure composizioni con particolare attenzione alla scansione dei volumi. Una tela del genere è Natura morta del 1920, in cui non troviamo più le linee marcate del periodo metafisico, ma che resta impregnata della stessa atmosfera contemplativa. Christie’s l’aveva offerta il 18 giugno 2007 a Londra stimandola 1,3-1,8 milioni di euro: non poco, considerato che l’opera non può lasciare l’Italia. Eppure l’aggiudicazione è arrivata a oltre 2 milioni, a tutt’oggi la più alta mai registrata. 


Facilmente riconoscibile ma di non facile lettura, apparentemente ripetitivo e lontano dalle tendenze artistiche prevalenti


L’acquirente l’ha rimessa nelle mani di Christie’s a Londra il 6 giugno 2012, ma stavolta, complice anche la debolezza della nostra economia, il prezzo è stato di 1,7 milioni - comunque più che ragguardevole. 

Al di fuori del periodo metafisico, gran parte della produzione di Morandi è costituita da tele di medio-piccole dimensioni in cui vengono ritratti oggetti di uso comune (ciotole, bottiglie e simili) ma in modo sempre diverso. I collezionisti apprezzano in particolare le opere dei primi anni Cinquanta dove i diversi elementi, ora numerosi, formano una sorta di fortino che racchiude tutte le esperienze quotidiane che rappresentano, mentre la quasi totale assenza di ombre toglie loro ogni valore individuale, nonostante i loro bordi siano nettamente definiti. Una tela del genere è Natura morta del 1953, venduta da Sotheby’s a Londra l’8 febbraio 2011 per oltre 1,6 milioni di euro, complice la tavolozza particolarmente ricca di colori (rossi, blu, gialli, fra l’altro) e il fatto di provenire dal Venezuela e non dover quindi restare in Italia. Identico il prezzo spuntato da Christie’s a Londra il giorno dopo, il 9 febbraio 2011, per un’altra Natura morta dello stesso anno e dalle caratteristiche piuttosto simili. Leggermente inferiore è il valore delle tele di fine anni Trenta-inizio anni Quaranta in cui gli oggetti occupano in orizzontale gran parte del dipinto e si muovono a formare quasi delle onde, con volumi corposi ben definiti. Di questo tipo è la Natura morta del 1940, aggiudicata da Sotheby’s a Milano (20 maggio 2007) per oltre 1,4 milioni di euro, o quella del 1946 che Christie’s ha sorprendentemente piazzato il 6 febbraio 2007 a Londra per oltre 1,5 milioni di euro. La stima era di tre volte più bassa, forse per tenere conto dei colori tenui utilizzati. 

Tutt’altro discorso va fatto per le tele in cui non compaiono bottiglie o cocci. Lì i valori, perfino i più elevati, sono ben diversi. Reggono in qualche misura il confronto le tele giovanili degli anni 1914-1915, come le Bagnanti che nel lontano 2005 (24 maggio) sono passate di mano a Milano da Christie’s per oltre 1,1 milioni di euro, ma è un caso a sé stante. Per il resto la soglia del mezzo milione rimane off-limits, anche per i pur celebri Paesaggi con case dipinte quasi fossero figure geometriche immerse nel verde. Il più caro è stato aggiudicato da Dorotheum (Vienna, 12 maggio 2009) per poco più di 400mila euro. Come si è visto, da tempo i Morandi non si aggiudicano più ai prezzi del 2007, in quanto i collezionisti esteri ancora latitano e agli italiani si è ristretto il portafoglio. Così anche i venditori aspettano momenti più propizi per mettere sul mercato le opere più preziose. Il Morandi più caro dello scorso anno (Natura morta del 1938) è stato venduto da Sotheby’s a Londra il 7 novembre, davvero interessante per l’uso di colori intensi su uno sfondo scuro, con oggetti quasi astratti eppure di una monumentalità impressionante. Il prezzo finale è stato di poco inferiore a 1 milione di euro. 

Il mercato meno ricco, ma ben documentato, guarda con interesse alle acqueforti, a cui Morandi dedicava grande attenzione. Interessante è Natura morta in un tondo del 1942 ma con disposizione degli oggetti in diagonale e la ricomparsa delle ombre. Christie’s ne aggiudicò uno dei cinquanta esemplari per 62mila euro il 24 maggio 2005 a Milano. 

Molto curati e ben individualizzati gli oggetti di Grande natura morta con lampada a destra del 1928, che incuriosisce anche perché la lampada può essere solo immaginata. Il 20 marzo 2013 Christie’s di Londra ne ha aggiudicato un esemplare per 57mila euro, un exploit per i prezzi correnti. Ma chi scommette nella ripresa economica dell’Italia e nello sviluppo internazionale del mercato di Morandi non deve avere dubbi: comprare adesso per portarsi a casa un buona plusvalenza nel medio periodo.


Natura morta (1953).


Natura morta (1920).

ART E DOSSIER N. 319
ART E DOSSIER N. 319
MARZO 2015
In questo numero: EROS FUORI PORTA Il corpo e la campagna, seduzioni boschive nella pittura veneta, in Stanley Spencer, in Courbet, nel Romanticismo tedesco. VAN GOGH 125 ANNI DOPO Il nuovo museo e tutti gli eventi. IN MOSTRA: Jacob Lawrence, Morandi, Palma il Vecchio, Carpaccio.Direttore: Philippe Daverio