mi riferisco al Ritratto di giovane con la mela degli Uffizi. In realtà, l’opera appartiene al consistente gruppo di opere del Sanzio di cui s’ignora il nome del personaggio ritratto. Tuttavia, la ricostruzione della storia della piccola tavola, giunta nelle collezioni fiorentine nel 1631 con la dote di Vittoria della Rovere che sposò Ferdinando II de’ Medici granduca di Toscana, costituisce una buona traccia per una possibile identificazione. È allora probabile che si tratti di un ritratto giovanile di Francesco Maria della Rovere che, nel 1504, fu scelto come erede del ducato di Urbino, privato dalla sorte della linea maschile dei Montefeltro.
All’evento allude, forse, la presenza della mela limoncella che tiene in mano e che, si può intuire, rimanda al simbolico pomo d’oro delle Esperidi come simbolo della raggiunta condizione ducale. Le ricerche di Georg Gronau hanno recuperato, già nel 1925, i documenti che comprovano la provenienza dell’opera dal Palazzo ducale di Urbino, insieme ad altre due tavole di cui si parlerà più avanti. Lo studioso si misura anche con proficui confronti di tipo fisionomico.
Se a tutto questo si aggiunge l’accostamento con il Ritratto di Francesco Maria della Rovere di Tiziano, pure conservato agli Uffizi, giunto nelle collezioni fiorentine con la medesima dote dell’altro, un’identificazione plausibile, tenendo conto pure delle differenze d’età, può essere quella appena proposta(8). Allo stesso torno di tempo e alla medesima quadreria di provenienza, confluita nella collezione degli Uffizi, appartengono altre due opere, come i ritratti dell’allora duca di Urbino Guidobaldo di Montefeltro e di sua moglie Elisabetta Gonzaga.