In tendenza 


tra i graffitari
solo una stella

di Daniele Liberanome


di Banksy ce n’è uno. Nel mondo della Street Art il fenomenale artista inglese venduto perfino per 1,2 milioni di euro (Sotheby’s, New York, 14 febbraio 2008), e oggi scambiato per prezzi appena più contenuti, continua a fare storia a sé. Gli altri artisti di strada vengono scambiati per cifre decisamente più ridotte. Le loro opere vengono offerte non solo in gallerie di tendenza ma anche in case d’asta di primo livello, come Bonhams o Artcurial o Phillips, che però paiono scommettere poco su una crescita del settore.

Scarsa fiducia delle case d’asta negli street artists, a eccezione dell’impareggiabile Banksy



Vero, ma strano, perché gli appassionati si dovrebbero ricordare di un certo Jean-Michel Basquiat o di un certo Keith Haring che hanno cominciato la loro carriera da graffitari e sono poi finiti nelle case dei più ricchi del pianeta. Con loro aveva mosso i suoi primi passi Futura, al secolo Leonard Hilton McGurr (nato nel 1955) che è rimasto un vero street artist, legato al mondo dei treni e delle stazioni di metropolitana da nobilitare. Ha esposto in buone gallerie in Francia e Stati Uniti, è entrato in qualche buona collezione pubblica - come al MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna -, ma le sue quotazioni non hanno mai spiccato il volo. Il suo top lot è Black Fog pagato da Phillips a New York 42mila euro il 17 dicembre 2010, per di più andando ben oltre le aspettative della casa d’asta che si aspettava di venderlo per la metà. Sarà forse colpa del suo stile fin troppo imparentato con l’espressionismo astratto, ma se nel 2012 diverse opere di Futura sono state aggiudicate intorno ai 40mila euro, più recentemente le quotazioni sono scese ancora.
Altro noto artista di strada è Obey, pseudonimo di Frank Shepard Fairey (nato nel 1970), diventato famoso per il suo ritratto di Barack Obama che fece scalpore durante la campagna elettorale del 2008. Nell’ultimo decennio sono state scambiate in asta centinaia di sue opere. Come molti altri artisti di strada, il suo stile è figurativo, ricco di simboli facilmente comprensibili almeno a un primo livello, creati utilizzando colori forti, che attraggono l’attenzione dei passanti. Il pezzo più caro di Obey è Guns & Roses, titolo che riprende il nome di un celebre complesso rock, e intriso di spirito antimilitarista. Dalle canne di alcuni mitra, impugnati da braccia muscolose, spuntano rose rosse su un cielo rosso striato che ricorda atmosfere orientali, direi quasi vietnamite. Artcurial l’ha aggiudicato a Parigi il 22 gennaio del 2013 per 63.395 euro raddoppiando la stima massima. Stesso messaggio, stessi colori, stesso sfondo, troviamo anche in War is over, titolo che pare più che altro uno spot pubblicitario in uno scenario di guerra e di distruzione.
Obey crea anche ritratti di celebri personaggi, al di là di Obama, ritraendoli in pose fortemente evocative utilizzando la sua tipica quadricromia. Buon successo ha riscosso un Andy Warhol, ispirato a un’immagine dell’artista da giovane e con un simbolo di pace sullo sfondo. Il 5 febbraio 2014 è passato di mano per 46.440 euro da Artcurial a Parigi, di gran lunga il mercato più interessante per Obey. Resta questo il suo risultato migliore per l’anno corrente, a dimostrazione di una certa pausa di riflessione nelle sue quotazioni, dovuta anche al fatto che negli Stati Uniti la sua arte non pare sfondare.
Altro personaggio di spicco è John Matos, detto Crash (nato nel 1961) graffitaro da sempre e capace di salire agli onori della critica e creare rapporti con opinion leader. Lo si trova in musei di prima fascia sia in Europa (Boijmans a Rotterdam, il Ludwig a Colonia, fra molti altri) sia negli Stati Uniti (Flint di New York e molti altri), e la sua opera più cara mai venduta è la decorazione su una chitarra, strapagata (300mila euro su eBay) perché il proprietario era Eric Clapton.
I risultati in asta, però, non si distaccano dai livelli di Obey, anzi restano ancor più bassi. Il suo pezzo più caro è Call Card pagato appena 43mila euro. Eppure è ricco di colori sgargianti spruzzati su una tavola di legno fino a rappresentare il grande viso di una donna parzialmente velata e ben truccata. Fu questo il top lot dell’asta di Artcurial del 18 febbraio 2008 tutta dedicata alla Street Art, in cui un altro Crash venne scambiato per 24mila euro (Undisputed Truth). La stima di partenza era comunque bassa, 15-20mila euro, a dimostrazione della scarsa fiducia delle case d’asta nei graffitari. Banksy rimane un miraggio lontano per gli altri.



Crash, Call Card (1988).


Shepard Fairey, Guns & Roses, (2006);


Futura, Black Fog (1990).

ART E DOSSIER N. 315
ART E DOSSIER N. 315
NOVEMBRE 2014
In questo numero: UTOPISTI E ANTISISTEMA Rotella e gli ''affichistes''; Il Camino di Santiago tra San Francesco e il contemporaneo; Orcadi: una chiesa in prigionia; Ribelli e dissidenti ottocenteschi. IN MOSTRA: Klein e Fontana, Modigliani, Cartier-Bresson.Direttore: Philippe Daverio