Un uso deciso della luce e delle ombre caratterizza la serie dei notturni a soggetto devozionale, prodotti fra il 1630 e la metà del 1640, cui lo stesso pittore si riferisce con il termine “nuicts”.
In Lorena già Jean Leclercq (1586-1633) aveva precocemente adottato questo espediente e, tuttavia, precedenti e tangenze sono stati ravvisati dalla critica piuttosto nell’opera di Caravaggio e dei caravaggeschi fiamminghi.
Se tuttavia identifichiamo il tenebrismo di Caravaggio con quel suo caratteristico uso di illuminare l’azione mediante una luce esterna al dipinto, come un riflettore sul palcoscenico, allora i notturni latouriani sono tutt’altra cosa. La luce di La Tour, artificiale prodotto della candela, della torcia o del lume a olio, è incorporata all’interno della cornice e non serve ad accentuare il realismo delle immagini, come accade nelle opere del Merisi, ma piuttosto a negarlo.
Gli originali effetti di stilizzazione e semplificazione compositiva che ne derivano lo allontanano anche da Gerrit van Honthorst, seguace nordico di Caravaggio, anch’egli esperto nell’incorporare la luce nell’immagine, ma con finalità di realismo spesso un po’ grossolano che nulla ha a che vedere con la trasfigurazione metafisica del lorenese. La serie di quattro opere raffiguranti la Maddalena penitente, dipinte fra il 1635 e il 1645, illustra questo processo di evoluzione stilistica. Maddalena è la bella peccatrice che, pentita dei suoi trascorsi e dimentica delle sue attrattive, dedica l’esistenza che le resta alla divina contemplazione, facendosi così agente della riflessione sulla vanità umana e sul senso della morte, temi di universale rilevanza escatologica. Soprattutto la santa incarna il pentimento, il sentimento cardine della confessione, sacramento cattolico necessario alla salvezza in antitesi alla tesi teologica della Chiesa riformata che l’uomo si salvi per la sola grazia.
Sebbene simili per composizione e formato nonché tutte raffigurate a lume di notte, le varie versioni della Maddalena mostrano un diverso grado di semplificazione iconografica e di intensità dell’ombra(30). La più ricca di particolari è la Maddalena Wrightsman conservata al Metropolitan di New York, altrimenti nota come la Maddalena con due fiamme. Qui non si vede che lo sfuggente profilo della protagonista il cui sguardo è rivolto allo specchio ove è riflessa la candela, unica fonte di luce di questo scuro interno. La Maddalena è qui un modello di conversione, lo raccontano la collana di piccole perle e l’orecchino sul tavolo che tanto ricordano i monili della cortigiana nel Baro con asso di fiori laddove in terra, nella semioscurità, si intravedono l’ornamento del suo turbante e i due bracciali della servetta della stessa opera. Il riferimento non è certo casuale: per alludere ai suoi trascorsi e trasformarla nella santa penitente di New York, La Tour ha usato l’efficace espediente di spogliare la cortigiana-truffatrice e la sua complice dei gioielli, simboli di colpevole artificio e vanità.