Grandi mostre. 4
Tiepolo a Milano

AI VERTICI
DEL SETTECENTO

Le Gallerie d’Italia celebrano, per la prima volta a Milano, Tiepolo. Un tributo significativo visto che proprio dal capoluogo lombardo ha avuto inizio il percorso internazionale dell’artista veneziano. Approfondiamo qui i dettagli con il co-curatore del progetto espositivo.


Fernando Mazzocca

Quando ormai la sua reputazione era in rapida discesa, dopo che Winckelmann lo aveva confrontato con Mengs profetizzando che costui sarebbe diventato immortale e Tiepolo sarebbe caduto definitivamente nell’oblio, il neoclassico Canova non sembrò d’accordo con questo giudizio se diventò un appassionato collezionista delle sue opere, arrivando a possederne il corpus completo delle incisioni, uno straordinario numero di meravigliosi disegni e addirittura sei dipinti. Vista questa incontestabile ammirazione, sembra naturale che alla mostra in cui il grande scultore è stato messo a confronto con Thorvaldsen, segua, nella stessa sede milanese delle Gallerie d’Italia, la rassegna altrettanto originale e fascinosa dedicata all’artista veneziano, come Canova straordinariamente prolifico e celebrato al suo tempo, poi messo in discussione per quasi un secolo per essere riscoperto e definitivamente rivalutato non solo come una delle espressioni più alte del Settecento, da mettere alla pari con Vivaldi, Bach e Mozart, ma anche come uno dei pittori più grandi di tutti i tempi.

A distanza di molto tempo dalla splendida rassegna allestita nel 1996 a Venezia nella sede di Ca’ Rezzonico, in occasione del terzo centenario della nascita, abbiamo pensato - per ricordare i duecentocinquant’anni dalla sua morte - di ricostruire la sua straordinaria carriera internazionale in un’ottica particolare. Ci è sembrato giusto celebrarlo a Milano - che finora non gli aveva mai dedicato una mostra - proprio per i profondi legami tra il genio veneziano e una città che per la sua vivacità culturale è stata una delle grandi capitali del Settecento europeo. Dobbiamo tener conto che Milano è stata la prima tappa dell’affermazione di Tiepolo fuori dei confini di Venezia e del Veneto, dove era ormai il pittore più richiesto, e ha quindi costituito il trampolino di lancio per la successiva consacrazione internazionale che lo ha visto dare il massimo di sé alla corte dei principi vescovi di Würzburg e a quella di Spagna a Madrid dove ha concluso gloriosamente la sua vita.


In diversi momenti della sua maturità ha realizzato a Milano grandiosi cicli di affreschi in gran parte giunti sino a noi


Dopo aver percorso, nelle prime sezioni, alcune delle più significative tappe della sua formazione e dell’affermazione a Venezia, confrontandolo sia nei disegni che nei dipinti con i contemporanei come Paolo Pagani, Federico Bencovich, Antonio Pellegrini e Piazzetta, l’attenzione è tutta concentrata sull’attività milanese per il fatto che in diversi momenti della sua maturità ha realizzato a Milano grandiosi cicli di affreschi in gran parte giunti sino a noi.

Naufragio di San Satiro (1737), affresco staccato e riportato su tela, Milano, Sant’Ambrogio.

La mostra ci fa entrare, con testimonianze diverse tra disegni e bozzetti preparatori, nel vivo di questi cantieri, ma per completare questa già straordinaria esperienza il visitatore viene invitato a passare dalle sale delle Gallerie d’ Italia a quelle dei palazzi da lui decorati.

Non si potranno più valicare le soglie del primo, palazzo Archinto, dove ha lavorato nel 1730, perché è andato distrutto durante la seconda guerra mondiale e ne rimane il ricordo in antiche fotografie e negli studi preparatori che abbiamo esposto. Ma si potrà invece entrare e stupirsi della forza del suo estro fantastico, sempre però confrontato con il naturale, sotto le volte di palazzo Casati poi Dugnani (1730) e soprattutto nella strepitosa galleria di palazzo Clerici, a soli trecento metri da piazza della Scala, dove nel 1740, rappresentando La corsa del carro del Sole, con la luce di Apollo che rivela l’immagine dei quattro continenti, ci ha lasciato uno dei raggiungimenti più significativi del suo genio. Quest’opera è stata come la prova generale del culmine della sua carriera raggiunto dieci anni dopo nell’immensa volta dello scalone della reggia di Würzburg, la fantastica cosmogonia che costituisce uno dei più alti vertici toccati dalla pittura in ogni tempo. Questa straorinaria impresa, cui è dedicata una sezione della mostra, è rievocata attraverso una sofisticata proiezione di quel capolavoro sul soffitto della grande sala d’ingresso.
Ma fortunatamente la produzione milanese è rappresentata non solo da bozzetti e disegni, ma anche da opere eccezionali e sinora mai esposte, come i due grandi affreschi, ora staccati, che Tiepolo ha realizzato nella cappella di San Vittore in Sant’Ambrogio, e la volta, un altro affresco staccato, dipinta in palazzo Gallarati Scotti. In questo caso ci si è impegnati in un fondamentale restauro che ci ha consentito di presentare per la prima volta questi affreschi in pubblico restituiti al loro antico splendore.


Martirio di San Vittore (1737), affresco staccato e riportato su tela, Milano, Sant’Ambrogio.

L’antica mitologia rielaborata da Tiepolo con un estro fantastico che la faceva rivivere rendendola attuale


Questo avverrà anche per tre dipinti monumentali provenienti da palazzo Sandi a Venezia, rappresentanti Apollo scortica Marsia, Ercole soffoca Anteo, Ulisse scopre Achille tra le figlie di Licomede, che, una volta restaurati, si riveleranno tra i capolavori della prima maturità dell’arista diventato, dopo Sebastiano Ricci che lo aveva preceduto sia a Venezia che a Milano, l’interprete più alto dell’antica mitologia da lui rielaborata con un estro fantastico che la faceva rivivere rendendola attuale. A questo prestigioso prestito privato si devono aggiungere quelli dai grandi musei come le Gallerie dell’Accademia di Venezia, la Galleria sabauda di Torino, la National Gallery e la Dulwich Gallery (entrambe di Londra), il Minneapolis Institute of Arts, il Kimbell Art Museum di Fort Worth.
Un rilievo speciale hanno i prestiti dal Museo Nacional del Prado e dalla Galleria Caylus di Madrid, perché ci consentono di documentare l’attività di Tiepolo nella capitale spagnola dove ha trascorso, validamente aiutato dai due figli Giandomenico e Lorenzo, gli ultimi otto anni della sua vita, celebrando sempre sulle ali della sua smisurata fantasia la gloria della monarchia spagnola proiettata nelle volte del più vasto Palazzo reale d’Europa. Egli accettò, ormai vecchio e pur restio a lasciare Venezia, questo prestigioso incarico. Mancava infatti un suggello reale, quello del grande sovrano illuminato Carlo III, alla sua definitiva consacrazione come il maggiore pittore del suo tempo.

Il banchetto di Cleopatra (1696-1770), Londra, National Gallery.


Trionfo della Nobiltà e della Virtù (1740 circa), affresco staccato.

Tiepolo. Venezia, Milano, l’Europa

a cura di Fernando Mazzocca e Alessandro Morandotti
Milano, Gallerie d’Italia piazza Scala
dal 30 ottobre 2020 al 21 marzo 2021
l’orario, consultabile sul sito, sarà aggiornato in base all’emergenza sanitaria
info@gallerieditalia.com, tel. 800167619
catalogo Edizioni Gallerie d’Italia - Skira
www.gallerieditalia.com

ART E DOSSIER N. 381
ART E DOSSIER N. 381
NOVEMBRE 2020
In questo numero: LUOGHI MAGICI: Il castello del Buonconsiglio a Trento. Le nuove gallerie del Museo scienza e tecnologia di Milano. Le beatitudini del Romanico. IN MOSTRA: Untitled, 2020 a Venezia. Accardi a Milano. Van Gogh a Padova. Tiepolo a Milano. Gentileschi a Cremona.Direttore: Philippe Daverio