Finestre sull'Arte


crazy for pazzi

di Federico Giannini

Filippo Brunelleschi era convinto che la bellezza di un’opera derivasse dalla sua proporzionalità, dalla giustezza delle sue misure, dall’equilibrio tra gli elementi che la compongono. Se volessimo compiere un viaggio a Firenze in piazza Santa Croce e decidessimo di sbirciare dal portoncino che dà sul chiostro di Arnolfo, lanciando un’occhiata anche rapida e fuggevole alla loggia della cappella Pazzi, potremmo accorgerci, senza aiuto alcuno, della passione di Brunelleschi per l’armonia e la classicità. 

Tuttavia, in questi giorni troveremmo la facciata della loggia coperta dai ponteggi, montati per l’urgente restauro: la pietra serena, il principale materiale con cui è stata costruita, in diversi punti si è sgretolata. Certi brani di intonaco hanno vissuto tempi migliori. Lo sporco ricopre alcune porzioni delle terrecotte robbiane poste a decorare le parti coperte. E tutto questo non certo a causa d’incuria: la cappella Pazzi è sempre stata sorvegliata con attenzione dai restauratori proprio per la fragilità dei materiali con cui è stata realizzata. La pietra serena, in particolare, tende a rovinarsi col tempo. E i problemi, con il passare degli anni, rischiano di minare la sicurezza della struttura. Ragione per cui è stato ritenuto doveroso l’intervento che l’Opera di Santa Croce vuole condurre contando solo sulle proprie forze. Per coprire i costi, 190mila euro, è stata avviata anche una campagna di “crowdfunding”, dal simpatico nome #crazyforpazzi, che con successo ha superato l’obiettivo minimo di 95mila dollari: così chiunque, facendo un’offerta libera sulla piattaforma Kickstarter, ha potuto contribuire a salvaguardare la loggia della cappella Pazzi. E per ogni offerta, l’Opera ha messo in palio premi, a seconda dell’entità della donazione: ringraziamenti pubblici, biglietti omaggio, medaglie, litografe. Per i più munifici, anche l’invito all’evento inaugurale che si terrà, a lavori conclusi, il 18 settembre. 

Al fine di superare nel modo migliore le difficoltà, legate soprattutto alla varietà dei materiali presenti sulla facciata, il team di restauro, guidato da Marco Pancani, ha studiato un intervento articolato in diverse fasi: sono già state compiute le prime indagini diagnostiche e le campagne fotografiche per documentare lo status di partenza. Adesso, a impalcature montate, si procede con il consolidamento della copertura della loggia e dei suoi elementi in legno. Finita questa parte, anche la sottostante struttura in pietra serena sarà adeguatamente consolidata. Ci sarà poi una fase che consisterà nella ripulitura dei punti interessati dai depositi di sporcizia, nel reintegro degli elementi rimossi per precauzione, e nella stuccatura delle parti deteriorate. E infine la protezione, onde rallentare in maniera consistente il progressivo degrado dei materiali. 

Certo, non è uno di quei restauri che alla fine faranno sembrare l’edificio come nuovo. È però un restauro utile, che si pone l’obiettivo di fermare il deterioramento della loggia di quella cappella che Vasari definì «cosa varia e molto bella». Un giudizio che a Brunelleschi sarebbe sicuramente piaciuto.


Grazie anche a una campagna di “crowdfunding” è iniziato il restauro della loggia della cappella Pazzi a Firenze


Lunetta frontale della cappella Pazzi commissionata da Andrea de’ Pazzi a Filippo Brunelleschi nel 1429, nel complesso di Santa Croce a Firenze, e ultimata nel 1461 dopo la morte dell’artista.

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ART E DOSSIER N. 318
ART E DOSSIER N. 318
FEBBRAIO 2015
In questo numero: IL SOGNO I mondi oscuri di Leonora Carrington; Le alchimie di Perahim; Donne e incubi surrealisti; Fantasie settecentesche. ISMAN E PAOLUCCI: la Sistina va difesa dai turisti. IN MOSTRA: Doig, Casati, Gherardo Delle Notti.Direttore: Philippe Daverio