Studi e riscoperte. 4
Il concetto di “decorazione totale”

magnifica
follia
illimitata fantasia

L’ornamento, la ricerca della bellezza, l’uso di materiali preziosi, dall’architettura a oggetti di vario tipo come mobili, oreficeria e arazzi, hanno trovato nella storia dell’arte diverse possibilità espressive: dal Gotico fiorito al Gotico internazionale, dall’Art Nouveau della Scuola di Nancy al Bauhaus.

Mauro Zanchi

Tra il 1370 e buona parte del Quattrocento, nei territori d’oltralpe (Francia, Germania, Inghilterra), si declina una proliferazione dei caratteri gotici, un arricchimento della sovrastruttura decorativa sotto l’impulso di una “magnifica follia” e di un’illimitata fantasia, con il moltiplicarsi di curve e di controcurve, con slanci simili a fiamme guizzanti negli archi, nelle finestre e nei portali. Si privilegia sempre più un andamento sinuoso delle linee architettoniche, con archi rampanti più sottili, dove le strutture murarie non portanti vengono riempite di trafori estremamente lavorati. La poesia dell’architettura è resa visibile nell’ornamento, dove un valore spirituale viene evocato attraverso un’idea manifesta del bello, espresso al di là della mera funzionalità. La sovrastruttura e la struttura divengono un’unità inscindibile. Oltre alla creazione di opere permanenti, in questo periodo si dà molto spazio e valore a un’attività atta a creare opere effimere (abiti, tessuti, carte da gioco, tarocchi, bandiere, drappi, scudi, armature, allestimenti per banchetti e feste), per cui gli artisti più affermati sono coinvolti per la creazione di oggettistica varia, sontuosi regali da inviare ad altre corti, per destare ammirazione e invidia. Nel Gotico internazionale e nel Gotico fiorito c’è uno scambio continuo tra pittura, scultura e alto artigianato, una predilezione per oggetti facilmente trasportabili (codici miniati, avori, oreficeria, arazzi, mobili, ceramiche, regali per la diplomazia) e larga diffusione di manufatti molto raffinati e preziosi. Vengono organizzate botteghe polivalenti in grado di soddisfare qualsiasi richiesta della committenza. Questa modalità viene seguita anche nelle corti del Rinascimento e del periodo manierista, e pure nelle corti del Barocco. Nel procedere a fiume carsico della storia, una modalità si inabissa per un po’ di tempo per poi riaffiorare anche a distanza di qualche secolo.


Marcel Breuer, sedia Wassily, conosciuta anche come sedia Modello B3 (1925).

Il binomio utilità-bellezza vivifica ogni aspetto della vita e ogni prodotto e oggetto dell’uso quotidiano


Nella seconda metà del XIX secolo, in Inghilterra, Morris, Crane, Webb e Burne Jones - rispondendo al fitto dibattito intorno ai modi della produzione industriale e ponendo l’attenzione sulla mancanza di artisticità del prodotto in serie, sull’estraneità dell’uomo al suo lavoro - danno il via a un movimento di profonda revisione del lavoro artigianale e di rifondazione delle arti applicate, per ricreare una realtà produttiva e creativa ispirata. Dal 1861, Morris & Company si rifà alle corporazioni medievali, che vengono riproposte come modelli alternativi alle modalità della produzione industriale. Dai pionieri del modernismo viene creato un nuovo repertorio iconografico, che attinge a piene mani al variegato mondo naturale. I mondi animali e vegetali offrono innumerevoli spunti nelle più disparate produzioni (vetri, ceramiche, carte da parati, tessuti per arredamento, gioielli, abiti, servizi da tavola, lampade, arredi, soprammobili, porcellane, argenti), nell’integrazione tra arte, natura e bellezza, nella massima libertà creativa e nell’identificazione dell’uomo col suo lavoro, con la predilezione per l’oggetto prezioso e raffinato. Il binomio utilità-bellezza vivifica ogni aspetto della vita e ogni prodotto e oggetto dell’uso quotidiano. Queste sono le basi e le fondamenta dell’estetica liberty, che verrà declinata in innumerevoli variabili in Europa e oltreoceano. Attorno al 1890, nello stesso anno in cui Frazer pubblica Il ramo d’oro, Emile Gallé e Louis Majorelle fondano l’Ecole de Nancy, inaugurando la feconda stagione dell’Art Nouveau. Espressione tipica dello spirito modernista, questo stile privilegia, oltre la tematica naturalistica e la ricerca di motivi iconici attenti a ritmi “musicali”, il proposito di comunicare “per empatia” un senso di leggerezza, giovinezza, agilità, ottimismo, vitalismo.


Manifattura francese, reliquiario a forma di farfalla dal crocifisso da Donaustauf, in Baviera (prima metà del XIV secolo), ora a Ratisbona, Domshatzmuseum.

Emile Gallé, Alba e crepuscolo, testate di letto a farfalla (1904), Nancy, Musée de l’Ecole de Nancy.


Cavallino d’oro (1405 circa), Altötting, Camera del tesoro.

Viene privilegiato l’impulso alla sperimentazione, con estrema libertà combinatoria, nell’immersione appassionata e totale nel mondo della natura e nella varietà di temi naturalistici


Grazie alle elevate capacità professionali degli artigiani, allo studio nelle scuole di arti applicate, e al moderno insegnamento delle arti decorative, si cerca di mettere in atto l’opera d’arte totale nella progettazione architettonica: nella coerente fusione tra pensiero teorico modernista, progettazione globalmente intesa, struttura e decorazione, così come nell’integrazione delle arti, attraverso un laboratorio aperto dove sperimentare possibilità di combinazioni materiche. La capillare diffusione e il proliferare di riviste di architettura e di arti decorative, di repertori figurativi, fa in modo che si metta in moto una circolarità di idee, con una vocazione al cosmopolitismo. Lo stile totalizzante e internazionale, per la vastità dei settori artistici e produttivi e per la rivoluzione formale, si sviluppa dai prodromi dell’eclettismo tardo ottocentesco. Scardina gli schemi logici e le regole compositive dello storicismo accademico. Viene privilegiato l’impulso alla sperimentazione, con estrema libertà combinatoria, nell’immersione appassionata e totale nel mondo della natura e nella varietà di temi naturalistici, con allusioni semantiche e rimandi simbolici, oltre all’imitazione diretta della dimensione animale e vegetale, in direzione di un’organicità allusiva, per rinviare a primordiali processi formativi. In alcuni casi il processo si risolve nella direzione dell’astrazione e della stilizzazione, nella ricomposizione in nuove immagini, passando le innumerevoli possibilità della natura attraverso la lente deformante della nuova visione estetica, che muove da un inedito concetto di linea e di movimento. L’intento dell’Art Nouveau di diffondere bellezza al più vasto pubblico senza distinzioni sociali si rivela a un certo punto utopico, perché i prodotti, per la difficoltà d’esecuzione e per la preziosità dei materiali, alla fine possono essere comprati solo da una classe sociale agiata e dai gusti raffinati. Per le classi meno abbienti viene prodotta una serie di oggetti di consumo, attraverso la ripetizione involgarita dei modelli, che causa col tempo il rifiuto e la condanna estetica delle forme del Liberty. Per la vicenda delle arti applicate, nel primo Novecento la Germania diventa la patria che dà alla luce il design moderno, ereditando i presupposti culturali delle Arts and Crafts dell’età vittoriana, dello Jugendstil, del classicismo conformativo, del protorazionalismo e del razionalismo. Soprattutto la scuola fondata da Gropius, il Bauhaus (ripreso dal termine medievale “bauhütte”, riferito alla loggia dei muratori), che dura quanto la Repubblica di Weimar (1919-1933), cerca di unificare arte, artigianato e tecnologia, di nuovo secondo un modello misto di utopia e provocazione, con un’apertura verso la teosofia e l’influenza delle filosofie orientali. Il Bauhaus, anche nei decenni successivi alla chiusura della scuola a seguito dell’avvento del nazismo, ha ancora grande influenza sulle tendenze dell’arte e dell’architettura nell’Europa e negli Stati Uniti, offrendo le sue esperienze, via via nel tempo, a varie generazioni di artisti, architetti e artigiani, che hanno fatto evolvere la ricerca della modernità, spingendosi fino ai nostri giorni, in equilibrio tra creatività ideale e produzione industriale di massa.


Villa Majorelle a Nancy (1901-1902).


Villa Majorelle a Nancy (1901-1902).


Le volte a ventaglio dell’abbazia di Bath. Fondata nel VII secolo, riorganizzata nel X secolo, fu ricostruita tra il XII e il XVI secolo.

ART E DOSSIER N. 312
ART E DOSSIER N. 312
LUGLIO-AGOSTO 2014
In questo numero: AI WEIWEI Più forte del silenzio; IL TRIONFO DELLA DECORAZIONE Il medioevo in automobile; Propaganda e scatole di fiammiferi; Crane, l'illustratore; Victoria and Albert Museum. IN MOSTRA: Michelangelo/Pollock, Veronese. Direttore: Philippe Daverio I profeti del campanile di Martino MascherpaEstate al muba di Ilaria Ferrarisstorie a strisce - A Linus tutti debbono qualcosa di Sergio Rossitriennale di yokohama di Cristina Baldacciblow up - Capellini, Capitale umano, Xerra di Alberta Gnugnoliarte in confitto - Petrolio e potere di Federica ChezziXXI secolo - Ai Weiwei - Canterei con la gola arrochita di Elena AgudioGrandi mostre. 1 Pollock e Michelangelo a Firenze - La pittura e il furore di Sergio RisalitiXX secolo - Grafica pop comunista nell’Est Europa - Dio si nasconde nel dettaglio di Duccio DogheriaStudi e riscoperte. 1 Araldica e Medioevo nelle automobili - Nobili antenati di Marco BussagliStudi e riscoperte. 2 Charles Rennie Mackintosh acquerellista - Non solo per diletto di Monica BracardiStudi e riscoperte. 3 Walter Crane - L’artista operaio di Beatrice FerrarioMusei da conoscere - Il Victoria and Albert Museum a Londra - La grotta di Alì Babà di Massimo NegriStudi e riscoperte. 4 Il concetto di “decorazione totale” - Magnifica follia, illimitata fantasia di Mauro ZanchiGrandi mostre. 2 Paolo Veronese a Verona - Gioia, bellezza, riso e non solo di Gloria Fossila pagina nera - In caserma è prigioniero un tesoro tutto intero di Fabio IsmanAste e mercato a cura di Daniele Liberanomein tendenza -Geneticamente rivoluzionario di Daniele Liberanomeil gusto dell’arte - Birra mon amour di Ludovica SebregondiLibri a cura di Gloria Fossi100 mostre a cura di Chiara Senesi In allegato il dossier ''William Morris'' di Alberta Gnugnoli: una pubblicazione agile, ricca di belle riproduzioni a colori, completa di un utilissimo quadro cronologico e di una ricca bibliografia