MORRIS ATTIVISTA POLITICO

Scarse sono le indicazioni nella vita giovanile di Morris circa il ruolo che avrebbe avuto nel movimento socialista inglese. Lui, e il compagno di studi Burne-Jones, studenti di teologia a Oxford, avevano pensato di fondare un ordine monastico e di diventare cattolici romani. Ma ben presto un gruppo di studenti liberi pensatori introduce Morris alla critica del capitalismo del XIX secolo attraverso la lettura di Ruskin e Carlyle. Successivamente l’amicizia con Rossetti, il cui padre era stato un carbonaro espatriato in Inghilterra, lo mette in contatto con radicali europei che lo incoraggiano a sostenere le aspirazioni nazionalistiche dei territori irredenti in Europa. 

Naturale dunque che 20 la repressione turca di una serie di rivolte nei paesi dei Balcani conducesse Morris a interessarsi delle politiche nazionali e a diventare uno dei più attivi membri dell’Associazione della Questione orientale, contro la politica conservatrice in favore dei turchi di Disraeli e della regina Vittoria.


illustrazione con lo scontro tra forze dell’ordine e manifestanti durante il “Bloody Sunday”, “The Graphic”, 19 novembre 1887.


La sezione di Hammersmith (Londra) della Lega socialista. William Morris è il settimo da destra nella fila centrale.

Fallita l’Associazione, Morris non lascia la politica e aderisce alla National Liberal League, una vasta associazione della working class il cui scopo è sostenere il liberale Gladstone alle elezioni politiche del 1880. Ma il tentativo di ottenere dal nuovo governo, che in realtà persegue un piano imperialistico in Africa, un programma di riforme radicali fallisce e, rigettata decisamente la politica parlamentare, Morris nel 1882 è pronto per aderire al socialismo, dopo aver letto Il capitale di Marx in francese. All’epoca l’unica organizzazione socialista in Inghilterra era la Federazione democratica di cui divenne il tesoriere, posizione appropriata dato che presto Morris ne finanzierà di tasca propria il lavoro di propaganda. Anzi vi si diede interamente, con conferenze, comizi, meeting, “free speach” nelle strade, componendo canti e slogan, contribuendo con articoli al giornale dell’associazione, fino a venderlo lui stesso, indossati i ruvidi abiti da operaio, agli angoli delle strade. Nell’esecutivo della federazione, di cui Morris faceva parte, si palesò subito un’opposizione fra gli intransigenti che puntavano a ottenere riforme legislative come base per future agitazioni e per spianare la strada a una legalità del movimento e Morris, fortemente contrario, perché vedeva in esse solo un diversivo, mentre l’obiettivo doveva essere la rivoluzione socialista. Nel 1884 Morris e i suoi sostenitori rassegnarono le dimissioni per fondare la Lega socialista, anche se più forte e radicata rimaneva la Federazione con ramificazioni in tutto il paese. 

Morris era determinato nel volere che la Lega adottasse una linea antiparlamentare concentrandosi sull’educazione e l’organizzazione dei lavoratori in vista di una futura rivoluzione, come scrisse nel Manifesto della Lega da lui stesso disegnato. Non mancavano all’interno della Lega illustri dissidenti come Eleanor Marx e Friedrich Engels, o George Bernard Shaw, che più realisticamente vedevano in prospettiva la formazione di un Partito socialista del lavoro. La storia darà loro ragione. Morris pubblicò i loro saggi sulla rivista che aveva fondato per la Lega, “Commonweal”, che divenne il più quotato giornale socialista, per la cui diffusione Morris fu visto camminare per le strade portando addosso il doppio tabellone a sandwich. Nessuno degli amici artisti o intellettuali lo seguì in questa sua avventura mantenendo tuttavia l’amicizia, come Burne-Jones. Su “Commonweal” Morris pubblicò il suo forse più famoso racconto, News From Nowhere, visione utopistica di una società comunista senza classi seguente alla rivoluzione. Inizialmente il lavoro di propaganda educativa della Lega fu avvantaggiato dalle situazioni economiche stabili. Ma la recessione del 1885 indusse la Federazione democratica a organizzare marce di lavoratori disoccupati e scontenti che culminarono in una rivolta con saccheggi e rottura di vetrine a Piccadilly per cui le autorità risposero intervenendo a frenare le attività dei socialisti, con frequenti attacchi ai meeting all’aperto - infrangendo il mito del “free speach” - della Federazione e della Lega e arrestando alcuni oratori. Morris, benché consapevole di come fosse imbarazzante per la polizia la sua presenza nelle strade - un’audace vignetta lo mostra mentre un poliziotto gli lustra le scarpe -, si fece un punto di onore di partecipare e parlare a questi meeting ma nel 1886 fu arrestato e multato per essersi rivolto a una folla riunita in Bell Street. Tuttavia, nel 1887 si arrivò alla disintegrazione della Lega, in seguito a un drammatico evento noto come “Bloody Sunday” (domenica di sangue), quando migliaia di dimostranti si erano riuniti per marciare su Trafalgar Square ma furono caricati dalla polizia armata di baionette e dispersi in un totale scompiglio. «Tutto apparve finito in pochi minuti», commentò Morris. “Bloody Sunday” ebbe un terribile impatto psicologico sul movimento socialista inglese. La facilità con cui la polizia ebbe il sopravvento distrusse la fede nell’azione diretta e incoraggiò il movimento verso i metodi parlamentari. La Lega socialista si disintegrò a eccezione della sezione di Hammersmith, la sezione originaria di Morris, che nel 1893 votò l’annessione alla Federazione democratica sociale, con Morris presidente, che aveva capito come le diatribe interne al movimento erano state fatali a una più vasta campagna di propaganda. Ma l’iniziativa fu superata dagli eventi. In quello stesso anno le organizzazioni socialiste e radicali del Nord del paese si erano fuse per formare il Partito indipendente del lavoro che nelle elezioni generali del 1892 mandò tre dei suoi candidati in parlamento. Lo stesso Morris nei suoi ultimi anni aveva cominciato a considerare favorevolmente certe riforme specifiche, come il limite delle otto ore lavorative giornaliere e il salario minimo garantito, in quanto un’esperienza di socialismo parlamentare poteva essere inevitabile prima che la stessa rivoluzione potesse diventare una realtà. Questo cambiamento di attitudine rese matura nel 1894 la sua riconciliazione con la Federazione democratica sociale, anche se Morris preferì mantenere la propria indipendenza.


di J.P. Stafford con un poliziotto che lustra le scarpe a Morris, “Funny Folks”, 10 ottobre 1885. La vignetta ironizza sul trattamento di favore che Morris avrebbe ricevuto dalle forze dell’ordine pur essendo uno dei fautori delle proteste promosse dalla Lega socialista.


Interno del volume News from Nowhere di William Morris, Kelmscott Press, 24 marzo 1893. Fu pubblicato in fascicoli sul “Commonweal” fra l’11 gennaio e il 4 ottobre 1890.

Manifesto della Lega Socialista (1885); Londra, William Morris Gallery.


La copia personale di William Morris del Capitale di Karl Marx nell’edizione francese pubblicata da Maurice Lachatre e Cie (Parigi, 1872-1875). Il volume, usurato dalle continue consultazioni, fu rilegato nel 1884 da Thomas Cobden-Sanderson, artista amico di Morris, che con lui condivideva l’impegno politico.

WILLIAM MORRIS
WILLIAM MORRIS
Alberta Grugnoli
Un dossier dedicato a William Morris. In sommario: L'uomo; La Red House e la nascita dell'impresa collettiva; Morris attivista politico; Morris e le arti decorative; L'artista come imprenditore; L'eredità di Morris. Come tutte le monografie della collana Dossier d'art, una pubblicazione agile, ricca di belle riproduzioni a colori, completa di un utilissimo quadro cronologico e di una ricca bibliografia.