Il museo immaginario


disperso,
riscoperto

di Il Museo Immaginario
ilmuseoimmaginario.blogspot.it

Un viaggio alternativo nell’arte del Novecento, alla riscoperta di grandi artisti, di opere e storie spesso dimenticate: i quadri imprevedibili di Franz Sedlacek

Franz Sedlacek (Breslavia 1891 - Polonia 1945?) è stato un anomalo e visionario pittore austriaco. 

Anzi, dirò di più: i suoi quadri sono geniali e imprevedibili. E le sue creazioni, che verranno in seguito ricollegate alla Nuova Oggettività (Neue Sachlichkeit) - movimento simile al realismo magico e vicino al surrealismo - sembrano molto più avanti rispetto al proprio tempo: nel gusto, nel segno, nell’ironia, nella deformazione della realtà. Quasi a presagire e ad anticipare di quarant’anni la cultura della Street Art, di Robert Crumb, dei comics della Beat Generation. Tanto da far sembrare oggi il caro Kostabi un epigono (beh, non era così difficile) e Banksy un inguaribile romantico. 

Interni con pipistrelli e pianisti, fuochi fatui, raduni di personaggi usciti da un raduno di zombie macrocefali, serpenti, paesaggi spettrali pietrificati, fiori che sembrano usciti dal film La piccola bottega degli orrori. Ecco ciò che prende forma, di volta in volta, sotto le sue mani. 

Cercate le immagini sui motori di ricerca. Le poche foto di questo spazio non potrebbero raccontare la complessa articolazione della sua opera, secondo noi ancora tutta da esplorare. 

Sedlacek sparì, infatti, nel secondo conflitto mondiale mentre prestava servizio come soldato della Wehrmacht, alla non tenera età di cinquantaquattro anni. Verrà dichiarato morto nel 1974 e solo nel 1990 saranno ripresentate al pubblico le sue opere, rimaste sino ad allora accatastate in un deposito, sconosciute a critica e pubblico. 

Ma vediamo la biografia. 

Dalla natia Breslavia (Wrocław in polacco) si trasferisce con la famiglia a Linz, in Austria, e inizia a dipingere da autodidatta, realizzando la sua prima mostra nel 1912, per poi dare vita al movimento d’avanguardia Maerz. 

Scoppia la Grande guerra e Franz viene arruolato come soldato semplice (come vedete, non si è mai fatto mancare nulla). 

Tornato in patria, terminati gli studi di chimica, inizia a lavorare al Technischen Museum di Vienna, operando in parallelo come grafico e pittore. Seguendo l’evolversi del clima del tempo, in pochi anni attraversa così la Secessione e il simbolismo, sino a quando, grazie alla collaborazione con Alfred Kubin, approda a uno stile personalissimo di forte matrice onirica. 

In pochi anni una pittura così diversa e immediatamente riconoscibile gli permette di farsi notare e di raggiungere una discreta fama. 

Si sposa, ha due figli, viene nominato capo del Dipartimento di chimica del museo. Pubblica i suoi lavori su riviste di successo come “Simplicissimus” e “Die Muskete” e arriva persino a esporre negli anni Trenta al MoMA di New York, tanto da ricevere nel 1937 la maggiore onorificenza austriaca. 

Insomma, va decisamente bene, quando scoppia ancora una volta la guerra e, nel 1939, viene richiamato sotto le armi. 

Prima viene spedito in Olanda, poi in Russia, dove sopravvive alla terribile battaglia di Stalingrado. Quindi in Polonia, la terra dove era nato, e nella quale svanirà nel nulla. Nei due conflitti ha trascorso quasi otto anni in trincea. Le sue opere sono oggi visibili al Leopold Museum a Vienna. 

Che Dio ci perdoni.


Musica al crepuscolo (1931).


Paesaggio urbano (1934).


La visita (1932).

Lo avete capito. La linea editoriale di questa pagina è soprattutto: “quelli che ce la stavano per fare e non ce l’hanno fatta”. O anche “i dimenticati”, “i puri”, “gli sconfitti vincenti”, “gli outsider”, “i geni silenziosi”, “storie andate così”. Ma soprattutto: “ le cose non sono come sembrano”.

ART E DOSSIER N. 319
ART E DOSSIER N. 319
MARZO 2015
In questo numero: EROS FUORI PORTA Il corpo e la campagna, seduzioni boschive nella pittura veneta, in Stanley Spencer, in Courbet, nel Romanticismo tedesco. VAN GOGH 125 ANNI DOPO Il nuovo museo e tutti gli eventi. IN MOSTRA: Jacob Lawrence, Morandi, Palma il Vecchio, Carpaccio.Direttore: Philippe Daverio